martedì 15 dicembre 2015

Santa luna e santu suli, spettacolo natalizio con Alfio Patti, Mascalucia e San Gregorio (Ct), 21 e 27 dicembre 2015


Riprendiamo dal blog: https://alfiopatti.wordpress.com/2015/12/14/santa-luna-e-santu-suli-nuvena-di-natali/

SANTA LUNA E SANTU SULI, NUVENA DI NATALI


Il nuovo spettacolo natalizio di Laura De Palma (voce e chitarra) Alfio Patti (voce e chitarra) e Flaminia Castro (mandolino e percussioni).
Dopo Trecastagni, i prossimi appuntamenti sono previsti per giorno 21 dicembre alle ore 18,30 (for 18,45) presso l’Auditorium di Mascalucia,  e per giorno 27 dicembre a San Gregorio, presso l’Auditorium “A.Dalla Chiesa” alle ore 20,30 (for 21). INGRESSO GRATUITO
Dall’annunciazione al pellegrinaggio e alla nascita di Gesù attraverso i canti della tradizione natalizia. Dalla nascita di Dio fattosi uomo, l’influenza della religiosità nei canti e nella poesia siciliana. Durata dello spettacolo un’ora e un quarto.
Santa luna e santu suli

lunedì 14 dicembre 2015

Concerti a San Nicolò la Rena, Catania 16-18 dicembre 2015 ore 20,30





Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

Carissimi amici,
sono lieto di invitare tutti voi ai due eventi musicali che la Rettoria della Chiesa di San Nicola l'Arena vuole offrirvi nell'imminenza del Santo Natale.
Il primo dei concerti sarà per il 16 dicembre alle ore 20,30 organizzato in collaborazione con il Centro di Musica Antica-Fondazione Pietà de Turchini di Napoli che svolge attività di valorizzazione artistica e ricerca del patrimonio musicale.
Emanuele Cardi e Gianfranco Nicoletti
eseguiranno brani per due organi di Arcangelo CorelliJohann Christian Bach, John Stanley,Pedro José BlancoLuigi Cherubini

***
        
Il secondo appuntamento è per il 18 dicembre ore 20,30 con il coro
Imago Vocis

Diretto da Salvatore Rescail coro ci presenterà una serie di brani tra tradizione, storia e modernità nel panorama delle musiche natalizie.
Sono certo che non mancherete a questi nuovi appuntamenti, occasione preziosa per prepararci alle celebrazioni natalizie e per scambiarci cordiali auguri per un sereno e gioioso Natale.
Un caro saluto
Gaetano Zito

Rettore Chiesa di San Nicola l'Arena

lunedì 30 novembre 2015

La morte di Giuseppe Giarrizzo, storico e Maestro: il ricordo di uno dei tanti discepoli






        La morte di Giuseppe Giarrizzo, storico e Maestro: il ricordo di uno dei tanti discepoli

Lo andavamo a trovare periodicamente, nella sua stanza da emerito in fondo al corridojo nord del monastero: oramai in pochi. L'ipocrisìa che si legge nei comunicati sulla morte del maestro e professore Giuseppe Giarrizzo, scomparso a 88 anni, lasciamo cadere come le foglie al vento e come avrebbe fatto lui, con un sorriso volterriano. Eravamo in pochi ultimamente,  ma continuavamo a chiamarlo Preside: e però Preside non lo era più dal 1998, e non c'è più neppure la "nostra" Facoltà di Lettere, dove abbiamo stuidiato e siamo cresciuti, soppressa dalle mutazioni ministeriali con un anonimo dipartimento studi umanistici. Giarrizzo lo storico, il Maestro di intiere generazioni, l'uomo disponibilissimo sempre coi giovani studiosi aventi volontà di apprendere, il socialista del cuore, rapisardiano e deamicisiano, con una inclinazione dolce verso il cristianesimo, se ne è andato all'alba del 28 novembre u.s.. Era nato a Riposto, di famiglia modestissima, nello stesso paesino ridente sul mare etneo in cui nacque l'altro grande storico siciliano, Santi Correnti, scomparso anch'egli qualche anno fa, con cui il nostro ebbe rapporti contrastanti (di Correnti pure fùmmo discepoli).   Entrambi però innamoratissimi della storia mondiale e siciliana in particolare, entrambi allievi di Santo Mazzarino.
Lo avevamo incontrato prima dell'estate con la promessa di rivederci presto, scambiandoci come sempre notizie, conversazioni brillanti sulle ultime novità della ricerca (Tempio e la storiografia siciliana del '700, la Massonera su cui ha scritto un indispensabile e documentatissimo volume, i rapporti Chiesa latomismo tra il XVIII e XIX secolo...). Davamo per acclarato che superasse i 90 anni, anche se ultimamente ci avvertiva: "ricordatevi che ne ho quasi 88, oggi ci sono e domani non so..." Non lo rivedremo più in fondo a quella stanza a pontificare da augusto conoscitore della grande Storia, quella davvero con la "S" majuscola che i giovani d'oggi non possono apprendere, perché di Maestri come lui non ve ne sono più.
L'Università di Catania, a cui ha dedicato oltre cinquanta anni di vita accademica (e trenta da Preside di Lettere), lo ha commemorato come dovuto: siamo stati alla cerimonia laica, il 30 nell'aula Mazzarino dell'ex monastero, presente la salma in momenti di viva commozione tra coloro che gli vollero bene -assenti le ultime generazioni, che non sanno chi fu- : parlarono il Rettore Pignataro, il Sindaco Enzo Bianco, il sodale professor M.Aymard con cui Giarrizzo strinse il legame francese,  l'allievo ed ex preside Jachello: quest'ultimo usò termini molto schietti, affermando di essere stato cooptato da Giarrizzo in Ateneo e dovere a lui tutto se stesso: così dichiarando che il Maestro era anche un cosiddetto "barone", il cui potere tuttavolta derivò dal suo immenso prestigio intellettuale. I funerali religiosi si svolsero nella cattedrale ripostese: ultimamente egli riscoprì la religione antica, anche a causa della perdita dell'amatissima moglie Maria.
Era un unicum per tantissime ragioni, il Preside Giarrizzo: storico notomìsta del "mezzogiorno senza meridionalismo", di lucidissime analisi dell'Europa illuminista e della restaurazione, la cui fama è pressoché mondiale. Per lui essere storico era un impegno civile, che negli anni ottanta del Novecento trasfuse anche in politica. Ma bisogna anche dire che negli ultimi anni, pur presente sempre e attento alla conservazione dell'immenso patrimonio storiografico e documentario della Cultura catanese e siciliana, egli era un sopravvissuto a tempi del tutto diversi dai suoi: che fine farà adesso la Società di Storia Patria per la Sicilia orientale, di cui era il dominus incontrastato? Chi pubblicherà il corposo archivio di documenti anche inediti, tra cui molte lettere del Rapisardi, che egli curava e che ci mostrava a volte con malcelato orgoglio? Chi difenderà il futuro della Biblioteca Civica, cui teneva come le pupille dei suoi occhi, con la veemenza di cui era capace?
Nessuno potrà sostituirlo, nessuno ha oggi l'immensa cultura e la sconfinata erudizione che aveva lui, per cui noi già all'epoca (non era necessario essere per forza del suo corso, si andava ad assistere alle lezioni come se si andasse a sentire Erodoto o Tucidide: infatti pochi rammentano che egli nasce storico classico, per poi specializzarsi nel Settecento europeo) continuavamo a consultarlo come se attingessimo all'Oracolo di Delfi: ed era questo Giarrizzo fino a che la Nera Signora non lo rapisse a tutta la comunità degli studiosi da Oriente a Occidente, un fiume in piena a cui ogni interessato poteva cogliere il più bel fiore, esattamente pari al mòtto dell'Accademia dei Lincei che lo vide suo affiliato.
Non aveva peli sulla lingua, specie negli ultimi tempi, e si esprimeva liberamente con molta chiarezza su diverse tematiche anche di attualità, non lesinando critiche e frecciate anche acute, ma sempre con stile e signorilità da uomo d'altri tempi. La sua disponibilità per la ricerca non venne mai meno: un episodio fra tanti, quando negli anni Novanta avevamo fondato e dirigevamo la rivista letteraria e storica "La Fenice", lui fu tra i collaboratori più prestigiosi, e aderì fraternamente a mostrare il proprio pensiero con grande entusiasmo. Bibliofilo attentissimo, lo ammiravamo già da studenti ginnasiali mentre incedeva sicuro e felpato nelle sale di lettura della Biblioteca Civica, aggregata all'ex Monastero, con grande sicurezza a' tempi della direzione di Maria Salmeri: epoca di grande prestigio per quelle venerande istituzioni.  Fino a quando la sua figura passeggiava tra quelle sale, eravamo tranquilli, era lui l'incarnazione autentica dei vetusti Abati dell'antica reggia spagnolesca, l''aveva fatta riadattare con l'architetto De Carlo in modo simbolico -per chi ha occhi per vedere e orecchie per sentire- e semplice: si deve al suo vaticinio la rinascita di quell'immenso complesso monastico, che quasi talismanicamente "proteggeva" con la silente presenza fisica, da grande iniziato.

