giovedì 28 luglio 2016

Il mezzosoprano Roberta Celano vince il 4° concorso internazionale di bel canto Simone Alaimo come ruolo e voce rossiniana







   Il mezzosoprano Roberta Celano vince il 4° concorso internazionale di bel canto Simone Alaimo come ruolo e voce rossiniana

Concluso in bellezza con una serata all'insegna della tradizione belcantistica europea, il 4° concorso internazionale "Bel Canto - Simone Alaimo", promosso come da qualche anno, dal celebre basso baritono siciliano, che ha calcato i palcoscenici del mondo in ruoli importanti dell'opera lirica mondiale e con la manifestazione svoltasi a Linguaglossa, sull'erta dell'etneo vulcano, intende promuovere e valorizzare i giovani talenti della lirica.
Nella due giorni tra il 25 ed il 27 luglio c.a., nei locali del convento Casa San Tommaso, i partecipanti hanno dato prova di degno virtuosismo, ma la palma della vittoria è andata, come primo premio, al bravo baritono giapponese Yusuke Ito (che ha eseguito Bellini), al tenore napoletano Carmine Riccio (che ha eseguito Rossini) e alla ventiseienne Roberta Celano di Catania, mezzosoprano dalla notevole estensione, che si è aggiudicata non solo il primo premio assoluto ma anche il premio speciale dedicato alla memoria di Santella Massimino (la cui famiglia ha voluto contribuire per celebrarne il ricordo) in quanto "voce rossiniana". La giovine e bellissima fanciulla, dal nutrito curriculum e già interprete mozartiana (con venature simboliche per chi sa...) , rossiniana, belliniana e di romanze da camera di Tosti,  ha eseguito nella serata finale "una voce poco fa", celeberrima aria dal Barbiere, e la difficile canzone del velo "nel giardin del bello" dal Don Carlos di Giuseppe Verdi,  con notevole plauso del pubblico e dando lustro all'operistica della Patria nostra.
La Celano infatti avrà il ruolo principale di Rosina nell'opera "il barbiere di Siviglia" di Gioacchino Rossini, che con la regìa di Simone Alaimo sarà allestita nella corte di Casa San Tommaso a Linguaglossa il 4 ed il 6 agosto sera, con orchestra e coro del Teatro Bellini di Catania, alternata con "L'elisir d'amore" di Gaetano Donizetti sempre diretta da Alaimo e col supporto delle maestranze del teatro catanese, ove si esibiranno gli altri vincitori del concorso.
Allieva del notissimo soprano Daniela Schillaci, voce stellare e sinuosa la quale in molte parti del mondo si esibisce con grande successo e organizza anche masterclass, collaborata dal pianista di fama internazionale Gaetano Costa (che ha accompagnato gli allievi e dirigerà l'orchestra), virtuoso della tastiera e già direttore del coro del Bellini, Roberta Celano, giovine astro del firmamento lirico catinense, al suo terzo trionfo rossiniano (dopo la parte di Zulma nell'Italiana in Algeri e la Petite Messe solennelle) è avviata, a detta dei competenti, verso un grande futuro di interprete di ruoli di notevole intensità vocale e scenica.
                                                                                                     F.G.



