sabato 22 dicembre 2012

I "Nanareddi" al castello di Leucatia, la Tradizione del Natale in siciliano rivive con "I Colapisci"


        

   I "Nanareddi" al castello di Leucatia, la Tradizione del Natale in siciliano rivive con "I Colapisci"

Se la conservazione, il ripristino, la valorizzazione delle Tradizioni popolari di Sicilia ha un senso ed un valore universale, nell'Isola del Sole dove "è la chiave di tutto", scriveva il Goethe, la rappresentazione scenica della Novena natalizia, che si è data sabato 15 nella sede del castello di Leucatia, a cura di Gianni Sineri e dei "Colapisci Band Orchestra", ha una notevole importanza in ciò che può essere definito il filo della memoria, la trasmissione della fiaccola.
Poichè alla bravura e alla operosità brillante di Sineri (figlio d'arte: indimenticabili i genitori Ciccino Sineri, attore di sceneggiate e teatro, e Sara Micalizzi) che ha spiegato al folto pubblico convenuto nella sede della Municipalità catinense di Barriera che ha ospitato l'evento, il gruppo dei "Colapisci" (sei elementi, tra cui ci piace ricordare l'amico giornalista e scrittore Santo Privitera, esibitosi al mandolino), il significato di quello che era in decenni trascorsi il Natale "dei poveri", si rapportano i cosiddetti "nanarèddi", ovvero i cantori e mùsici i quali giravano per i quartieri popolari di Catania e  innanzi alla cosiddetta "còna", ossia al quadro adornato di erbe campagnole (la sparacogna) e arance, intonavano i  canti in onore a Gesù Bambino ed alla Sacra Famiglia, rigorosamente in lingua (non dialetto: la questione la chiarì Dante nel de Vulgari Eloquentia, ma lo si dimentica spesso e artatamente) siciliana. I musicanti avevano un peculiare metodo, spiegato da Sineri, voce narrante e conservatore nonché abile divulgatore delle storie, per creare il rapporto di fiducia con gli abitanti del quartiere, del rione o del "curtìgghiu" dove si esibivano. Dònde l'origine di espressioni traslate nel gergo verbale, come "ti mangiasti na còna", "appara u saccu", "mentici 'a junta", e simili.
In questo quadro scenico, il poeta e il cantante, rigorosamente istintivi, a volte analfabeti ma densi di immensa umanità, ebbero un ruolo indispensabile: non era la Poesia alta de' trobadori alle corti dei signori nei castelli, ma quella del popolo (a Catania nasce con Androne nel VII secolo a.C., la poesia cantata e ballata), tanto amata dalle masse e dagli artisti sòmmi (da Mozart a Bellini, tutti attinsero ai canti popolari) così medesimamente vituperata da coloro i quali, nella loro bòlsa prosopopea, s'illudono che il Verbo debba essere appannaggio di elette schiere e non spezzato, come il pane dell'ultima cena, "pro multis" (vero, non per tutti, ma pe' molti): in particolare per gli ultimi, i poveri.
Quindi un Natale povero quello rinarràto dai "Colapisci" al castello di Leucatia, per l'occasione affollato di gente che si è piacevolmente dilettata in un'ora di denso spettacolo, come adesso può chiamarsi: esso tuttavia è quadro scenico memorabile di epoche inevitabilmente tramontate ed irripetibili, che merita per l'intensità del pathos e soprattutto per la conservazione della memoria, di essere ripetuto e diffuso nei luoghi per eccellenza dove si tramanda o si dovrebbe, la cultura: le scuole di ogni ordine e grado, sia private che pubbliche. E' questo il finale auspicio, che le nènie struggenti di commozione dei "nanareddi" inneggianti al "Bambineddu" fluiscano nel cuore dei pargoli siciliani, i quali possono, ben più degli adulti, comprenderne il senso.
FGio

lunedì 17 dicembre 2012

Presentazione del libro "Poesie religiose" di Mario Rapisardi, Società di Storia Patria, Catania 19 dicembre 2012, ore 16,30



La Società di Storia Patria
per la Sicilia Orientale
 
è lieta di invitare la S.V.
alla presentazione del libro

"Poesie religiose" di Mario Rapisardi
a cura di Francesco Giordano, Boemi Editore
 
19 dicembre 2012, ore 16,30
 
Relazionerà il curatore del libro, Francesco Giordano (Storico). Interverranno Salvatore Camilleri (Poeta e Scrittore), Santo Privitera (giornalista), Angelo Boemi (Editore).
Saranno letti brani dalle opere rapisardiane.
 
 

 

Società di Storia Patria per la Sicilia Orientale
Palazzo Tezzano, piazza Stesicoro 29
95121 Catania, tel. 095316920
www.storiapatriacatania.it


lunedì 10 dicembre 2012

Presentazione del libro "Musica e musicisti minori catanesi", Società di Storia Patria, Catania 12 dicembre 2012 ore 16


 
Nella sede della Società di Storia Patria per la Sicilia Orientale

piazza Stesicoro 29, palazzo Tezzano

verrà presentato il libro
 
 
"Musica e musicisti minori catanesi

tra Ottocento e Novecento"

di Santo Privitera, Boemi Editore
 
 
12 dicembre 2012, ore 16
 
 
 
 
 
Relazionerà l'autore, interverranno Francesco Giordano (storico),
  Maria Rosa De Luca (docente universitaria di Storia della Musica),
Angelo Boemi (Editore)

venerdì 30 novembre 2012

Presentazione del libro "Domenico Tempio cantore della Libertà", Società di Storia Patria, Catania 5 dicembre 2012 ore 17


 

La Società di Storia Patria
per la Sicilia Orientale
 
è lieta di invitare la S.V.
alla presentazione del libro

"Domenico Tempio, cantore della Libertà"
di Francesco Giordano, edizioni Akkuaria
 
5 dicembre 2012, ore 17
 
Relazionerà l'autore del libro, Francesco Giordano (Storico). Interverranno Santo Privitera (scrittore e giornalista), Vera Ambra (Editore, Presidente Associazione Akkuaria); brani dalle opere tempiane saranno letti dall'attrice Marta Limoli e dall'attore e regista Orazio Aricò
 

Società di Storia Patria per la Sicilia Orientale
Palazzo Tezzano, piazza Stesicoro 29
95121 Catania, tel. 095316920
www.storiapatriacatania.it

sabato 24 novembre 2012

La conferenza su Mario Rapisardi nel centenario della scomparsa alla Biblioteca Civica ex benedettina di Catania






Riportiamo il comunicato stampa della Società di Storia Patria della Sicilia orientale, relativo alla conferenza sulla figura umana e poetica di Mario Rapisardi, tenutasi ieri alla Civica Biblioteca di Catania:

Si è tenuta il 23 novembre presso le Biblioteche  Riunite “Civica e Ursino Recupero” l’iniziativa “La figura  umana e poetica del Professore Mario Rapisardi”, organizzata dalla Società di Storia Patria per la Sicilia Orientale, con la  collaborazione del Dipartimento Scienze  Umanistiche dell’Università di Catania, delle Biblioteche Riunite “Civica e Ursino Recupero”, della Fondazione Verga, del Centro Culturale “Vincenzo Paternò-Tedeschi”.  Nella mattina il pubblico ha potuto visitare il “Museo-Studiolo”, di fronte la Biblioteca, dove sono custoditi i cimeli rapisardiani.