Ora che l'eterno Oriente ha circonfuso nel manto delle stelle supreme l'anima del vecchio storico catinense, non potremo più avvalerci dei suoi preziosi suggerimenti e incoraggiamenti anche se ne seguiremo gli insegnamenti, ma siamo certi che dalla Luce divina in cui dimora coi grandi che tanto amava, continuerà a sorriderci còlla sua ironia brillante e razionale. Fraternamente, a rivederci, Preside e Maestro!

        "Amar gli uomini io sento; e chi può mai
        gli uomini amar se troppo in lor s'implica?
        Da lontano io però, dall'alto forse,
        li miro, e sovra il lor capo infelice
        Santi Ideali, il vostro lume invoco"
    M.Rapisardi, epigrammi XI
                                                                                                            Francesco Giordano

Le LL.MM. Vittorio Emanuele III ed Elena ricordati a Catania con una S.Messa solenne a San Camillo






        Le LL.MM. Vittorio Emanuele III ed Elena ricordati a Catania con una S.Messa solenne a San Camillo

Una Santa Messa in suffragio delle anime delle loro Maestà Vittorio Emanuele III Re d'Italia ed Elena del Montenegro, Regina della Carità e Rosa d'Oro della Cristianità, è stata celebrata domenica 29 novembre nella chiesa di San Camillo dei Mercedari ai Crociferi, in via Crociferi in pieno centro storico cittadino a Catania, nel cuore di una strada altamente suggestiva per la storia cittadina (basti pensare che a villa Cerami adiacente, sede della facoltà di giurisprudenza, abitava la Principessa Cerami, dama d'onore di S.M. la Regina).  Alla sacra funzione, organizzata dalle Guardie d'onore alle Reali tombe del Pantheon romano, delegazione di Catania, officiata dal rettore canonico Gianni Romeo nonché dal vicario episcopale della diocesi catanese Mons. Genchi, hanno preso parte numerosi fedeli e persone legate all'ambiente monarchico, che hanno inteso celebrare la memoria degli augusti sovrani di Casa Savoja i quali -come è stato ricordato nelle intenzioni di preghiera-, morti in esilio dopo aver tanto benemeritato della Patria, dal Re Vittorioso alla Regina che con amorevole cura si prestò personalmente a soccorrere, tra gli altri eventi, i terremotati di Messina nel 1908 come i feriti della grande guerra, attendono il giusto ritorno in Patria con il riposo delle loro mortali spoglie al Pantheon di Roma.
Tra i partecipanti alla Messa, l'onorevole avv.Enzo Trantino, già sottosegretario agli Esteri del governo nazionale e storico esponente della Destra monarchica; l'avvocato Giovanni Vanadia delegato catanese degli Ordini dinastici della Real Casa di Savoja; il dott. Filippo Marotta Rizzo, responsabile regionale di Alleanza Monarchica Stella e Corona; il dott. Testoni Blasco delegato SMOM; il dott. Francesco Giordano, segretario del Circolo dell'Informazione di Catania e componente dell'associazione culturale Akkuaria, che il 4 novembre u.s. ha organizzato e tenuto la conferenza in memoria della prima guerra mondiale, nella sagrestia della chiesa di San Camillo. Il barone Beniamino Sorbera de Corbera, a nome della Commenda dell'Ordine di Nostra Signora della Mercede che ha avuto in gestione il tempio, ha voluto ricordare come sia importante celebrare la memoria dei nostri Re, e valorizzare l'importante chiesa di San Camillo che rappresenta fondamentale riferimento per il mondo cattolico, mariano e monarchico della città etnea.
                                                                                                                          ***

martedì 24 novembre 2015

Due articoli sulla conferenza del 4 novembre riguardante la grande guerra, su La Sicilia e Prospettive


Pubblichiamo due articoli, rispettivamente apparsi sul quotidiano La Sicilia del 19 novembre 2015 e sul settimanale diocesano Prospettive del 22 novembre 2015, relativi alla conferenza sulla grande guerra, tenutasi il 4 del mese corrente nella sacrestia della chiesa di San Camillo dei Mercedari ai Crociferi, via Crociferi Catania. Ringraziamo sentitamente l'affettuoso prof.Antonino Blandini, studioso di storia patria e autore degli interventi, per la fedele cronaca dell'evento, nonché i direttori delle testate, per la cortese disponibilità. 




sabato 7 novembre 2015

Celebrata a Catania la Vittoria nella grande guerra con una importante conferenza a San Camillo







                 Celebrata a Catania la Vittoria nella grande guerra con una importante conferenza a San Camillo 

