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venerdì 25 maggio 2012
Sui colori dell'Identita: personale di Maria Tripoli, al palazzo della Cultura di Catania sino al 27 maggio 2012
Sui colori dell'Identita: personale di Maria Tripoli, al palazzo della Cultura di Catania sino al 27 maggio 2012
Abbiamo visitato la mostra di quadri dell'artista Maria Tripoli, in esposizione al palazzo della Cultura (altrimenti detto Platamone, via Vittorio Emanuele 121) a Catania, sino a domenica 27 mattina. Ripensando ai messaggi dei quadri dell'autrice (che nella vita profana è insegnante di Storia dell'Arte), viènci in mente una frase di Oscar Wilde, secondo cui "La verità della metafisica è quella delle maschere". Perché l'esposione di plasticità nei corpi femminili presentati dall'artista in questa personale, che con molta lungimiranza il Comune di Catania ha voluto allestire in un luogo prestigioso, fa pensare alle diverse identità-maschere che si nascondono nell'essere umano, sia esso maschio o femmina. E' un lungo ed appassionante viaggio iniziatico, quello che l'artista suggerisce allo spettatore, d'immergersi cioé nella weltanschauung propria ed escirne, come fenice, del tutto purificati.
Maria Tripoli è anche scrittrice: Arte è, sovente, Letteratura, e nel suggerire il suo ultimo romanzo autobiografico "La casa dell'adolescenza rubata" (Ed.Akkuaria 2012), ha voluto sapientemente unire alcune delle 'maschere' che la donna deve indossare a volte obbligatoriamente e, se ne ha la forza, strapparsi di dosso per mostrare l'autentico volto di Luce, a fronte della spesso barbarica 'civiltà' di ogni tempo, che vuole umiliarne l'immensa libertà.
Sono i simboli dei numerosi dipinti esposti alla mostra di Catania, la quale lascerà certamente un gran segno come altre che sono state e seguiranno, nel percorso artistico intensissimo ed elettrizzante dell'autrice, oramai involatasi nelle dense espressioni dell'essenza che si fa coscienza, e con la materia crea il puro piacere. Non a caso adopriamo codesto termine: l'arte pittorica di Maria Tripoli è erotica, e però di quell'erotismo raffinato il quale, da Catullo a Marziale sino a D'Annunzio ed al nostro conterraneo Ercole Patti, passando per la vivacità appassionata di Domenico Tempio, una donna di acutissima sensibilità sa esprimere molto meglio della possessione dionisiaca ed orgiastica che sovente anima l'uomo. Dònde si combinano veli ed estremi, in un felice connubio estetico che riscuote ammirazione, ed è sostanzialmente inno alla Libertà dell'essere puro. Del resto ben armonizzato con il motto della nostra Catania, città fenice: post fata resurgo, ovvero sono più bella dopo i cattivi giorni. Ed è davvero così per l'artista che vuole inondare di sensualità elegante coloro che alle tele si accostano, rimanendone rapiti.
Come Tommaso Campanella nel "De sensu rerum" vòlle suggerire che la Natura divinamente crea e dona il significato exoterico ad ogni cosa, così le figure femminili di Maria Tripoli escono dalle tele ove predominano colori caldi, mediterranei, brezze marine, per ridisegnare i confini della Tetide, della Atlantide platonica che non è mai tramontata nel cuore dell'artista la quale intuitivamente sa, viene battezzata dalla spuma del mare della terra del rame, ed approda alfine all'Isola dove è fatale il ripartire. Vi è anche, ad onta di momenti esplosivi di passione, sotteso il messaggio mistico nelle 'maschere' femminili di Maria Tripoli: ma solo coloro che hanno intelletto d'Amore e possono senza paura varcare la sacra soglia, lo intendono. Quindi arte per molti, non per tutti, fiamma inestinguibile di un'anima autentica che può, nella sua leonina bellicità, coinvolgere e avvincere tracciando, secondo l'antico adagio, la strada verso l'eternità che non ha confini.
F.Gio
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