 Nel pomeriggio nel Refettorio Piccolo dei Benedettini, sala interna alla Biblioteca gremita di pubblico, l’iniziativa è stata aperta dai saluti del Senatore Fleres (Presidente del Consiglio di Amministrazione dell’Ursino-Recupero), riportati dalla dott.ssa Carbonaro, direttrice della Biblioteca stessa, e dei professori Iachello e Giarrizzo (rispettivamente presidente della Società di Storia Patria e accademico dei Lincei), portati al consesso dal dott. Mannino, membro della Società.

La prof.ssa Alfieri, Presidente del Consiglio Scientifico della Fondazione Verga, ha salutato con favore l’evento, ritenendo indispensabile il procedere sulla strada dello studio e dell’approfondimento degli intellettuali locali, figure fondamentali nel panorama culturale italiano e internazionale.

L’iniziativa è proseguita in un gradevole alternarsi di interventi appassionati e informati e di letture degli scritti di Mario Rapisardi, curate dagli attori Orazio Aricò e Marta Limoli. Così l’introduzione del dott. Santo Privitera, anche a nome del Centro Culturale “Vincenzo Paternò-Tedeschi”, che ha sottolineato l’importanza di tale iniziativa nel contesto del centenario della scomparsa del poeta.

Così anche l’intervento approfondito sulla poetica rapisardiana del prof. Salvatore Camilleri (poeta e scrittore), che in una coinvolgente disamina ha saputo mettere in evidenza ai giovani, agli studiosi e agli appassionati presenti il nucleo del pensiero del maestro catanese.

L’intervento del dott. Francesco Giordano ha concluso l’iniziativa, inquadrando Rapisardi nel suo tempo, quel fine secolo XIX e gli albori del nuovo, di cui tutto l’impegno culturale e sociale del poeta furono testimoni e ancora rappresentano un punto di vista illuminato e profondo dell’epoca.

La Società di Storia Patria, istituzione che da più di un secolo è impegnata nella promozione degli studi della cultura siciliana, oltre che nella conservazione e divulgazione delle pubblicazioni e dei documenti ad essa relativi grazie anche alla sua biblioteca di piazza Stesicoro (palazzo Tezzano), procederà con nuove iniziative nelle prossime settimane.
(Nella foto di Gianni De Gregorio, il tavolo dei relatori)

venerdì 19 ottobre 2012

Salvatore Camilleri poeta e filologo alla libreria Prampolini di Catania in ricordo di "Arte e Folklore di Sicilia", a cura del Circolo Paternò Tedeschi

       



Salvatore Camilleri poeta e filologo alla libreria Prampolini di Catania in ricordo di "Arte e Folklore di Sicilia", a cura del Circolo Paternò Tedeschi

Una serata fra numerosi  amici in onore della poesia e della letteratura siciliana: può così definirsi l'incontro svoltosi il 19 ottobre, nei locali (rinnovati dai giovani della nuova gestione) della libreria Prampolini di Catania, antico luogo di ritrovo e tra le più vetuste rivendite di libri italiche. L'occasione, organizzata da quel poliedrico mecenate che è Santo Privitera, anima del circolo culturale "Paternò Tedeschi" il quale, da oltre un venticinquennio, persegue in modo coerente e sentito l'amore e la propagazione per la cultura siciliana e i suoi più celebri rappresentanti, fu la presentazione della raccolta in volume, edita da Angelo Boemi, eclettico editore-sognatore e 'discepolo' di Romeo Prampolini (anche 'raccontatore' di vicende patrie, vedasi l'appena edito libro "Storia di Catania"), della rivista "Arte e Folklore di Sicilia", stampata ai tempi a cura dell'omonimo circolo creato dal fu attore Alfredo Danese. E Danese venne ricordato, con la creatività poetica che seppe manifestare in multiformi modi, dalle parole appassionate di Gianni Sineri attore e capocomico (figlio dell'indimenticabile Ciccino e della moglie valentissima attrice, Sara Micalizzi). Ricordiamo bene il teatrino di via Feletti, 'covo' di Danese (che ivi si esibiva) e dei cultori della sua Associazione: molti nomi noti vi transitarono, fra cui ci piace ricordare quel nobiluomo che fu il sacerdote padre Antonio Corsaro, poeta e splendido intellettuale.
Fu dedicato ampio spazio, in una sorta di 'intervista verità' a cura di Santo Privitera, al professore Salvatore Camilleri, illustre filologo e studioso della lingua siciliana, saggista e poeta: con quest'ultimo termine, inteso nel senso di creatore di versi, egli preferisce essere appellato, nella freschezza invidiabile della favella che, ultra nonagenario, sciorina con ardore di ventenne ad ogni appuntamento lo si vuole rendere protagonista, riconoscendogli il ruolo importante che ha avuto e si è costruito negli ultimi sessanta anni quale assertore e difensore della cultura e della linguistica di Sicilia. A parte i saggi su Antonio Veneziano e Giovanni Meli, di Salvatore Camilleri, conosciuto urbi et orbi per la versione moderna del "cuntu" della "Barunissa di Carini", rimangono a parer nostro due libri fondamentali: il vocabolario Italiano-Siciliano, opera unica nel suo genere (edito da Greco), e la Grammatica siciliana (edita da Boemi), che dovrebbe come è auspicabile, essere adottata quale libro di testo nelle scuole a' fini di insegnamento della nostra lingua nativa, genitrice di quella italica.
Le note del violinista Pirrotta, del chitarrista Filogamo e del mandolino di Santo Privitera intonanti le melanconiche nènie della antica terra sicàna, conchiusero la serata, fòlta di partecipanti e appassionati, che riconferma la perenne vivacità intellettuale di Catania e la tradizione vivissima della nostra storia.
                                                                                         FGio

Nella foto: Santo Privitera e Salvatore Camilleri

sabato 13 ottobre 2012

22° stagione del Gruppo d'Arte Sicilia Teatro, al Don Bosco di Catania



Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

Riapre il sipario sulla XXII ^ stagione 2012/2013 del Gruppo d’Arte Sicilia Teatro, diretto da Tino Pasqualino, un appuntamento che si rinnova anno dopo anno grazie alla forza della continuità e all’amore per il teatro che unisce il Gruppo d’Arte al suo pubblico.
Un pubblico affezionato e attento al quale viene proposto un ricco cartellone che spazia dai più illustri nomi della letteratura teatrale, come Molière, passando per lo spettacolo musicale e l’intramontabile operetta senza mai dimenticare il vibrante repertorio siciliano.
Quello del Gruppo d’Arte Sicilia Teatro è un “teatro popolare”, come ama definirlo il suo stesso direttore, un teatro che affonda le sue radici in una antica tradizione teatrale da sempre viva e presente a Catania ma spesso ignorata da molti che, non possedendo gli strumenti storico-culturali, intendono superficialmente per “teatro popolare” una definizione spregiativa.
Forti di questa consapevolezza gli attori del Gruppo che vedrà in scena “ U MALANDRINU”  di Enrico Seretta  9/10/11 novembre  al teatro Don Bosco di Viale M.Rapisardi n.54 Catania.
La programmazione continuerà il 29/29/30 dicembre con “LA STRANA COPPIA” di Neil Simon con Giovanna Criscuolo e Carmelo Cannavò , il 15/16/17 febbraio si continuerà con  il divertentissima   commedia “LA MOSTELLARIA “ di Plauto con la regia di Elio Gimbo un omaggio al bel canto  a questa splendida forma di teatro dove musica e recitazione si fondono per il divertimento del pubblico “DA NAPOLI A NEW YORK”  con il tenore  Massimiliano Drapello e Toti Sapienza il 12/13/14 aprile a chiudere  la rassegna  un tuffo nella tradizione siciliana con una divertente commedia di Pippo Spampinato tratta dalla scuole delle moglie di Molière “A MINESTRA PPU JATTU”  31 maggio 1/2 giugno.
Quindi un variopinto cartellone quello che si presenta al pubblico del Gruppo d’Arte Sicilia Teatro, capace di regalare momenti di spensieratezza e riflessione.
Prenderanno parte gli attori: Franco Ranno,Gaetano  Di Benedetto,Fiorella Tomaselli, Renzo Conti,Rita Biondi,Franco Gambino,Saro Mazzullo,Michele Torrisi,Tony Pasqua,Dora Baccini,Agata Bassetta, Fabio Russo,Luana Piazza,Mariarosa Judica, Antonio Sturiale e tanti altri.
Per informazioni rivolgersi: Via Giuseppe Fava n.52
telefonare al 095-221804 / 338 7663469