Nella splendida cornice della settecentesca sacrestia della chiesa di San Camillo ai Crociferi, ubicata nella scenografica via omonima, chiesa adesso intitolata ai Mercedari che ne gestiscono l'uso, ospiti -mercè la gentile disponibilità del Barone Sorbera de Corbera-  dell'Ordine dedicato a Nostra Signora della Mercede, si è svolto il 4 novembre l'incontro organizzato dall'Associazione Akkuaria, relativo al ciclo "Le giornate della memoria", dedicato appunto alla prima guerra mondiale, di cui il 4 novembre è giornata fatidica, poichè rammenta la Vittoria in quell'immenso conflitto; essendo anche festa delle Forze Armate e dell'Unità nazionale.
Allietata da pubblico folto e altamente qualificato, la serata si è svolta secondo il più perfetto rito della commemorazione dei nostri gloriosi caduti, in nome dell'Italia emanuelina e di quel popolo che pugnò e morì per la Patria: al suono della Marcia Reale, della Leggenda del Piave e del bollettino della Vittoria (riportato dalla voce del Maresciallo Diaz), i convenuti nel rituale attenti, si aprì la serie di interventi, coordinati dal primo relatore, dott.Francesco Giordano, storico e saggista. Egli ha voluto ricordare alcuni nomi di eroi che fecero la storia di quei tre anni di sofferenza e gloria, da Enrico Toti al generale Cascino, l'eroe della "valanga che sale"; dal Grappa al Carso al Piave ove rifulse la grandezza tragica dei semplici fanti, tutto secondo le ferree leggi di guerra dietro le quali, al comando supremo, stava il Re, Vittorio Emanuele III,  che giustamente venne detto Soldato poiché come umile fantaccino calcò le trincee e rimase al fronte per tutta la durata della guerra, incarnando lo spirito autentico della Nazione: a tal proposito egli lesse la poesia "Per il Re" di D'Annunzio. Così come fu precisato che popoli diversissimi per indole e linguaggi, si trovarono in quella tragica circostanza amalgamati e uniti sotto il glorioso tricolore e nella bigia uniforme di soldati,  scrisse altro combattente poi famoso, Ungaretti, ritrovaronsi quale culla avita, mescendo il pane della unità italiana mai sino ad allora raggiunta, che fu commistione di sangue, Luce oltre la tenebra della perduta Parola. Medesimemente egli volle ricordare il sacrifizio di Carlo Delcroix, grande invalido e fondatore dell'Associazione Mutilati, profondamente cristiano e aedo di quel dolore che non fa perdere mai la speranza, perchè essa si disvela come una catarsi cosmica nel desiderio di vivere anche nelle sventure, se vi è Amore.
Vera Ambra, a cui si deve l'idea delle iniziative commemoranti le guerre, ha parlato a nome dell'Associazione Akkuaria e della omonima casa editrice, della antologia di scritti sul primo conflitto, che è stata presentata di recente a cura della omonima casa editrice, e annunciato che il percorso di recupero della memoria continuerà con altro volume di testimonianze sulla seconda guerra.
Infine il noto oratore, già esponente del partito monarchico, avvocato Nello Pogliese, cassazionista, ha affascinato l'uditorio dispiegando la sua analisi in stile tacitiano non solo sul filo della nostalgia per le testimonianze di prima mano avute dai reduci di quel conflitto, ma anche analizzando con metodologia sociologica le cause che dalla triplice alleanza al passaggio all'Intesa, promossero l'intervento italiano e, inevitabilmente, non mancando di far notare la pochezza del momento storico attuale, a fronte della importanza della Patria italica nella politica estera, specie negli anni tra le due guerre. Egli infine precisò che seppure nostri nemici, gli austro-tedeschi ebbero le loro ragioni per entrare in guerra, e si avventurò nella ricerca delle cause del disastro di Caporetto, cui seguì la gloriosa avanzata del 1918 con la vittoria a Trento e Trieste.
La serata riescì infine a riportare l'attenzione ed i cuori verso un periodo storico solo apparentemente distante, le cui conseguenze tuttavia sono tremendamente attuali e permangono nella coscienza collettiva.
                                                                                                                                F.P.

Qui il video della conferenza su Youtube: https://www.youtube.com/watch?v=TX6GW4VjWyI

venerdì 16 ottobre 2015

Incontro sulla teologia della liberazione, chiesa di Sant'Agata alla fornace, Catania 20 ottobre 2015 ore 17,30




Riceviamo e pubblichiamo:


Concerti a San Nicolò l'Arena, Catania 22 ottobre 2015 ore 20,30





Riceviamo e pubblichiamo:


Concerto in programma per giovedì 22 ottobre alle ore 20,30 presso la chiesa di San Nicola l'Arena, Catania realizzato in collaborazione con il Festival Internazionale del Val di Noto "Magie Barocche"
Il programma prevede musiche di Vivaldi, Handel e Gonelli eseguite dal prestigioso gruppo
Ensemble Pian & Forte
Gabriele Casone, Matteo Frigé tromba
Antonio Frigé organo
Alessandra Gardini soprano

giovedì 8 ottobre 2015

Circolo dell'Informazione di Catania, incontro inaugurale e proiezione del film "Professione reporter" di M.Antonioni, Catania coro di notte ex monastero dei Benedettini, 12 ottobre 2015 ore 16,30


INAUGURAZIONE DEL CIRCOLO DELL’INFORMAZIONE
CON “PROFESSIONE REPORTER” DI ANTONIONI

Il Circolo dell’Informazione di Catania, nato dalla collaborazione di giornalisti e professionisti che operano a Catania, inaugurerà la propria attività e l’anno sociale il 12 ottobre 2015 alle ore 16,30, nella sede del Dipartimento di Scienze umanistiche allocata nell'ex  monastero dei Benedettini, sala del Coro di notte.
L’evento, che prevede la proiezione del film di Michelangelo Antonioni “Professione Reporter” (a 40 anni della sua realizzazione,1975) è organizzato in collaborazione con il dipartimento umanistico dell’Università, ospite il direttore della fotografia Luciano Tovoli che ricorderà Antonioni e la lavorazione del film. L’iniziativa è rivolta anche agli studenti e a tutta la città (accesso libero alla proiezione) ed è introdotta dai professori Fernando Gioviale docente di storia del teatro e dello spettacolo, dal prof. Alessandro De Filippo docente di storie e critica del cinema e dalla giornalista e docente Maria Lombardo.
Il Circolo dell’Informazione e il direttivo del sodalizio saranno presentati dalla presidente, giornalista Anna Maria Agosta. L’associazione vuole essere una presenza nella città, un punto d’incontro sostenuto dai giornalisti e dai cittadini impegnati nei settori della cultura e del sociale, che vogliono rimettere in gioco i valori, la storia e la memoria che hanno caratterizzato la crescita, l’evoluzione ed anche l’involuzione del centro etneo. Si vogliono sensibilizzare in modo attivo le istituzioni e chiunque voglia dare una parte del proprio tempo ed abbia voglia di fare per la rinascita di Catania e non solo. I suggerimenti possono essere segnalati al nostro indirizzo email: circolodellastampact@libero.it , all'interno del sito "Circolo dell'Informazione di Catania", https://sites.google.com/site/circolodellastampadicatania/
  La scelta di inaugurare con “Professione reporter” è indicativa dell’obiettivo dell’associazione di mettere in discussione la figura del giornalista e l’evoluzione del suo ruolo. Il film interpretato da Jack Nicholson e Maria Schneider è legato al periodo della maturità di Antonioni ed è considerato uno dei più belli e misteriosi del regista ferrarese. A 40 anni dalla sua uscita il film resta poco conosciuto perché ha avuto una difficile vicenda distributiva. Pertanto rivedere – per i più giovani, vedere per la prima volta - ”Professione reporter” rappresenta un evento.
Il Circolo dell’Informazione ha in programma una serie di altri  incontri che saranno illustrati dalla presidente e pubblicati sul sito.

Link alla pagina del Sito del Circolo: https://sites.google.com/site/circolodellastampadicatania/home/eventi-e-attivita


mercoledì 7 ottobre 2015

La Sicilia al cinema, San Gregorio di Catania, 16 ottobre - 6 novembre 2015

Riceviamo e volentieri pubblichiamo:


“LA SICILIA AL CINEMA”, Cinema dedicato alla Sicilia. Quattro Venerdì da vedere.
 
