lunedì 4 novembre 2013

Il murgo a Gioiosa marea (Me), tra storia e letteratura






Il Murgo a Gioiosa, fra storia e narrativa

Nella celebre cena di Trimalchione, descritta con sapiente maestrìa in quel romanzo scintillante che è il Satyricon di Petronio (duemila anni... e non li dimostra, tale è la modernità di codeste opere immortali), l'autore fa entrare in scena uno scheletro, manovrato dallo schiavo, che si muove nelle più strane forme, mentre Trimalchione canta:

Eheu nos miseros, quam totus homuncio nil est!

Sic erimus cuncti, postquam nos auferet Orcus.

Ergo uiuiamus, dum licet esse bene

che in italiano si può tradurre: "poveri noi miseri, che siamo nulla e ci crediamo il tutto! Così tutti finiremo, dopo che cadremo nelle Tenebre. Perciò viviamo, finchè si può stare bene". E' la sensazione indimenticabile che provammo pochi giorni fa a Gioiosa marea, ridente centro del Tirreno siculo e perla della costa nord della nostra amata isola del sole, assaporando il Murgo, una specialità gastronomica tipica locale che è stata associata alla tradizione gioiosana del carnevale, ma che si può gustare tutto l'anno mercè l'arte culinaria dei ristoratori del ridente paese esposto sul promontorio di capo Calavà. L'artefice e creatrice della promozione del piatto che assòmma in sè le tradizioni mediterranee e orientali e arcaiche della Sicilia, fondendole in una miscela armoniosa e poetica, è Giuliana Scaffidi, scrittrice e poliforme operatrice culturale gioiosana, che fra un gòccio di bianco di Piraino (della azienda vinicola Amato, denominato appunto il Murgo) e il sorriso ineffàbile che ella, dal biondo crine, dispensa in modo elegante e garbato come solo le donne dotate di senso artistico san fare, ci spinse con grazia a gustare il piatto. Che è la pasta col nero delle seppie ben nota in tutte le sicule coste: solo che in quel di Gioiosa s'arricchisce delle specialità dei calamari e gamberetti assommati alle seppioline, pinoli e salsa di Pachino, con il tòcco leggero ma incisivo del finocchietto. Il grano isolano, movente millenario della Sicilia qual custode della vita e per cui sovrani e imperatori e dèi guerreggiarono indefinitamente, è il perno del piatto, che Giuliana ha voluto associare all'omonima maschera carnascialesca gioiosana del Murgo, promossa da emigrati i quali nel secondo dopoguerra diedero vita alle manifestazioni tipiche del Carnevale locale. Miscela cromatica, filiazione d'intenti, promozione del luogo, a parer nostro ben riuscita.

E se la donna è artefice suprema, nei millenni, della creazione del cibo e della vita così come le Divinità hanno stabilito sin dal germogliare dei tempi, la Sicilia ha oggi vieppiù necessità di riscoprire l'importanza del parallelo gastronomia-cultura letteraria e tradizione, anche e forse soprattutto attraverso la valorizzazione e la promozione delle realtà locali, come quella di Gioiosa di cui noverammo, condivise con estremo entusiasmo in una comunità viva, giovane, partecipata. Basti dire che l'Associazione culturale che Giuliana Scaffidi presiede si è fatta promotrice del premio letterario Il Murgo, giunto alla seconda edizione, e continua a creare, magmaticamente, iniziative belle e appassionanti. Lei non lo disse, ma noi comprendemmo subito l'animo poetico: infatti Giuliana scrive, e non son di secondaria importanza i suoi "pensieri", che un dì raccoglierà in volume in forma di prosa, come cameo senza tempo di uno stile, intenso e matèrico, oltre la materialità del contingente, che farà onore alla sua comunità e alla sicula terra.

Ebbe ragione Idrisi, geografo mussulmano del XII secolo, concludendo così la sua descrizione dell'Isola: "Non si trova in nessuna parte del mondo, come in Sicilia, maggior numero di paesi e regioni più prosperose". Le stelle del mare di Trinacria, annuiscono in silenzio.

F. Gio.

(Questo articolo è stato pubblicato sul sito che documenta le attività di Gioiosa marea: http://lnx.gioiosani.it/2013/11/01/il-murgo-a-gioiosa-fra-storia-e-narrativa-il-piatto-il-murgo-varca-le-soglie-della-provincia/#.UnearEhd7IV)