mercoledì 12 settembre 2012

L'Emiro del Qatar, Unicredit e la Sicilia: vuoi vedere che....

       


 Una interpretazione della vicenda: è il vero motivo?
  L'Emiro del Qatar, Unicredit e la Sicilia: vuoi vedere che....

La notizia che Unicredit non supporterà più finanziariamente le fatture dei crediti esigibili dalla Regione Sicilia, pubblicata da Siciliainformazioni, e la successiva nota di risposta dell'istituto di credito, che non nega esplicitamente e ciancia di "cautele", non è solo molto greve per il silenzio, come è stato rilevato, sia degli imprenditori isolani che soprattutto dei politici, specie i candidati alla Presidenza della Regione. Ha un risvolto 'segreto' che, a nostro parere, è il seguente:
nel mese di maggio di quest'anno, dopo la caduta del regime libico, l'Emiro del Qatar -stato in ascesa egemone, ove alberga la nota emittente Al Jazeera che svolge un ruolo importante nella propaganda contro i regimi considerati ostili nel mondo islamico- aumenta la propria quota di capitale dal 4,5 al 6,5 per cento in Unicredit, attraverso il fondo sovrano Aabar di Abu Dhabi. I giornali italiani riportano quasi in modo silente la notizia. Medesimamente l'emiro si muove per acquistare gran parte degli immobili di prestigio e diverse migliaia di ettari di terreno in Costa Smeralda, Sardegna, già di proprietà dell'Aga Khan, per il triplo del valore attuale. L'Emiro ha anche avviato azioni di acquisto di Finmeccanica: a tutte queste logiche l'attuale governo nazionale del professor Monti non è estraneo, anzi sostiene le azioni degli arabi.
Si può declinare in tale contesto, senza fare complottismo nè demagogìa, la volontà apparentemente inspiegabile e da killer sociale, della banca che ha rilevato il Banco di Sicilia e che invece dovrebbe incentivare le imprese e la medesima Regione Sicilia (i cui conti sono a posto ed anzi vanta ampi tributi dal governo romano, che li avoca a se in barba allo Statuto)?  Qualora la visione sia a medio e lungo raggio, se l'Emiro ha deciso il rilancio e lo sviluppo della Costa Smeralda ed altre località della Sardegna, è la Sicilia imprenditoriale e turistica che deve declinare: anzi, fallire.   La soluzione è forse nella strada indicata da menti illuminate: una vera applicazione dello Statuto che tolga dalle mani delle banche indegne gli strumenti a loro disposizione, nonchè l'autentica riforma del sistema, anche in senso federativo e monetario.
Chi avrà il coraggio di assidersi nella poltrona più alta di Presidente dell'Isola, dovrà presto o tardi prenderne atto, se è siciliano autentico e non servo delle oligarchìe dei partiti nazionali.
F Gio.

giovedì 2 agosto 2012

Cavalleria Rusticana e Civitoti in Pretura, al cortile Platamone, Catania 11 e 12 agosto 2012, Gruppo Arte Sicilia Teatro



Sabato 11 Agosto e Domenica 12 Agosto alle ore 21,00  il Gruppo D’Arte Sicilia Teatro diretto da Tino Pasqualino,andrà in scena al Cortile Platamone-Palazzo della Cultura Via Landolina n.5 Catania con lo spettacolo teatrale dal titolo dal Dramma alla Farsa  con 2 atti unici  “Cavalleria Rusticana” di Giovanni Verga e “Civitoti in Pretura” di Nino Martoglio.
Cavalleria Rusticana,prenderanno parte gli attori: Elisa Franco,Stefania Micale,Fiorella Tomaselli,Michele Torrisi,Franco Gambino,Saro Mazzullo,Annamaria Nicotra,Mariarosa Iudica,Daniela Palermo, Antonio Costa,Levio Di Stefano,Kevin La Rosa,Turi Di Stefano,Nicola Cannavò,Andrea Sicilia,Dora Baccini
Regia Elisa Franco
Civitoti in Pretura, prenderanno parte gli attori:Rita Biondi,Gaetano Di Benedetto,Renzo Conti,Mimmo Salvo,Saro Mazzullo,Antonio Sturiale, Gino Santagati, Mariarosa Iudica,
Regia Tino Pasqualino
                                            NOTE SULLO SPETTACOLO
 “Cavalleria Rusticana” di Giovanni Verga, sarà una felice e gioviale occasione che ci offrirà  il privilegio di rivedere un capolavoro del teatro verista italiano. La data ufficiale di inizio del teatro verista è il 14/1/1884. In questo giorno fu rappresentato per la prima volta al teatro Carignano di Torino “Cavalleria Rusticana”;  interprete oltre ai bravi attori dell’epoca, fu Eleonora Duse nel ruolo di Santuzza . Il Verga con questo primo dramma verista portava il teatro siciliano alle soglie dell’arte. A Cavalleria Rusticana segue “Civitoti in Pretura” di Nino Martoglio un testo che fa parte del teatro gioioso Martogliano nel quale troviamo le note caricaturale e macchiettistiche  di alcuni personaggi che fanno divertire con il gergo del quartiere della civita, un linguaggio Italiano storpiato con il quale si esprime il popolino, Questo è uno dei principali motivi del successo.        
   

martedì 31 luglio 2012

L'Anfiteatro di Catania chiuso da tre mesi al pubblico: vergogna!




Come altre poche città al mondo, la nostra Catania ha la fortuna di possedere tesori architettonici di unicità mondiale; e in quanto inimitabile comunità civica, in essa accade che detti monumenti, i quali son patrimonio dell’umanità, debbano a volte essere sottratti alla pubblica visibilità per imperscrutabili, ma palesi, volontà di chi li gestisce. Così accade all’Anfiteatro romano di piazza Stesicoro, insigne opera del periodo augusteo, risorto a novella Luce nel XX secolo mercé l’opera di menti illuminate da sapienza: la mala segnorìa di dantesca memoria forse vuole che esso sia afflitto da destini tristi, per esser caduto in mani non capaci di amministrarlo? L’osservazione è d’obbligo.