Presso l’Auditorium “Carlo Alberto Dalla Chiesa” di San Gregorio di Catania Via Carlo Alberto,6,
si terrà, promossa dall’Associazione Culturale “Radiusu” e patrocinata dall’Assessorato alla Cultura e allo Spettacolo del Comune di San Gregorio, una rassegna cinematografica con performance musicali ed interventi di saggisti e scrittori.
IL PRIMO APPUNTAMENTO VENERDÌ 16 OTTOBRE, ALLE ORE 18,00, CON “IL PREFETTO DI FERRO” con Giuliano Gemma, intervento della DOTT.SSA IOLE DI SIMONE, saggista, esperta in sistemi mafiosi introdurrà il film per spiegare il passaggio dal brigantaggio alla mafia. Quindi ALFIO PATTI, L’AEDO DELL’ETNA, si esibirà con brani siciliani riguardanti l’argomento, infine sarà proiettato il film.
INGRESSO GRATUITO E APERTO A TUTTI
Gli appuntamenti si ripeteranno il 23 e 30 ottobre e il 6 novembre con film che tratteranno diverse tematiche e sfumature della Sicilia.
 
Per tutti e quattro gli incontri si esibirà con cunti e canti, l’Aedo dell’Etna Alfio Patti.

Catania rende omaggio a Giuseppe Mazzini, 23-24 ottobre 2015

Riceviamo e volentieri pubblichiamo:


martedì 29 settembre 2015

Successo del Buk festival dell'editoria a Catania








                      Successo del Buk festival dell'editoria a Catania

Evento importante all'insegna della cultura e del mondo del libro, in una società che più non legge e dove sovente si privilegia la tecnologìa alla "libridine" della carta stampata. Ma finché ci sarà quel brivido in più che consentirà a qualunque essere umano di appartarsi per sfogliare il classico libro, la speranza della Luce non morirà nel mondo e la Saggezza, la Forza e la Bellezza trionferanno nei cuori di ciascuno.
Sintetizziamo così il Buk festival della piccola e media editoria svoltosi a Catania nella corte e nelle sale di palazzo Platamone nella sua II edizione nazionale, dal 18 al 20 settembre u.s., che ha veduto la foltissima presenza di pubblico interessato nonché importanti iniziative culturali.
Tra le quali ci piace segnalare l'inaugurazione, venerdì 18 alle 17: fu presentata la antologìa di scritti sulla Grande Guerra "Alle spalle un cielo plumbeo come addensamento di vapori in maggio" edita da Akkuaria, che ha veduto l'intervento dello studioso e scrittore Francesco Giordano -fra gli autori e collaboratori del volume- , il quale ha voluto ricordare, tra gli eroi che si batterono per l'ideale di una grande Patria comune nel compiere l'impresa che chiudeva il Risorgimento nazionale, la figura fulgida di Carlo Delcroix (rammentato nella antologia con dovizia di particolari), combattente e grande invalido, fondatore dell'Associazione Mutilati e dell'Unione Italiana Ciechi. La guerra 1915-18, ha altresì precisato Giordano, fu vinta per la fermezza dell'umile fante nel contrastare la violenta ferocia del nemico austro-tedesco e non ultimo, per la volontà tenace di Sua Maestà il Re Vittorio Emanuele III che a Peschiera in un momento di gravissima difficoltà per le nostre truppe, seppe difendere l'onore e il valore della Nazione innanzi agli Alleati e finì col conseguire la grandiosa vittoria di Trieste e Trento. Tutto ciò è simboleggiato dalla "medaglia coniata nel bronzo nemico", che è ricordata nel libro, segnacolo di eroismo e di orgoglio che non tramonta.
Domenica 20 vi fu l'evento centrale del Buk festival con la presentazione, molto affollata come tutti gli appuntamenti di Vera Ambra anima delle Edizioni Akkuaria e della omonima associazione, del premio internazionale di Poesia dedicato alla figura di Antonio Corsaro, sacerdote poeta e illustre operatore culturale di rilievo nazionale del secolo XX. Sulla sua figura lo studioso Francesco Giordano, che ne ha brevemente tracciato un ricordo inframmezzato da riminiscenze personali e letterarie, ha da tempo intrapreso opera di ricerca intorno alla importanza della poetica: nel volume antologico si riporta un saggio inedito sulla mariologìa nei versi di Corsaro, e altro sui varii aspetti della visio mundi dell'artista il quale, tra le altre molteplici attività, scrisse nel 1951 il celebre "Inno a Sant'Agata", ancora cantato in tutte le occasioni e festività della Patrona catanese.
Un plauso infine al Comune di Catania che ha messo a disposizione la prestigiosa sede istituzionale dell'ex convento benedettino di palazzo Platamone, che si affaccia sulla strada più bella della città, via Vittorio Emanuele già corso Reale, e alle infinite e vulcaniche iniziative di Vera Ambra e di Akkuaria, che sanno coinvolgere, appassionare e tenere desta la fiamma del Sapere, in un universo ove ciò diviene sempre più difficile.
                                                                                                                                     ***
(Nelle immagini alcuni momenti della manifestazione)

giovedì 10 settembre 2015

Concerti a San Nicolò la Rena, Catania 14 e 15 settembre 2015 ore 20,30




La Rettoria della chiesa monumentale di San Nicolò la Rena ci comunica, e abbiamo il piacere di riportare:

Cari amici,
è per me un particolare onore e piacere invitarvi al terzo ciclo di concerti che segnano la ripresa, dopo la pausa estiva, delle attività nella chiesa di San Nicola l'Arena.
Questo ciclo di concerti è segnato dalla significativa collaborazione con il Festival Internazionale del Val di Noto "Magie Barocche", alla sua quinta edizione e al suo decimo anno di attività.

Vorrei sollecitare la vostra partecipazione per il primo evento di lunedì 14 settembre

L'esaltazione di Mardocheo

Si tratta della riproposizione dell'opera del musicista catanese Giuseppe Geremia, Oratorio sacro scritto in onore dell'abate Hernandez del Monastero di San Nicola l'Arena ed eseguito per la prima volta il 14 settembre 1776 e poi una seconda nel 1780. Da allora, torna a San Nicola, per l'identica data appunto il 14 settembre, giorno in cui i benedettini solennizzavano il "Santo Chiodo".

Il secondo appuntamento è per il 15 settembre

Trattando il mirabile strumento

Il concerto offrirà musiche per uno due e tre organi costituenti quel "mirabile strumento", come scrisse Goethe, che è l'organo di Donato del Piano inaugurato grazie a Magie Barocche nel 2005


Ancora una volta, i concerti sono offerti gratuitamente e inizieranno puntualmente alle ore 20.30.
Vi sono grato per l'attenzione che vorrete prestare al presente invito e per la diffusione che ne farete.

In attesa di incontrarvi, invio un cordiale saluto.