venerdì 22 luglio 2016

Gli elementi primordiali nella pittura di Carmen Arena: una mostra a Taormina






          Gli elementi primordiali nella pittura di Carmen Arena: una mostra a Taormina

Empedocle, il grandissimo filosofo e scienziato siciliano, afferma in uno dei suoi frammenti: "Orsù, per prima cosa ti parlerò dei principi del sole e dell'etere da cui vennero in luce tutte le cose che ora vediamo, la terra e il mare impetuoso, e l'umida aria, Titano ed etere che tutto abbraccia nel cerchio". Con questo pensiero, dappoiché è in forma circolare che si presentò racchiusa, abbiamo visitato la personale di opere pittoriche di Carmen Arena, artista misterbianchese a tutto tondo ma di respiro internazionale, ospitata nella ex chiesa del Carmine incastonata nello scenario fantasmagorico di Taormina, la perla del Mediterraneo (16-23 luglio c.a.).
Sulle molteplici attività di Carmen Arena, artista senza se e senza ma, instancabile organizzatrice di eventi culturali impegnati e partecipatissimi (dal premio Essenza Donna alle Chimere e Aquile d'Argento, con grande concorso di personalità mondiali), restauratrice di chiese (imponente il lavoro in quella dei Minoritelli di Catania e la pulitura recente dell'altare di S.Nicola la Rena) nonché Guardia d'Onore alle Reali Tombe del Pantheon della delegazione di Catania,  non è qui il luogo di intrattenersi, basterà al curioso scorrere le pagine che il web le dedica, dopo anni di attività ininterrotta: ci si soffermerà sulla sua opera di "pittrice tattile", come potremmo appellarla, empedoclèa nello spirito e nel messaggio.  Nel filosofo di Akragas i quattro elementi si muovono e creano l'Universo per forza di Amore, nelle tele di Carmen viene suggerito, in tale esposizione taorminese che riscosse un vasto successo di pubblico, la triade aria-fuoco-acqua, laddove la Terra è da lei stessa rappresentata, al centro dello scenario. Carmen non dimentica mai la insularità di origine e il vulcano che diede forma al Tutto: l'Etna è presente infatti, sullo sfondo o direttamente.
Il contrasto fortissimo e a volte impressionante dei colori, che si stagliano sulle tele, olii che documentano una forte e densa personalità, combattiva e irruente, testimoniano delle vene sgorganti di energìa che inondano lo spettatore, fino a renderlo partecipe del dramma cosmico che si vuole suggerire, attraverso gli elementi che parlano all'occhio, in una circolarità antioraria la quale è, invero, l'autentico percorso del sole: così il carro di Iperione infatti va al galoppo verso il tramonto, sorge come il sacro scarabeo della trasmutazione al mattino e rientra nelle effimere tenebre. V'ha un quadro che è a nostro avviso ambivalente, la luce che fuga le tenebre o anche le tenebre che resistono al trionfo incessante della luce giallo-oro, nel ricordo del parto sacro dell'alba: può questo sintetizzarsi in musica? Forse, ci provarono due menti illuminate, Francesco Paolo Tosti musicando, Gabriele D'Annunzio in versi, con la romanza "l'alba separa dalla luce l'ombra".  Leggendo il percorso in ambito cristiano, dato che la volta di un già tempio del Messìa ospita la personale, dalle albe del Battista al Monte delle purificazioni l'Alfa e l'Omega del Sòter tracciano la via mistica di colui che è immerso nella redenzione dell'acqua, novello battesimo del risorto.
Nel messaggio dei quadri perfettamente opera del palmo della mano di Carmen Arena, sussiste una valenza del tutto cosmica, che può anche andare oltre la stessa volontà dell'autrice: allorquando si innescano forze talmente possenti, e gli elementi lo sono, il viaggio iniziatico è grave ma purificante. Non si sa se potrà concludersi con il disvelamento dell'arcana arcanorum ma, in un percorso tradizionale noto a chi, in Occidente come in Oriente, vede nella mutazione e nel perfezionamento i confini di ciò che non è perchè essi sono illìmiti, si può tentare:  "satis est potuisse videri" avrebbe detto Virgilio in una celebre ecloga, vi basti pensare di aver potuto effettuare il viaggio misterioso.
In questi mondi arcani e fantastici, trasporta l'opera pittorica di Carmen Arena, con i messaggi degli elementi primordiali. L'artista, pittore poeta scrittore, è un tedoforo della Luce: egli come il mèsso, l'angelo divino, annuncia: poscia per chi sa comprendere, il messaggio verrà. Per concludere, sempre con un frammento di Empedocle, "in questo modo, per volontà della sorte, tutte le cose hanno avuto ragione".
                                                                                                                F.Gio