Ad aprile di quest’anno, come ampiamente documentammo nel nostro blog “Lettere Catinensi”, la Sovrintendenza regionale che ha l’affidamento dei monumenti di Catania, quindi anche dell’Anfiteatro, ha svolto la lodevole manifestazione detta anche “Settimana della Cultura”: con le sue luci ed ombre, che abbiamo evidenziato in quella sede. Tra le note positive una indagine prospettica dell’Anfiteatro frutto di studio di giovine entusiasta; partecipammo agli incontri anche perchè parte in causa, ossia autore chi scrive codeste noterelle, dell’unica monografia sul vetusto monumento mai pubblicata, edita da Boemi nel 2002 (poi prestamente seguita da altre similari opere).  Ebbene proprio in quei giorni che dovevano segnare, come in effetti accadde,un flusso maggiore dei già moltissimi turisti italiani e stranieri i quali si fermano a Catania quel tanto che basta per visitare i monumenti dell’antichità classica e del barocco, l’anfiteatro venne chiuso al pubblico (prima è stato aperto con ingresso gratuito e vigilato da un custode appositamente alloggiato nella baracchetta di metallo all’interno del sito), con la seguente spiegazione: un pezzetto della cornice d’ingresso ha ceduto, e la giustificazione data fu gli “accertamenti tecnici”, come documenta la nostra foto di allora. Lo facemmo presente, attendendo altresì gli eventi.

Son passati tre mesi, durante i quali uomini dal carattere forte conquistarono intere nazioni d’Europa nel corso del secondo conflitto mondiale; tre mesi in cui la vita dell’uomo nel singolo aspetto può avere mutazioni immense, ma non per i gerenti, o gerònti, della Soprintendenza regionale ai monumenti sezione di Catania. Un cambiamento c’è stato,  lo si può notare raffrontando le due immagini da noi scattate: l’avviso a stampa appeso provvisoriamente alle transenne, per le intemperie dei giorni, cadde e volò.   Solo questo.   Le decine di migliaja di turisti che si affacciano dalle cancellate artistiche di piazza Stesicoro rimangono solinghi, muti e attoniti innanzi alla panoramica bellezza del lacerto di teatro antico visibile, unico nel suo genere dopo il Flavio della città eterna, ma non possono accedervi poiché sinora permane, inspiegabilmente, la chiusura.

Come ogni cronista che si rispetti, della vecchia scuola di coloro che camminano lento pede, ci recammo il 24 luglio u.s. nei locali di via Vittorio Emanuele ove si accede al Teatro greco-romano, quello sempre aperto e visitabile, per chiedere lumi.  All’allargare le braccia dei quattro custodi ci venne indicato il dirigente che poteva informarci, nella persona del dottor Chiavetta. Alla nostra domanda, egli si mostra subito con fare nervoso, e ci fornisce la spiegazione di tre mesi prima: il danno ad uno dei capitelli non permette l’accesso al pubblico, è stata stilata una perizia tecnica. Tutto qui. Nessun problema se i turisti, o il cittadino comune, rimangono impediti alla visita. Si fece cenno da parte nostra che, data la tenue entità del danno la cui criticità minima è visibile ad ognuno, il problema poteva essere risolto in pochissimi giorni con semplici interventi di muratura: irritazione dell’interlocutore. Al nostro sollevare la questione volterriana, se cioè la grande creatrice di verità sia la menzogna, il predetto funzionario si altera alquanto e tronca la conversazione non volendo più “discutere con lei”, come se avessimo toccato il classico nervo scoperto della situazione.  Il cronista, vigilante in nome del sovrano popolo, saluta rispettosamente e va via, non dimenticando di avvertire che ciò sarà debitamente riportato per iscritto. Come qui accade.
Il lettore sappia che la vox populi, ossia le suggeriture le quali al viandante che raccoglie informazioni giungono da fonti interne ed esterne agli addetti ai lavori, nàrrano di problemi notevoli tra la dirigenza della Sovrintendenza ed il personale di custodia ai monumenti, di liti intestine che han portato alla situazione di cui sopra. Ma anche non volendo far dietrologìa occulta, la soluzione potrebbe essere semplice, preso per vero ciò che il funzionario ha comunicato non a noi, ma all’umanità: conoscendo lo stato delle cose e la recente istituzione del cosiddetto “Parco Archeologico” in cui l’Anfiteatro è incluso, potrebbe anche darsi che per un intervento riparatorio che abbisogna al massimo di un muratore esperto, dopo la perizia tecnica si attenda il relativo finanziamento da parte della Regione Siciliana, poi vedremo di che entità esso possa essere se ci sarà e questa non si riveli soltanto una ipotesi campata in aria, il quale sblocchi finalmente l’impasse e consenta l’uso di un monumento che non è proprietà di pochi plutocrati, ma di tutto il mondo, màssime dei cittadini di Catania che duemila anni fa lo costrùssero.  Non si dimentichi che siamo già in campagna elettorale per le elezioni regionali siciliane, forse ciò ha qualche significato in merito ai fatti narrati. Questa la vicenda.

La quale noi garbatamente riassumiamo con un solo termine, che non usa più poiché desueto e però efficacissimo un tempo come oggi, facendolo veleggiare qual bandiera trista su le cervìci di chi dovrebbe essere al servizio della cittadinanza che paga le tasse regionali, quindi gli stipendi sovente abbondanti, di lorsignori e dei politici: vergogna, vergogna… vergogna.

Francesco Giordano

Pubblicato su: http://www.ilcorrieredicatania.it/?p=2207

martedì 10 luglio 2012

Strisce pedonali assenti o scomparse nelle strade cittadine, si provveda




Stiamo dalla parte dei pedoni. Di coloro i quali, per diversi motivi, preferiscono usare la cosiddetta "macchina di san Francesco" invece che il mezzo di locomozione a motore a scoppio. Tutti vi saranno costretti presto o tardi, quindi è meglio vivere sin da infanti codesta condizione. Ripetiamo sovente agli indotti che dalla nascita della civiltà, le grandi vittorie l'essere umano le ha compiute a piedi: si pensi all'Impero Romano, conquistato attraverso i garretti dei legionarii della città eterna.
Catania nostra patria, ha 2500 anni di storia, dei quali solo meno di 100, come altre città del mondo, possono dirsi 'motorizzati'. Eppure nella mente degli ultimi amministratori pubblici, oltrechè dei catanesi, con difficoltà si insinua il germe della cosiddetta 'civiltà stradale'.  Negli ultimi giorni la cronaca quotidiana riferisce di numerosi incidenti stradali anche gravi, dove a finire all'ospedale in condizioni precarie sono pedoni, per lo più donne anziane, investite sulle strisce pedonali da persone in automobile o motoretta. Laddove vi sono però, le strisce pedonali.
Basti compiere un giro in città: l'ottanta per cento delle strade di Catania le ha scomparse, cancellate, dimenticate. Gli esempi fotografici che qui riportiamo sono eloquenti, fra i tanti; portremmo fare una galleria di scatti. Come trascorrono le giornate gli operai del servizio manutenzione strade del comune di Catania, a parte percepire lo stipendio, pagato da noi cittadini attraverso la TARSU e l'IMU? Non è direttamente colpa loro, poiché devono essere comandati. L'Assessore al ramo,il Sindaco, li sollecitano a usare il colore bianco per ripristinare le strisce cancellate dal tempo? Non ci risulta. Ogni tanto (ultimamente in viale Regina Margherita angolo piazza Roma, dove ancora resiste una delle oramai poche garitte dei VV.UU.; non si comprende perché quella dell'incrocio San Domenico sia sparita...) spuntano, la notte, gli operai con le bombolette ed i paletti mobili: dipingono ex novo le strisce. Avranno avuto la segnalazione. Ma è rarissimo notare codesti lavori che sono di ordinaria amministrazione; sicché il pedone che deve attraversare la strada, a parte l'inciviltà degli automobilisti e motociclisti, si trova sprovvisto di quella sia pur minima tutela rappresentata dalle strisce. Se è giovane, attraversa in fretta; se è anziano è un guajo, e rischia di essere travolto, come ultimamente più spesso accade.
Tra l'altro è anche un problema per le casse comunali dappoiché, e vi sono diversi casi, se l'investito fa causa al Comune per la carenza di visibilità delle strisce, la vince (magari dopo anni) e l'amministrazuione dovrà risarcire. Che senso ha? E' dovere civico provvedere quanto prima a ripristinare le strisce non solo nelle strade principali, da via Vittorio Emanuele a Garibaldi a via Antonino Longo, per non parlare della via Etnea alta ma anche nelle vie secondarie. Trattasi di obbligo della amministrazione comunale, che pur ci chiede di pagare le tasse. Non è una concessione che il Sindaco Stancanelli o l'Assessore ci elargisce (e lui lo sa), è un suo obbligo strutturale oltreché politico.
Vedremo se tale nostra sollecitazione amichevole sortirà l'effetto sperato, anche in parte. Siamo ben consci che, a Catania, raggiungere un obiettivo in senso completo è quasi impossibile; e però già coglierne parzialmente i frutti, sarebbe una vittoria della cosiddetta educazione civica (la quale viene insegnata ancora, almeno nelle scuole private, sin dall'infanzia). Camminate a piedi, signori politicanti che ingrassate sulle automobili; ne avrete giovamento fisico e comprenderete i disagi dei pedoni.
F.G.
Nelle foto (nostre) strisce pedonali cancellate in piazza Trento, viale XX settembre e piazza Dante