Gaetano Zito
Rettore Chiesa di San Nicola l'Arena
Catania

(nella immagine, il musicista catanese Giuseppe Geremia 1732-1814)

martedì 8 settembre 2015

Akkuaria al Buk festival dell'editoria, Catania palazzo Platamone 18-20 settembre 2015




La seconda edizione del Buk Festival letterario di Catania è sul nastro di partenza e prenderà il via venerdì 18 settembre a partire dalle ore 17.00.
Questi gli appuntamenti con Akkuaria:
VENERDÌ 18 settembre ORE 17.00 – Sala Refettorio
1915-1918 Memorie e testimonianze della Grande Guerra. 
Presentazione dell’antologia “Alle spalle un cielo plumbeo come addensamento di vapori in maggio” Memorie e testimonianze dal fronte.  Interverranno: Vera Ambra, scrittrice, Erberto Accinni, curatore della collana “1915-1945 La storia vista con altri occhi”, Francesco Giordano, giornalista-saggista,  Antonio Bonelli, Società Storica Fiumana – Associazione Akkuaria
DOMENICA 20 SETTEMBRE – Sala Refettorio
Ore 10.30 – Sala Refettorio
8 settembre ’43: Due marinai a confronto e altri fatti di guerra
Due dei tanti italiani coinvolti nella infausta giornata hanno raccontato nei loro diari quanto hanno visto. Uno è il ventenne Emilio Ambra: arruolato di leva e stanziato in forza a Venezia, si trovò a dover scegliere se andare con i fascisti o con i partigiani. L’altro è Federico Accinni, imbarcato sull’incrociatore Attilio Regolo, vide e visse l’affondamento della Corazzata Roma, e la tragedia che ne seguì. 1352 marinai morirono con la loro nave, altri 25 perirono giorni dopo a causa delle ustioni e furono sepolti nel cimitero di Mahon.  – Associazione Akkuaria
Interventi di Vera Ambra ed Erberto Accinni
(In questo intervento faremo una panoramiche sui romanzi che parlano delle due guerre e in questa occasione innestiamo la presentazione del romanzo di Giuliana)
Ore 11.30 – Sala Refettorio
Booktrailer d’Autore 
Proiezione dei bootrailer in concorso al Gold Elephant World – International Film & Music Festival 2015. A seguire, presentazione collettiva degli autori dell’Associazione Akkuaria – Associazione Akkuaria
Ore 12.30 – Sala Refettorio
Cerimonia di Premiazione del Concorso Internazionale di Poesia Antonio Corsaro
Padre Antonio Corsaro era un prete scomodo, saggista e poeta di livello internazionale, che prediligeva gli umili, i poveri ma anche gli artisti e letterati. Morì il 18 agosto 1995. A vent’anni dalla sua scomparsa questo premio internazionale di poesie è a lui dedicato – Associazione Akkuaria 
Intervento critico di Francesco Giordano, giornalista-saggista.

giovedì 3 settembre 2015

lunedì 13 luglio 2015

Alla Grecia è mancata la Paidèia: e la Sicilia non è l'Ellade italiana...





       Alla Grecia è mancata la Paidèia: e la Sicilia non è l'Ellade italiana...

In quell'opera indimenticabile, per chi ha percorso le strade del liceo classico in Italia, che è "l'educazione di Ciro", scritta da Senofonte, uno dei più famosi discepoli di Socrate, è instillato, nell'insieme degli insegnamenti morali, un principio indelebile, che manca ai greci di oggi, in riferimento alla tragica situazione economica in cui si trovano: la paidèia, che in italiano si traduce in 'educazione'. La Paidèia è essenziale ai popoli ma appare chiarissimo che, come l'ha perduta il popolo italiano, l'ha parimenti perduta quello greco. E' vero che un proverbio del paese ellenico dice a proposito degli italiani e greci "una faccia una razza", infatti così è anche nella politica, sia ieri che oggi.
Premessa inderogabile per la comprensione del frangente odierno è tuttavolta la questione razziale, o delle etnìe come si dice adesso con termine meno connotato. Così noi siciliani serbiamo poco o punto del sangue delle stirpi elleniche, corinzie calcidesi e doriche che ci colonizzarono tra l'ottavo e il settimo secolo a.C. specie nella parte orientale, medesimamente la composizione razziale dei greci attuali è turco bizantina, non più ellenica pura, per le vicende politiche e di devastazione dei territori che quelle popolazioni hanno subito negli ultimi due millenni (basti scorrere un semplice atlante storico per rendersene conto: ma evidentemente la storia si dimentica troppo spesso!). Pure nel linguaggio sono cambiati, in Grecia esiste la "khatarèvussa", il linguaggio antico e letterario, e quello moderno e popolare, la "dimotikì".  A dimostrazione di come ha inciso profondamente sulle popolazioni delle isole e del continente sia il periodo bizantino, sia quello turco tataro fino al XIX secolo ed al nuovo nazionalismo (che poi fu un portato delle potenze occidentali, da cui lo stato greco è stato letteralmente "inventato", si pensi a Lord Byron e alla ultima dinastia regnante ellenica).  Per estendere il parallelo alla Sicilia, il linguaggio greco fu corrente nell'isola anche per un secolo dopo la conquista romana (III secolo a.C.), ma già negli anni di Augusto e Tiberio, ovvero di Cristo per scendere fino al martirio di Agata (251  e.v.) le iscrizioni e il linguaggio sono quasi esclusivamente latine: il greco torna in Sicilia nella forma bizantina, dal VI al IX secolo, per poi essere travolto in parte dall'invasione mussulmana e serbato dai monaci basiliani fino alla conquista normanna (XII secolo), con la quale convivranno le tre lingue dell'isola, latino arabo greco, sino a Federico II il tedesco, nella cui epoca e grazie alla koinè creatasi alla corte, nasceva la lingua italiana, della cui genesi ricorda Dante, il primo fiume fu "loquatur sicilianum", la lingua siciliana.  Dal XIV secolo, subito dopo il Vespro, in Sicilia fu fortissima l'immigrazione dalla Spagna che cangiò molto l'etnìa isolana, con presenze catalane castigliane frammiste alle autoctone: il periodo dei Vicerè è la scaturigine della forma mentis siciliana di oggi.
E qui torniamo al dilemma e allo scioglimento di esso: l'accordo che i capi dell'Europa e degli stati hanno letteralmente imposto al governo di Tsipiras è non solo giusto ma necessario, indispensabile: si pensi a un capofamiglia che fa debiti per vent'anni a destra e a sinistra con le banche, non paga nessuno, gli pignorano le case che ha, poi torna dalle banche e chiede nuovi prestiti: come minimo, verrebbe cacciato a calci. I greci, da furbacchioni qual sono ed avendo eletto il più furbacchione sulla piazza a capo del governo, Alexis Tsipiras (un tipo scravattato, con la camicia fuori dai pantaloni: ma chi può dare fiducia, ha scritto bene un economista italiano, nei luoghi che contano delle aristocrazie del denaro, a colui che si presenta con la camicia sbracalata?) credevano di fare lo stesso servizio: ma nè la grande Germania (che è sempre una nazione ammirevole), ne gli altri stati del nord, sono fessi e ben conoscono le astuzie levantine e turchesche e bizantine de' greci (e in parte di molti popoli del sud Europa e mediterranei), per cui l'offesa pseudo orgogliosa dell'inutile referendum del 5 luglio, con cui i greci si espressero per il no alle politiche di austerità della cosiddetta Troika, si è trasformata in un vero boomerang, con conseguenze ben più dure da pagare per loro: e il premier greco ha dovuto cedere su tutta la linea perchè altro non aveva da fare. Una canzone del periodo fascista modulava : "contro Giuda, contro l'oro, sarà il sangue a far la storia", ma la storia col sangue (lo abbiamo visto in Tunisia e in Egitto e in parte lo vediamo in Libia) la fanno i popoli giovani, mentre quello greco (e quello italiano, peggio) son popoli vecchi, anzi psicologicamente vecchissimi, oltrechè etnograficamente: un popolo, quello greco, abituato a vivere di stipendio fisso e con pochi risparmi privati accumulati (mentre v'ha da dire che il popolo italiano ha miliardi di euro di risparmi liquidi in banca e di più come beni immobili) e diciamolo, scialacquatore, che per questo ora si ritrova alla fame: ma non può chiedere come l'esempio di cui sopra, linee di credito all'infinito dopo aver sperperato e non onorato i debiti! Pertanto la linea dura tedesca e del gruppo maggioritario dell'Eurozona è non solo giusta ma anche troppo buona: se non fosse stato per le pressioni degli Stati Uniti dovute alla loro strategia mondiale, nessuno avrebbe speso un centesimo per tenere la Grecia nell'Euro, da cui sarebbe stata cacciata meritatamente. Ce la sorbiremo, mantenendola (come l'Italia ha già fatto e farà, purtroppo: si sa, noi popolo di Fantozzi, "com'è buono lei...").
Infine, è del tutto inesatto il paragone di taluni della situazione della Sicilia a quella greca : lorsignori -che potevano leggere e riflettere prima di sproloquiare- dimenticano che l'elettorato attivo dei siciliani nelle elezioni regionali ultime dell'ottobre 2012 ha de facto sconfessato l'intiera classe politica locale, non andando in maggioranza a votare: si recò infatti alle urne in quel giorno solo il 47% degli aventi diritto, caso mai successo dal 1946, e questo vuol dire che i siciliani sono assolutamente razionali e non intendono più dare mandato, se non nella loro minoranza di privilegiati e interessati ai favoritismi, alle classe politica della Regione. Per cui Roma la commissari o ne sopprima nelle linee guida lo Statuto, frutto di secoli di lotta e derivante dalla Costituzione inglese del 1812, non è scelta che può spettare alla maggioranza del popolo siciliano: se la democrazia è -come è- il governo delle maggioranze, qui siamo guidati da minoranze di minoranze, le cui scelte saranno pure rilevanti ma non politicamente nè eticamente valide.     A differenza dei greci che andarono in massa a votare il 5 luglio "no" alla troika e ora si ritrovano con una serie di provvedimenti che peggio per loro non potrebbe essere, i siciliani nell'ottobre 2012 in maggioranza han detto: no, votate voi minoranza interessata, noi non partecipiamo a questo scempio, abbiamo anche un governo nazionale? Faccia la sua parte!
Non esiste nelle carte dell'Unione Europea, infine, che la Grecia (o qualunque altro popolo) debba essere "mantenuto" a vita dagli altri stati: c'è invece nell'articolo 38 dello Statuto speciale della Regione Siciliana (statuto frutto della guerra civile 1944\46 fra lo Stato e l'Isola) emanato il 15 maggio 1946 regnante S.M. Umberto II di Savoja e parte integrante della Costituzione della Repubblica Italiana che lo accolse nel 1948, un articolo, il 38, il quale dice che "lo Stato verserà alla Regione annualmente una somma a titolo di solidarietà nazionale", da impiegarsi per lavori pubblici: quell'articolo nasce quale risarcimento dei danni che la forzata Unità nazionale fece con la mancanza per molti decenni di infrastrutture logistiche che fiorivano al nord italia (coi proventi dei banchi di Napoli e di Sicilia) ma erano assenti da noi (battaglia combattuta da Andrea Finocchiaro Aprile e la sparuta pattuglia di parlamentari indipendentisti in seno all'assemblea Costituente).   Quindi è lo Stato italiano che deve aiutarci per legge, non l'UE che deve aiutare la Grecia per carte documentate: fin quando esisterà lo Statuto potremo precisarlo a voce alta.
Questo è quanto. Con le parole di un grande fratello nostro e dell'umanità, l'ateniese Platone (nel Liside, 220a): "Sovente diciamo di tenere in gran conto l'oro e l'argento, ma non è esatto: quello che noi teniamo in gran conto è ciò che appare come lo scopo in vista del quale ricerchiamo l'oro e ogni altro strumento".
                                                                                                                        F.Gio

