venerdì 22 giugno 2012

Abbandonata da anni la porta Ferdinanda o "del fortino"



Abbandonata da anni la porta Ferdinanda o "del fortino"

Quando la città di Catania era governata da coloro che oramai vengono appellati come epigoni del vituperato pentapartito, e da noi partito unico (cioè la Democrazia Cristiana), vero è che specie negli ultimi decenni, imperava la corruzione (specie nel partito di sostegno, che fu il PSI): è anche vero che al timone, sovente, si incontravano amministratori probi, i quali cresciuti con un altro e più sostanziale concetto della vita pubblica, concepivano la politica come servizio alla collettività, non a soli fini di lucro. Non erano tutti, ma una parte consistente: il cittadino sapeva da chi andare, i nomi li rammentiamo ancora. era gente di antico stampo, alla quale se segnalavi un problema, un malfunzionamento di comune servizio, non ponèvasi la dimanda degli ultimi vent'anni, sugli occhi e su le labbra dell'amministrsatore pubblico catanese ("a mìa cchì mmi nni veni, di soldi?"), ma s'adoprava immediatamente poiché riteneva il suo ufizio un dovere, un obbligo etico, essere investito di carica pubblica in nome dei cittadini. Come ben si sa, ad onta dei pur laudevoli sforzi di quanti fanno formazione politica, adesso la musica è altra.
Segnaliamo al riguardo un caso emblematico, pòsto all'attenzione del viandante: la porta Ferdinanda, arco di trionfo eretto nel 1769 in occasione del matriminio di Ferdinando (IV di Napoli e III di Sicilia) con maria Carolina d'Austria: è un monumento caro da oltre due secoli ai catanesi che erroneamente lo appellano 'porta del fortino' (quella autentica è in fondo alla vicina via Sacchero), è opera di quel genio dell'architettura, a parer nostro poco valorizzato, che fu Stefano Ittar Cavaliere di Malta (autore anche della maestosa cupola di San Nicolò la Rena, oltreché del Palazzo Magistrale a La Valletta), in pietra calcarea bianca siracusana e nera lavica dell'Etna. Chiude scenograficamente la via Garibaldi, abbellisce la piazza Palestro ove sorge (piazza tra l'altro risistemata quattro anni fa a cura dell'allora Assessore Orazio D'antoni), e ha diversi pregi anche di ordine esoterico, tra cui la celebre fenice col motto catinense "Melior de cinere surgo" e gli altri, bellissimi, che fanno di Catania (come disse bene il compianto professor Santi Correnti, nostro amico) città sempre rifiorente, ovvero "Litteris armatur, armis decoratur", armata di Lettere per la sua dottrina, decorata di armi della cui violenza non ha bisogno poiché, come Cristo, si difende con la Parola.
Ebbene si sappia che codesto monumento versa in istato di miserevole abandono: a parte l'orologio il quale non funziona da anni, è l'interno che deve essere ristrutturato: la tabella in metallo avverte, anzi avvertiva, che ivi dovrebbe trovarsi un presidio distaccato della Polizia Municipale, fra l'altro utile a sorvegliare la zona. Chiunque vi transiti sotto si rende conto da quanti anni il luogo è desolatamente abbandonato. Sappiamo che nel secondo dopoguerra l'interno, piccoli vani, divenne casa di abitazione di un 'custode' il quale almeno provvedeva alla manutenzione del sito; morto costui, la presenza dei VV.UU: ma da anni nessuno se ne cura. Strafottenza verso gli abitanti del quartiere, che pure 'servono' alla bisogna per le tornate elettorali? Atteggiamento di superiorità verso una zona sì in parte popolare, ma ricchissima di edifici settecenteschi e già nobiliari, ovvero l'autentico nucleo fondativo della antica città? Semplice mancanza di segnalazioni adeguate? Non ci è dato di sapere. Una affermazione tuttavolta possiamo formularla: se ci projettiamo venticinque anni addietro e 'immaginiamo' di andare, da operatori dell'informazione, personalmente dall'Assessore al ramo oppure dal comandante dei Vigili Urbani, avremmo trovato gente garbata, attenta e disponibile ad agire immediatamente, poiché teneva al lustro e decoro della comunità, specie nei quartieri cosiddetti popolari (il cui concetto è molto opinabile ultimamente). Qualcuno può pensare che similmente possa succedere oggi: tenti l'esperienza, non siamo supponenti ma conosciamo, come usa dirsi, quel che basta i nostri 'polli' sino a tratteggiarne gli atteggiamenti. Poiché, inutile negarlo anche ad onta di personali odierne disponibilità, è la forma mentis che è cambiata, politicamente parlando.
Quali rimedi? Tanti ve ne sarebbero, e però nell'attesa dei salvatori della patria civica, l'illustre monumento (il quale ogni anno, la notte del 4 febbrajo, vede innanzi a sè per la gioja dei convenuti, il fercolo della Vergine Agata fermarsi in loco) rimane moribondo, senza cura, senza riattivare il presidio dei Vigili Urbani, senza nessuna manutenzione della parte concernente l'orologio (per gli aspetti architettonici è competente la Soprintendenza, o almeno dovrebbe). Una idea è darlo in 'gestione' a cooperative di giovani del quartiere, i quali -come già accade in altri luoghi della città- se ne prendano amorevolmente cura, e rendano la porta Ferdinanda un simbolo vivo dell'antica a nuova Catania. La gente c'è, l'entusiasmo pure, la disponibilità non manca. Tornasi alfine alla dimanda di sempre: agli amministratori comunali d'oggi, ciò importa? Smuoviamo le acque paludose, in attesa di eventi.
F.Gio
(Le immagini fotografiche sono scattate dall'autore dell'articolo)
Pubblicato su http://www.ilcorrieredicatania.it/?p=788

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