Pubblicato su: http://www.ilcorrieredicatania.it/?p=1126

giovedì 5 luglio 2012

Pulito da sterpaglie il lato sud di piazza Dante dai militari di Sigonella: e adesso?




Sabato 23 giugno al mattino, abbiamo visto al lavoro ('sorvegliati' da alcuni Vigili Urbani che, non si sa perché, facevano loro da 'guardia'...) alcuni militari della base di Sigonella -rigorosamente in abiti civili-, i quali, come annunziato da comunicato passsato dalle tv locali, hanno molto ordinatamente ripulito da sporcizia e sterpaglie l'area di piazza Dante che comprende sia la piazza lato sud, sia i resti archeologici che qualche bello spirito, suggerito dalla Soprintendenza (la quale ha da poco creato il parco archeologico), ha definito pomposamente "le terme romane di piazza Dante". Un rettangolo circondato da ringhiera, scavato negli anni Settanta, dove si vedono miseri ruderi di case, una vasca in buono stato, alcuni locali circolari simili a quelli poco distanti delle terme della Rotonda. La loro utilizzazione è alquanto controversa storicamente e senza dubbio risalente al periodo tardo imperiale: comunque fa comodo appellarle terme.
L'opera assolutamente volontaria dei giovani militari americani è stata meritoria, sia perché si sono eliminate le erbacce che da anni affliggevano il sito, sia perché la piazza (òrba delle secolari palme, tagliate senza criterio con la scusa del punteruolo rosso... e lo spiazzo lasciato dal servizio verde pubblico del Comune nel più miserevole abbandono) ha il diritto di essere curata e vissuta. Quello dei militari, amici del popolo siciliano, fu un donativo: è il servizio manutenzioni del Comune che deve occuparsi di ciò. Si sappia che il cancelletto d'ingresso ai ruderi della piazza era, ed è, chiuso con una catena ed un catenaccio arrugginiti da anni, e l'ingresso, ma i resti sono ogni dì visibilissimi, è inibito. Invero v'ha poco o nulla da vedere, e sarebbe proprio il caso di ricoprire quelle misere case senza nessun valore storico, esattamernte come erano sepolte sino a quarant'anni fa: non si creda che il luogo non ne abbia avuto giovamento, anzi (per avere una chiara idea di come era quel lato di piazza Dante negli anni Cinquanta e Sessanta del XX secolo, si visionino tre film: "E' primavera" del 1949, "L'arte di arrangiarsi" del 1954, e "Il bell'Antonio" del 1964, girati ivi in parte).  Vero è che oggi la porzione dove si vedono i discavi sarebbe occupata dalle automobili che ivi prolificano ogni dì, però in primis la disciplina del luogo ed il Comune (economicamente), cacciando gli abusivi, ne avrebbe degno giovamento. Non si potrà probabilmente, poiché la Regione nell'incarnazione Soprintendenza ha deciso di "valorizzare il sito" (tradotto in termini economici, gli unici che alcuni comprendono, si deve sfruttare con la scusa di rendere un servizio alla cittadinanza.... se qualcuno rammenta il 'caso' della via Crociferi di oltre un decennio fa, prima sventrata e poi frettolosamente ricoperta, capirà...).  In questo contesto si comprende il pur affettuoso intervento della piccola squadra di militari americani.
Non durerà molto, purtroppo. Le erbacce ricresceranno presto, l'immondizia che alcuni maleducati vi gettano rispunterà; il disinteresse, questo logico, per quattro ruderi senza alcun valore storico ( e lo scriviamo con cognizione di causa; del resto non occorre essere archeologi per capire che non siamo innanzi alla tomba di Tutankhamon!) permarrà. Catania ha invero giojelli affatto meravigliosi, e vicinissimi al suddetto sito: per esempio, la chiesa della SS.Trinità. Ci si spieghi perché questo tempio non è valorizzato in modo opportuno. E' in restauro, si dice. Sappamo bene la storia. Ma quanto deve durare, e perchè?
Insomma, se i gonzi abboccano alle mirabìlie dei prestidigitatori dell'impossibile, v'ha chi conosce il meccanismo. La ragnaja sappiamo come è intessuta. Pur amando la nostra città, e proprio per il fatto che quotidianamente la viviamo, non nei libri di favole.
F.G.

Nella foto: i ruderi di piazza Dante 'ripuliti'

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venerdì 22 giugno 2012

Abbandonata da anni la porta Ferdinanda o "del fortino"



Abbandonata da anni la porta Ferdinanda o "del fortino"