venerdì 12 giugno 2015

Un articolo su "La Sicilia" sulla conferenza tempiana all'Archeoclub di Catania



Il quotidiano "La Sicilia" ha pubblicato martedì 9 giugno c.a., un articolo a firma Maria Rosa Vitaliti, che riporta la cronaca della conferenza su Domenico Tempio tenuta da Francesco Giordano per l'Archeoclub della città dell'elefante.
Lo riportiamo qui, ringraziando la giornalista, il direttore del quotidiano e la prof.ssa Liuzzo dell'Archeoclub, per la cortese attenzione e disponibilità.

lunedì 8 giugno 2015

Corriere di Catania versus Barone di Sealand (...)


  Corriere di Catania versus Barone di Sealand  (...)

Forse qualcuno dei benevoli lettori del blog noterà il cambiamento di nome, da "Barone di Sealand..." a "Il Corriere di Catania...": nulla accade a caso.  Dopo alcuni anni, abbiamo deciso -e senza pensarci troppo su- di modificare l'intestazione del blog, ispirata a una celebre micronazione quale il Principato di Sealand, a cui comunque rimaniamo legati da amicizia e affetto, con il nome della importante testata giornalistica nata a Catania nel 1879, per opera di quel grande uomo politico che fu Giuseppe De Felice Giuffrida. Il 'logo' della testata è quello originale, aggiunto alla immagine dell'augusto Monastero.
Avremmo potuto creare un sito giornalistico come tanti altri (avendone titolo professionale), ma non ci pàrve il caso per tante ragioni. Meglio ricordare liberamente, così, "affinchè gli avvenimenti non si disperdano nella dimenticanza", ci insegnò il primo grande storico, Erodoto di Turi.
 La luce del secolo diciannovesimo a Catania: oltre Vincenzo Bellini, De Roberto, Verga, Capuana, vi erano soprattutto l'Abate Dusmet Vescovo etneo, Mario Rapisardi il Vate della Poesia italica, De Felice il "tribuno" socialista del cuore, con in comune un grande Amore: quello verso i poveri, gli ultimi, i nostri fratelli della città, della Sicilia, dell'Italia, del mondo, che hanno più bisogno. E' lo stesso messaggio di Cristo, l'annunzio regale a Myriam che lo esalta nel Magnificat. La Luce genera la Luce, per un mondo giusto e perfetto, innanzi tutto libero.
Servono altre motivazioni? Satis est, e buona lettura...