venerdì 8 luglio 2016

Restaurato l'altare maggiore della Chiesa di S.Nicolò la Rena di Catania





  Restaurato l'altare maggiore della Chiesa di S.Nicolò la Rena di Catania

Quando l'Abate Hernandez del Monastero immenso dei PP.Benedettini di Catania celebrava su l'altar maggiore della chiesa che corona il gran complesso, s'immergeva nell'estasi iniziatica, che non facevagli mai dimenticare l'umiltà cristiana con cui, nella carestìa di fine XVIII secolo, arrivò persino a voler pignorare i vasi sacri aurei, pur di sfamare la popolazione catanese distrutta dalla fame, di cui il Tempio cantò in un celebre poema; e quando l'Abate Corvaja riceveva il fanciullo col nonno Tobia, forse già guardava oltre il terso cielo di Catania, dall'azzurreggiante cupola del Maestro Stefano Ittar che la innalzava nel 1780, alle ali che avvolgevano il Cigno Bellini verso la gloria e, ahinoi, verso la precoce morte, fiore sì presto estinto.
Così non può che salutarsi come opera meritoria, voluta dalla grande disponibilità di quell'uomo di cultura che è Monsignor Gaetano Zito, anima nobile della Diocesi etnea e, tra gli altri incarichi, rettore della Chiesa di San Nicolò l'Arena (o San Nicola la Rena, entrambi le dizioni, vetuste, sono valide), la spolveratura e la pulitura dell'altar maggiore che nei primi giorni di luglio è stata svelata al mondo, con il novello risplendere della foglia d'oro, a cura della presidente dell'Accademia di Arte Etrusca Carmen Arena, collaborata dalla socia Katia Marchese. L'opera notevole di gomito e di grande cura e prestigio di Carmen Arena (che è anche Guardia d'Onore alle Reali Tombe del Pantheon della Delegazione di Catania) ha riportato a novella vita gli intarsi dell'altare, tra cui spiccano il turibolo, il lavabo, la pisside e il calice nel registro superiore, e in quello inferiore i simboli dei quattro Evangelisti, con la superba aquila del magico San Giovanni.
L'Accademia d'Arte Etrusca fra l'altro ha già provveduto al restauro della chiesa dei Minoritelli nel 2008; e anche in questo caso si è trattato di restauro conservativo, senza nessuna modifica modernista. L'opera di Carmen Arena è tra l'altro apprezzata dal noto studioso di storia sacra prof.Antonino Blandini.
Opera codesta, assolutamente gratuita, dono degli artefici alla città e alla cultura, che si inserisce nel solco delle imprese di alcuni a pro della conoscenza delle tradizioni e delle ricchezze della storia patria: ricordiamo per esempio, che nella sala Guttadauro delle Biblioteche riunite "Civica e U.Recupero", ex benedettina (diretta dalla dott.ssa Rita Carbonaro), a maggio c.a. si è provveduto alla spolveratura e valorizzazione dei busti delle Loro Maestà Umberto I e Vittorio Emanuele III (a cura della Guardia d'Onore dott.Francesco Giordano e della Delegazione INGORTP di Catania), impreziositi dalla visita il 15 maggio di SAR il Principe di Piemonte e Venezia Emanuele Filiberto di Savoja.
Dalle immagini si nota la particolare attenzione con cui Carmen Arena e Katia Marchese hanno intrapreso la meritoria azione di restauro dell'altare: auspichiamo che il loro impegno a favore di quel tempio immenso, che oggi ospita concerti di musica sacra in ossequio alla tradizione prestigiosa del luogo, continui e si accresca. Catania merita tanto amore nella Luce del Sapere e della Scienza, Litteris Armatur, Armis decoratur. Ad majora!
                                                                                                            F.G.