Quando la città di Catania era governata da coloro che oramai vengono appellati come epigoni del vituperato pentapartito, e da noi partito unico (cioè la Democrazia Cristiana), vero è che specie negli ultimi decenni, imperava la corruzione (specie nel partito di sostegno, che fu il PSI): è anche vero che al timone, sovente, si incontravano amministratori probi, i quali cresciuti con un altro e più sostanziale concetto della vita pubblica, concepivano la politica come servizio alla collettività, non a soli fini di lucro. Non erano tutti, ma una parte consistente: il cittadino sapeva da chi andare, i nomi li rammentiamo ancora. era gente di antico stampo, alla quale se segnalavi un problema, un malfunzionamento di comune servizio, non ponèvasi la dimanda degli ultimi vent'anni, sugli occhi e su le labbra dell'amministrsatore pubblico catanese ("a mìa cchì mmi nni veni, di soldi?"), ma s'adoprava immediatamente poiché riteneva il suo ufizio un dovere, un obbligo etico, essere investito di carica pubblica in nome dei cittadini. Come ben si sa, ad onta dei pur laudevoli sforzi di quanti fanno formazione politica, adesso la musica è altra.
Segnaliamo al riguardo un caso emblematico, pòsto all'attenzione del viandante: la porta Ferdinanda, arco di trionfo eretto nel 1769 in occasione del matriminio di Ferdinando (IV di Napoli e III di Sicilia) con maria Carolina d'Austria: è un monumento caro da oltre due secoli ai catanesi che erroneamente lo appellano 'porta del fortino' (quella autentica è in fondo alla vicina via Sacchero), è opera di quel genio dell'architettura, a parer nostro poco valorizzato, che fu Stefano Ittar Cavaliere di Malta (autore anche della maestosa cupola di San Nicolò la Rena, oltreché del Palazzo Magistrale a La Valletta), in pietra calcarea bianca siracusana e nera lavica dell'Etna. Chiude scenograficamente la via Garibaldi, abbellisce la piazza Palestro ove sorge (piazza tra l'altro risistemata quattro anni fa a cura dell'allora Assessore Orazio D'antoni), e ha diversi pregi anche di ordine esoterico, tra cui la celebre fenice col motto catinense "Melior de cinere surgo" e gli altri, bellissimi, che fanno di Catania (come disse bene il compianto professor Santi Correnti, nostro amico) città sempre rifiorente, ovvero "Litteris armatur, armis decoratur", armata di Lettere per la sua dottrina, decorata di armi della cui violenza non ha bisogno poiché, come Cristo, si difende con la Parola.
Ebbene si sappia che codesto monumento versa in istato di miserevole abandono: a parte l'orologio il quale non funziona da anni, è l'interno che deve essere ristrutturato: la tabella in metallo avverte, anzi avvertiva, che ivi dovrebbe trovarsi un presidio distaccato della Polizia Municipale, fra l'altro utile a sorvegliare la zona. Chiunque vi transiti sotto si rende conto da quanti anni il luogo è desolatamente abbandonato. Sappiamo che nel secondo dopoguerra l'interno, piccoli vani, divenne casa di abitazione di un 'custode' il quale almeno provvedeva alla manutenzione del sito; morto costui, la presenza dei VV.UU: ma da anni nessuno se ne cura. Strafottenza verso gli abitanti del quartiere, che pure 'servono' alla bisogna per le tornate elettorali? Atteggiamento di superiorità verso una zona sì in parte popolare, ma ricchissima di edifici settecenteschi e già nobiliari, ovvero l'autentico nucleo fondativo della antica città? Semplice mancanza di segnalazioni adeguate? Non ci è dato di sapere. Una affermazione tuttavolta possiamo formularla: se ci projettiamo venticinque anni addietro e 'immaginiamo' di andare, da operatori dell'informazione, personalmente dall'Assessore al ramo oppure dal comandante dei Vigili Urbani, avremmo trovato gente garbata, attenta e disponibile ad agire immediatamente, poiché teneva al lustro e decoro della comunità, specie nei quartieri cosiddetti popolari (il cui concetto è molto opinabile ultimamente). Qualcuno può pensare che similmente possa succedere oggi: tenti l'esperienza, non siamo supponenti ma conosciamo, come usa dirsi, quel che basta i nostri 'polli' sino a tratteggiarne gli atteggiamenti. Poiché, inutile negarlo anche ad onta di personali odierne disponibilità, è la forma mentis che è cambiata, politicamente parlando.
Quali rimedi? Tanti ve ne sarebbero, e però nell'attesa dei salvatori della patria civica, l'illustre monumento (il quale ogni anno, la notte del 4 febbrajo, vede innanzi a sè per la gioja dei convenuti, il fercolo della Vergine Agata fermarsi in loco) rimane moribondo, senza cura, senza riattivare il presidio dei Vigili Urbani, senza nessuna manutenzione della parte concernente l'orologio (per gli aspetti architettonici è competente la Soprintendenza, o almeno dovrebbe). Una idea è darlo in 'gestione' a cooperative di giovani del quartiere, i quali -come già accade in altri luoghi della città- se ne prendano amorevolmente cura, e rendano la porta Ferdinanda un simbolo vivo dell'antica a nuova Catania. La gente c'è, l'entusiasmo pure, la disponibilità non manca. Tornasi alfine alla dimanda di sempre: agli amministratori comunali d'oggi, ciò importa? Smuoviamo le acque paludose, in attesa di eventi.
F.Gio
(Le immagini fotografiche sono scattate dall'autore dell'articolo)
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sabato 16 giugno 2012

Celebrato il decennale del gemellaggio Catania-Phoenix con un intenso concerto del Phoenix Children Chorus al Sangiorgi


Celebrato il decennale del gemellaggio Catania-Phoenix con un intenso concerto del Phoenix Children Chorus al Sangiorgi

Il decennale del gemellaggio tra la città di Catania e quella statunitense di Phoenix, in Arizona, è stato degnamente celebrato nella nostra comunità civica con tre concerti svoltisi nei giorni 16-19 giugno. Il primo (gli altri alla stazione aeronavale di Sigonella ed al cortile Platamone) si tenne al teatro Sangiorgi, a cura del "Phoenix Children Chorus", formazione di voci bianche -come si appellavano un tempo, però data la multietnicità della compagine di circa una cinquantina di elementi, si può anche affermare che furono voci multicolori-  nata nel 1983 dalle scuole medie di Phoenix, poi allargatasi alle superiori e che gira il mondo quale 'ambasciatrice' degli Stati Uniti, per cementare anche il legame con le città gemelle. L'associazione catanese "Catania sister cities" ha patrocinato l'evento, a ingresso libero, il quale ha veduto una buona affluenza di pubblico. Bisogna dire che i due direttori del coro, Ron Carpenter e Jacque Marum, svolsero un ottimo lavoro di perferzione e coordinamento: si notava che erano originari dell'altra sponda dell'oceano, per la precisione metodologica e l'acribicità dello studio sotteso. Durante le due ore dello spettacolo, furono eseguiti pezzi in lingua latina, quali Ubi caritas, Ave Maria, Adoramus te, brani da Pierluigi da Palestrina (Sicut Cervus), nonché cori tradizionali americani (Two native American Songs) e celebri melodie tratte da noti films (Hail Holy Queen da Sister Act, Season of Love da Rent). Apertura e chiusura con Arizona, e Why we Sing.  I ragazzi chiassosi all'uscita ed all'ingresso, si trasformavano in perfetti canterini sul palcoscenico, senza quasi nessuna sbavatura fonica: un vero esempio per i nostri conterranei a volte peccatori d'improvvisazione; un laudevole programma includente parti nella bella lingua di Roma antica (e della Chiesa cattolica), dimenticata nella nostra Patria ma non nel nuovo mondo, anzi ivi coltivata con attenzione.
Vero è che la città di Catania è a volte distratta, però codesti appuntamenti, se possono attribuire un merito a chi li organizza, permangono nella memoria come unione di due fenici (simbolo, anche se a molti occulto, di Catania non è solo l'elefante, ma la fenice che svetta dall'alto della porta Ferdinanda, in piazza Palestro, con il rogo dell'immortalità e l'occhio al Duomo, ove riposa la Vergine Agata) le quali entrambi convergono all'unisono, verso il medesimo orizzonte, l'Oriente della luce immortale.
F.Gio

martedì 12 giugno 2012

Santa Messa in lingua latina, Catania 30 giugno 2012 chiesa San Giuseppe al Transito


Chiesa  di San Giuseppe al Transito
P.zza Maravigna (nei pressi del Castello Ursino)~CATANIA