La stagione concertistica estiva a San Nicolò la Rena: il concerto della Cappella musicale del Duomo




              La stagione concertistica estiva a San Nicolò la Rena: il concerto della Cappella musicale del Duomo

La chiesa monumentale di San Nicolò la Rena di Catania, fulcro dell'antichissimo monastero dei Benedettini che fu la reggia sacra della città nei secoli dei Vicerè in Sicilia, ha dopo anni di trascuratezza avuto il dono di ottenere una nuova rettorìa, nella persona del sac.prof.Mons. Gaetano Zito, stimatissimo negli ambienti culturali nazionali e locali per le sue doti di storico e responsabile dell'Archivio Diocesano (egli fra l'altro dirige l'Associazione degli archivi ecclesiastici italiana); poiché da anni scriviamo su la valorizzazione e conservazione di tale tempio augusto, non possiamo che gioire perchè la sensibilità dei responsabili, affidò a tale figura meritevole un compito così importante. E il nuovo rettore si è subito messo all'opera : venerdì 5 giugno si inaugurò la stagione concertistica estiva della chiesa -che, per chi non lo sapesse, svolge comunque funzioni religiose- la Cappella musicale dei Duomo di Catania, fondata e diretta dal noto studioso Mons.Nunzio Schilirò, che onora Bronte suo paese natale, ha tenuto un concerto di musica sacra dal titolo "A Cristo per Maria", ove furono svolti diversi brani di argomento mariano ed eucaristico.
L'avvenimento fu gradevole e gradito al numeroso pubblico intervenuto, anche perchè è stato "partecipato" dalla canora voce dell'organo monumentale della chiesa, settecentesco, opera del noto organario Donato Del Piano, restaurato un quindicennio fa dalla ditta Mascioni, e tipicamente liturgico nelle sue espressive sonorità. L'organista, il bravo e valente canonico Giuseppe Maieli, ha dovuto faticare non poco per coordinarsi con il direttore del coro e gli elementi, fisicamente lontani dall'organo poichè assisi sull'altare centrale, ma a dispetto delle difficoltà tecniche il  concerto riescì del tutto positivamente.
Importanti per l'esecuzione e graditi dai presenti, furono il "Salve Regina" scritto dal giovanissimo Bellini nei suoi anni catanesi, prima del volo napolitano ed europeo che lo renderà il Cigno della musica mondiale, nonchè la cantata 147 di Bach e il sensibilissimo "Ave verum" di Mozart, denso di echi arcani. La passione trasfusa da Mons.Schilirò che inserì nel programma alcuni suoi brani -sue sono pure le trascrizioni per coro- coinvolse al fine non solo nei canti in lingua siciliana dedicati alla Madonna (o Maria mmaculata , Ninna nanna ri Maria), seguendo del resto una tradizione millenaria di culto che la nostra gente ha sempre avuto per la Theotokòs (la Sicilia venera in particolare l'Odigitria come Magna Mater e protettrice dell'Isola,  devozione che andrebbe vivificata), ma anche trasportando l'uditorio nella corale cantata, popolarissima, "Dell'Aurora tu sorgi più bella".
Monsignor Zito comunicò infine che gli appuntamenti concertistici, ad ingresso libero, continueranno con il prossimo, 18 giugno alle 20,30, secondo un calendario che sarà comunicato e che noi saremo lieti di diffondere e seguire. Quando la città, pur tra mille e mille eventi ombrosi, vede realizzarsi la catena delle "pietre vive" verso la redenzione dei cuori e dello spirito, la Luce torna, e mai s'arresta specie nella notte.
                                                                                                                        F.G.

Il video dell'evento:


sabato 30 maggio 2015

Il successo della conferenza tempiana di Francesco Giordano alla scuola Pizzigoni di Catania


                Il successo della conferenza tempiana di Francesco Giordano alla scuola Pizzigoni di Catania
"Turpe est in patria vivere et patriam non cognoscere": l'adagio pliniano è stato il motivo dominante della intensa serata all'insegna dell'entusiasmo per la storia catanese e siciliana, sul filone della vita e delle opere di Domenico Tempio, "Poeta nazionale" della Sicilia del Settecento: può così definirsi l'incontro svoltosi il 27 maggio, nel salone del Circolo didattico "G.Pizzigoni" di Catania, organizzato dall'Archeoclub della città etnea diretto con sapiente cura dalla prof.ssa Giusi Liuzzo, che ha avuto per relatore il dott.Francesco Giordano, studioso di storia patria e cultore delle memorie civiche.
Egli ha intrattenuto il folto e qualificato uditorio intorno alla figura del Poeta catanese, per rivalutarne gli aspetti di lirico satireggiante i vizi ed i costumi dei suoi contemporanei e limitare ad una ingiusta pubblicistica gli aspetti pornografici delle poesie erotiche, che se ebbero diffusione dopo la sua morte -quindi senza il consenso dell'autore- servirono all'epoca, circolanti in manoscritti, a "fari a lu seculu prucessi criminali" in senso etico, sferzando le corruttele dell'età illuminista. Inoltre la visio mundi di Tempio poeta civile, è del tutto inquadrabile nell'universo massonico, di cui egli fece parte, concretata a Catania nella Loggia latomistica di Ignazio V Principe di Biscari, il mecenate munifico a cui la città tanto deve, con altre pochissime famiglie, per la ricostruzione post terremoto e dopo le distruzioni laviche, come per la beneficenza e l'apporto delle nuove idee il Vescovo Ventimiglia di Belmonte, anch'egli iniziato alla Frammassoneria e sodale di Tempio, a cui la città etnea tanto deve per le importantissime opere di carità che ne fecero un vero apostolo di Cristo.  La Catania e la Sicilia del Settecento furono all'avanguardia dell'Europa, ben più di quanto le capitali europee lo fossero della Sicilia: se a Parigi, ha precisato il relatore, si scriveva nell'Encyclopedie che Palermo era stata distrutta dal terremoto, cosa mai avvenuta, in Sicilia le riforme illuminate dei Vicerè Caracciolo e Caramanico aprivano le porte della modernità e alla Sicilia si deve il primato della prima Costituzione dell'evo moderno, quella inglese del 1812, scritta dall'abate Balsamo. Questo milieu culturale fu il mondo in cui visse e operò, con le sue indimenticabili favole teocritee e aristofanesche, Domenico Tempio.    Così la liberta di cui il Poeta narrò in una celebre lirica, ancora oggi mèta perfettibile, altro non è che la "religione nei limiti della ragione" che Kant riteneva unica via per la Conoscenza.
Letture di poesie tempiane sono state nell'occasione esposte a cura di Alessandro Pennisi; Vera Ambra editrice di Akkuaria (che ha pubblicato il libro  di F.Giordano "Domenico Tempio cantore della Libertà" nel 2011), ha infine precisato l'impegno che tutte le associazioni culturali debbono avere per coltivare le memorie storiche e perpetuarle nel tempo, nonchè la realtà che l'associazionismo deve fare rete per contrastare la sempre presente ignoranza. La luce dei tempi si dona infatti a chi sa, chi ignora è sempre destinato ad essere la marionetta nelle mani dei potenti di turno, che mai sono teneri con chi si fa guidare.
                                                                                                  ***

Alcune istantanee della manifestazione 
(qui il video: https://www.youtube.com/watch?v=3ky5H5Qhd0Q ):






lunedì 20 aprile 2015

Conferenza su Tempio di F.Giordano : un articolo di A.Blandini su Prospettive


Conferenza su Tempio di F.Giordano : un articolo di A.Blandini su Prospettive

Un articolo intenso e interessante è apparso sul settimanale diocesano catanese Prospettive del 12 aprile, illustrando la conferenza su Tempio e la Catania del secolo XVIII tenuta dallo studioso Francesco Giordano, il 3 marzo u.s., nell'ambito del Viaggio tra le vie dell'Arte, organizzato da Akkuaria edizioni di Vera ambra, nella sede del Museo Emilio Greco, palazzo Gravina Cruyllas. L'articolo, a firma del noto e acribico prof.Antonino Blandini, cultore di storia patria ed esperto di eccelesiastica,  dona la relazione completa dell'evento, come è stile dell'autore e rende lo spirito di ciò che rappresentò il Poeta nell'evo suo. Lo riportiamo, con la pagina del periodico, ringraziando il prof.Blandini per la consueta affettuosità.