  
S.MESSA IN RITO  ROMANO  ANTICO

 
SABATO    30   GIUGNO   2012
Ore 18,30

venerdì 25 maggio 2012

Sui colori dell'Identita: personale di Maria Tripoli, al palazzo della Cultura di Catania sino al 27 maggio 2012






Sui colori dell'Identita: personale di Maria Tripoli, al palazzo della Cultura di Catania sino al 27 maggio 2012

Abbiamo visitato la mostra di quadri dell'artista Maria Tripoli, in esposizione al palazzo della Cultura (altrimenti detto Platamone, via Vittorio Emanuele 121) a Catania, sino a domenica 27 mattina. Ripensando ai messaggi dei quadri dell'autrice (che nella vita profana è insegnante di Storia dell'Arte), viènci in mente una frase di Oscar Wilde, secondo cui "La verità della metafisica è quella delle maschere". Perché l'esposione di plasticità nei corpi femminili presentati dall'artista in questa personale, che con molta lungimiranza il Comune di Catania ha voluto allestire in un luogo prestigioso, fa pensare alle diverse identità-maschere che si nascondono nell'essere umano, sia esso maschio o femmina. E' un lungo ed appassionante viaggio iniziatico, quello che l'artista suggerisce allo spettatore, d'immergersi cioé nella weltanschauung propria ed escirne, come fenice, del tutto purificati.

Maria Tripoli è anche scrittrice: Arte è, sovente, Letteratura, e nel suggerire il suo ultimo romanzo autobiografico "La casa dell'adolescenza rubata" (Ed.Akkuaria 2012), ha voluto sapientemente unire alcune delle 'maschere' che la donna deve indossare a volte obbligatoriamente e, se ne ha la forza, strapparsi di dosso per mostrare l'autentico volto di Luce, a fronte della spesso barbarica 'civiltà' di ogni tempo, che vuole umiliarne l'immensa libertà.

Sono i simboli dei numerosi dipinti esposti alla mostra di Catania, la quale lascerà certamente un gran segno come altre che sono state e seguiranno, nel percorso artistico intensissimo ed elettrizzante dell'autrice, oramai involatasi nelle dense espressioni dell'essenza che si fa coscienza, e con la materia crea il puro piacere. Non a caso adopriamo codesto termine: l'arte pittorica di Maria Tripoli è erotica, e però di quell'erotismo raffinato il quale, da Catullo a Marziale sino a D'Annunzio ed al nostro conterraneo Ercole Patti, passando per la vivacità appassionata di Domenico Tempio, una donna di acutissima sensibilità sa esprimere molto meglio della possessione dionisiaca ed orgiastica che sovente anima l'uomo. Dònde si combinano veli ed estremi, in un felice connubio estetico che riscuote ammirazione, ed è sostanzialmente inno alla Libertà dell'essere puro. Del resto ben armonizzato con il motto della nostra Catania, città fenice: post fata resurgo, ovvero sono più bella dopo i cattivi giorni. Ed è davvero così per l'artista che vuole inondare di sensualità elegante coloro che alle tele si accostano, rimanendone rapiti.

Come Tommaso Campanella nel "De sensu rerum" vòlle suggerire che la Natura divinamente crea e dona il significato exoterico ad ogni cosa, così le figure femminili di Maria Tripoli escono dalle tele ove predominano colori caldi, mediterranei, brezze marine, per ridisegnare i confini della Tetide, della Atlantide platonica che non è mai tramontata nel cuore dell'artista la quale intuitivamente sa, viene battezzata dalla spuma del mare della terra del rame, ed approda alfine all'Isola dove è fatale il ripartire. Vi è anche, ad onta di momenti esplosivi di passione, sotteso il messaggio mistico nelle 'maschere' femminili di Maria Tripoli: ma solo coloro che hanno intelletto d'Amore e possono senza paura varcare la sacra soglia, lo intendono. Quindi arte per molti, non per tutti, fiamma inestinguibile di un'anima autentica che può, nella sua leonina bellicità, coinvolgere e avvincere tracciando, secondo l'antico adagio, la strada verso l'eternità che non ha confini.

F.Gio

martedì 15 maggio 2012

Santa Messa in Latino, Catania 20 maggio 2012



Chiesa di San Giuseppe al Transito
(P.zza Maravigna, dietro l’Anagrafe Comunale, nei pressi del Castello Ursino)
~CATANIA ~
DOMENICA 20 MAGGIO 2012
ASCENSIONE DI NOSTRO SIGNORE
S.MESSA IN RITOROMANOANTICO
Ore 17,00

sabato 12 maggio 2012

Mostra d'Arte e libro di Maria Tripoli, Catania palazzo della Cultura 19 maggio 2012 ore 18




Palazzo della Cultura Comune di Catania
I colori dell'identità
Personale di Maria Tripoli



Il 19 Maggio 2012 alle ore 18,00 presso i locali della Palazzo della Cultura a Catania, Sala Refettorio, in Via Vittorio Emanuele 121 sarà inaugurata la personale di Maria Tripoli "I colori dell'identità, con l'occasione sarà presentato il libro biografico "

Prof. Sergio Collura, Critico d'Arte

Roman Henry Clarke, Giornalista

Veronica Giusti, Attrice

Alfio Guzzetta, Attore

La vita delle donne, da qualsiasi angolatura la si guardi, ha sempre dei punti in comune. E quando una donna si racconta, diventa la voce universale di tutte le donne.

E' quanto ha fatto Maria Tripoli, prima con le sue opere pittoriche, ed oggi con la sua scrittura amara e cruda che mette in atto per raccontare i suoi drammi esistenziali.

Ma ciò che racconta l'autrice, tramite le tele e la carta, rappresenta a tutto tondo la complessità tematica delle donne ribelli, donne che lottano nella società per affermare la propria cittadinanza del vivere con gli altri; e in tutto questo il modo in cui prevalgono le difficoltà del quotidiano soprattutto nei rapporti con l'universo maschile.
Quella di Maria Tripoli è la voce di una donna che racconta. con un vortice narrativo a tratti poetico e a tratti suggestivo, con le vicissitudini più importanti e significative che hanno segnato inevitabilmente il suo cammino esistenziale.

mercoledì 9 maggio 2012

Riaperta alla collettività la chiesa monumentale di San Nicolò la Rena a Catania




Riaperta alla collettività la chiesa monumentale di San Nicolò la Rena a Catania

Informiamo gli attenti lettori che da una settimana, lo apprendiamo oggi e lo testimoniano le immagini da noi scattate stamane alle 12,50, è riaperta alla pubblica fruizione la chiesa templare monumentale di San Nicolò la Rena, facente parte del complesso monastico ex benedettino dell'acropoli di Catania: visite da lunedì a sabato, dalle 9 alle 13, ingresso gratuito.

Recentemente lamentammo da questo sito il vergognoso protrarsi della chiusura, dopo i finiti lavori di restauro durati almeno due anni: si vede che le pressioni nostre e di altri sono state udite, dappoiché l'Assessorato alla Cultura del Comune (proprietario della chiesa) ha deciso di celermente renderla alla collettività mondiale: infatti le frotte di innumerevoli turisti i quali in questi giorni visitano Catania, vi si sono precipitati. Fra i tesori della chiesa immensa, oltre il coro ligneo, l'altar maggiore, la cupola di Ittar (anch'essa recentemente ristrutturata) e la bella e funzionante meridiana, il Sacrario dei Caduti delle guerre mondiali interno alla sacrestia.

Ora auspichiamo la veloce conclusione dei lavori del tetto, che consentano (ancora è chiuso) di riaprire il camminamento della sommità della chiesa, con la visita alla cupola (si sale per una scala a chiocciola di 120 gradini), nonché il ritorno delle sacre funzioni con la celebrazione della S.Messa, almeno la domenica, specialmente ad opera dei PP.Benedettini, che la officiarono, e fu opera del caro Mons.Bommarito, sino ad anni fa, poiché era, ed è, la loro casa. Ora et labora!

F.Gio

giovedì 3 maggio 2012

"Voci nel deserto", spettacolo Centro Zo Catania, 8 maggio 2012





























Riceviamo dalla cara amica Vera, e volentieri pubblichiamo:

Carissimi,
ho il piacere di invitarvi a partecipare allo spettacolo teatrale che si terrà con ingresso gratuito Martedì 8 maggio alle ore 21, presso Zo Centro Culture Contemporanee.
Si tratta della serata conclusiva della stagione 2011-2012 di “Voci Nel Deserto
Ho assistito con gran interesse alle precedenti due edizioni (peccato che mi sono perse quelle prima) ed è un lavoro interessante che per la maggiore rispecchia gli aspetti dell pensiero del Movimento artistico e di pensiero "Alienismo" fondato da Akkuaria il 12 febbraio scorso a Roma.
Vi aspetto perché insieme possiamo gratificare l'eccellente lavoro di chi ha saputo ripescare dal passato le voci di una saggezza che necessita in tutti i casi di essere riportata a galla a gran forza ed anche perché ritengo sia doveroso dare merito alla classe dei nostri attori catanesi - che come noi - portano avanti la loro passione.
Un motivo in più per solidarizzare con "le Forze Attive" della Città... di una Città che vuole sa dare dignità a chi il proprio lavoro lo fa con la giusta grinta e la superba passione.
Non vi anticipo nulla... ma ci saranno in scena con la regia di Carmela Buffa Calleo, in ordine alfabetico: Anna Aiello, Gabriele Arena, Giovanni Arezzo, Fiorenza Barbagallo, Filippo Brazzaventre, Giuseppe Calaciura, Carmela Buffa Calleo, Cindy Cardillo, Cosimo Coltraro, Gianpaolo Costantino, Raffaella Esposito, Doriana La Fauci, Nellina Laganà, Marta Limoli, Ilenia Maccarrone, Emanuele Puglia, Raniela Ragonese, Silvio Salinari, Daniele Sapio, Giovanni Santangelo, Sabrina Tellico, Massimiliano Vado, Alfio Zappalà.
Io ci sarò... spargete la voce.
a presto
vera ambra

martedì 24 aprile 2012

Santa Messa in Latino, San Giuseppe al Transito, Catania 29 aprile 2012



DOMENICA 29 APRILE 2012
III Domenica dopo Pasqua
e
Festa del Patrocinio di San Giuseppe
S.MESSA IN RITOROMANOANTICO
Ore 17,00

Catania chiesa di San Giuseppe al Transito
piazzetta Maravigna (dietro l'Anagrafe)

venerdì 20 aprile 2012

Poesia d'Amore al Centro Kerè con Vera Ambra, una serata densa di sentimento





Poesia d'Amore al Centro Kerè con Vera Ambra, una serata densa di sentimento

Nei simpatici locali del centro sperimentale Kerè, in via Macherione 21 a Catania, il 19 aprile si è parlato di poesia e d'amore: binomio indissolubile, il quale non poteva non avere come protagonista la donna che negli ultimi vent'anni più di molte altre, ed altri ignoti, si è prodigata per la diffusione del Verbo della poesia e dell'Arte hic et nunc, nella città etnea, nella terra di Sicilia, in Italia e nel mondo, ossia Vera Ambra.

Presentata da Mario Bonica, la serata partecipata dal qualificato pubblico intervenuto, ha registrato le letture di poesie di Mariella Sudano, di Gabriella Rossitto, di Maria Tripoli e di Vera Ambra, alternate dalle canzoni dell'artista Gregorio Lui, accompagnato dalla sua chitarra. Poesia d'amore al femminile, e non poteva essere diversamente, poiché è nell'eterno femminino che si riscontra sempre quel sentimento sublime che è l'anima mundi. E se Mariella Sudano e Gabriella Rossitto, nelle loro singolarità, lo hanno espresso l'una in modo mitopoietico l'altra in forma dialogica, Maria Tripoli, da pittrice quale è affermata da anni, ha inteso sublimarlo con le sue parole dense di sensibilità.

Vera Ambra ha toccato le corde più profonde dell'anima, leggendo la "Lettera al primo amore", nonché l'elogio al compagno sempre fedele ed amico, il gatto, su cui si è esercitata molta letteratura in tutti i tempi. Gradevole anche il siparietto finale a cura di Orazio Costorina. Incontro breve ma intenso in uno spazio nascente che intende aprirsi alla "nouvelle vague" dei palpiti più vivi ed operanti della città dell'elefante, in nome di quell'Amore per la Sapienza, che è il primo motore d'ogni umana, ed anche sovraumana, vicenda. L'Associazione Akkuaria ed il movimento dell'Alienismo appena nato e presentato nella città eterna, di cui vi furono esponenti autorevoli e che vede ancora in Vera Ambra l'entusiasta catalizzatrice, supporteranno senza dubbio le idee che si faranno carne viva, e potranno avere il 'lebensraum' negli scoperti locali, proseguendo il cammino senza fine dell'Amore.

F.Gio

giovedì 19 aprile 2012

Aggiornamenti II parte, Settimana della Cultura a Catania: l'Anfiteatro romano di piazza Stesicoro chiuso... per motivi tecnici...







Aggiornamenti II parte, Settimana della Cultura a Catania: l'Anfiteatro romano di piazza Stesicoro chiuso... per motivi tecnici...

Continuiamo ad aggiornare l'attento lettore sulla situazione dei monumenti a Catania nella corrente settimana della Cultura, indetta dal Ministero: da ieri l'Anfiteatro romano di piazza Stesicoro, insigne monumento facente parte del denominato "Parco archeologico", per ignoti "accertamenti tecnici", risulta chiuso: le foto che qui alleghiamo per documentazione sono state da noi scattate oggi alle 12,44. La scolaresca che si era ivi recata per la visita, è rimasta come si può notare, fuori con somma delusione. C'è da aggiungere che solitamente l'Anfiteatro è aperto, v'è uno o due guardiani, è a ingresso gratuito, e dipende dalla Soprintendenza Regionale ai BB.CC. Non conosciamo i motivi che ne hanno fatto disporre la chiusura, ma colpisce il fatto che questa sia avvenuta proprio durante la tanto strombazzata, proprio dalla Soprintendenza di Catania, Settimana della Cultura, che addirittura ha incrementato l'interesse per l'Anfiteatro col video di cui nelle precedenti note demmo riscontri (http://www.baronedisealand.blogspot.it/2012/04/lodevole-video-in-3d-sullanfiteatro-di.html).

L'augurio è che il monumento patrimonio dell'umanità, possa riaprire al più presto. Nel frattempo, si attende risposta sul quesito di cui alla nostra ultima nota (http://www.baronedisealand.blogspot.it/2012/04/settimana-della-cultura-catania.html): le Terme Achillee ed il sottosuolo di piazza Duomo, sono di proprietà dell'ente pubblico, o di una Fondazione che fa capo al Vaticano?

F.Gio