Maestro di satira aspra contro il potere
Domenico Tempio e la Catania del secolo dei Lumi

Prospettive - 12 aprile 2015
PRIMOPIANO

La sera di martedì 3 marzo,
una rivisitazione
attenta e puntuale della splendida
Catania settecentesca, dove nacque,
visse, operò e morì il “poeta della
libertà”, Domenico Tempio, è stata
fatta dallo scrittore, saggista e giornalista
dott. Francesco Giordano, autore
del volume “Domenico Tempio,
cantore della Libertà” (edito nel 2011
per i tipi di Akkuaria), durante la dotta
conferenza tenuta al primo piano
del palazzo principesco Gravina-
Cruyllas, sede dei Museo Civici
“Emilio Greco” e “Belliniano” dal
tema “Domenico Tempio e la Catania
del secolo dei Lumi” e promossa dall’Associazione
“Akkuaria” di Vera
Ambra, nell’ambito della XV edizione
del “Viaggio tra le vie dell’Arte”,
col patrocinio del Comune di Catania.
Il nostro illustre, ma dimenticato,
concittadino, “giacobino e rivoluzionario
della letteratura”, mise coraggiosamente
alla berlina i vizi e le falsità
dei suoi contemporanei. Tempio
è stato insuperabile maestro di satira
aspra e fustigatrice contro il potere,
spesso ottuso e ignorante, della corrotta
classe dominante, un attento
osservatore dei suoi concittadini.
Terzo di 7 figli di Giuseppe, commerciante
di legna, e di Apollonia
Arcidiacono, Domenico, detto Micio,
frequentò per alcuni anni il seminario
vescovile, ne uscì a 23 anni nel 1773.
Iscritto alla facoltà di Legge, non riuscì
a laurearsi, ma si dedicò agli studi
umanistici e dei grandi poeti. Tradusse
alcuni classici latini e lesse con
molto interesse Machiavelli e Guicciardini
e alcuni tra i più discussi rappresentanti
della cultura francese.
Gli estremi cronologici della sua vita
oscillano attorno al culto agatino: la
nascita, il 22 agosto 1750, durante le
grandi feste estive della Traslazione
delle reliquie di Sant’Agata e la morte,
il 4 febbraio 1821, mentre l’argentea
vara di Sant’Agata compiva il
trionfale giro esterno della città.
Domenico fu battezzato nella chiesa
sacramentale dei Santi Apostoli
Filippo e Giacomo (come sarebbe
avvenuto anche per Giovanni Verga),
dove sposò Francesca Longo che
morì nel dare alla luce una bambina,
alla quale fece da balia la cameriera
Caterina, in seguito sua fedele compagna
che gli diede un figlio, Pasquale.
Tempio, “poeta nazionale e riformatore”
siciliano, frequentò l’Accademia
dei Palladii e il principesco
Palazzo Biscari alla Marina, salotto
letterario e sede di Loggia massonica
del gran principe mecenate illuminato
Ignazio Paternò Castello di Biscari,
condusse una vita molto ritirata e
modesta. Imparò il francese dall’avvocato
Giovanni Ardizzone, coraggioso
patriota catanese che tanto aveva
sofferto per i suoi ideali politici.
Ottenne una pensione sul Monte di
Pietà Sant’Agata e sulla Mensa
vescovile e un sussidio dal Municipio
per interessamento dei suoi fidati
amici, tra cui diversi insigni accademici
e docenti universitari sacerdoti
della Chiesa di Catania governata da
un insigne vescovo filantropo palermitano,
mons. Salvatore Ventimiglia,
un protagonista innovatore e colto
della “rivoluzione culturale” di Catania:
Francesco Ferrara, Giovanni Sardo,
Domenico Gagliano, Francesco
Strano, illustri e colti esponenti dell’Intellighenzia
cittadina che potevano
accedere alla ricca e preziosa
biblioteca privata del Ventimiglia da
lui donata all’Università con l’obbligo
della consultazione pubblica e
gratuita e che oggi costituisce la
“Biblioteca Ventimilliana”. La cultura
catanese fu costretta a misurarsi
con le problematiche europee del
Giansenismo e dell’Illuminismo, con
i modelli muratoriani del “buon
gusto” e della “regolata devozione”
Gli amici di Micio erano legati da
vincoli di collaborazione e di amicizia
ai frequentatori del “piccolo
giardino del Tempio” per ragionar
di filosofia e di letteratura.
Morto all’età di 71 anni, Tempio fu
sepolto nella chiesa dei confratelli
dell’arciconfraternita “San Giovanni
Battista”, alla quale era stata
aggregata la “confraternità del
Monte di Pietà” sotto il titolo degli
Onorati Azzolini che avevano il
caritatevole ufficio di assistere i
condannati a morte per decapitazione,
nella strada Ferdinandea, già
San Filippo ed oggi Garibaldi,
distrutta dal bombardamento aereo
dei “Liberators” statunitensi scortati
dalla Caccia britannica il martedì
11 maggio 1943, fino ad allora
chiesa capitolare del Sovrano Militare
Ordine di Malta. La tomba del
poeta è così scomparsa tra le macerie.
Tempio, attraverso un percorso iniziatico
e framassonico, con sorprendente
e coraggioso realismo detestò
la crassa ignoranza popolare causa di
ogni male, la malvagità, la miseria
umana e l’ipocrisia perbenista della
società apparentemente puritana del
suo tempo ma ha avuto la sfortuna,
solo dopo 60 anni dalla morte, di
essere a lungo censurato e considerato
ingiustamente poeta “pornografico
ed erotico” a causa delle poesie
“licenziose” che non furono mai fine
a se stesse e che egli non volle pubblicare.
La rivalutazione critica del
poeta è avvenuta nel secondo dopoguerra
del Novecento.
Insieme al palermitano Giovanni
Meli, Tempio è considerato il più
grande poeta siciliano, autore di quel
capolavoro pubblicato postumo chiamato
“La Carestia”, anticlericale ma
non immorale e agnostico. Le sue
opere furono pubblicate nel 1814
dalla tipografia dell’Università
(stamperia di li Regi Studj) di cui era
gran cancelliere il vescovo.
Nella seconda parte dell’interessante
incontro culturale, è intervenuto lo
scrittore Tino La Vecchia che ha trattato
di “Catania e i suoi letterati”
focalizzando in particolare l’attenzione
sul Vate Mario Rapisardi, il
leggendario avversario di Carducci e
di Verga, e sul noto autore della
“Centona” Nino Martoglio, scrittori
che operarono attivamente, in campi
artistici ben definiti, nel vivace agone
culturale cittadino tra Ottocento e
Novecento.
Lo studioso ha concluso il denso
excursus letterario leggendo una bellissima
poesia del celebre commediografo
e regista “Nica”, in cui
emerge la ricorrente casistica dell’amore
svanito: l’inganno, la passione,
il tradimento, la vendetta.
Blanc