martedì 6 ottobre 2009

Si autotassino i consiglieri comunali di Catania


Proposte per il risanamento etico di Catania


Se quattrocentoventi mila Euro per i poveri vi sembran pochi…


La auto tassazione dei consiglieri comunali e presidenti di quartiere donerebbe quel forte segnale di riscatto morale
Di cui la città ha urgente bisogno – L’opposizione in Consiglio inizi a dare il buon esempio -


Una recente notizia impressiona i reggitori dei pubblici comuni (d’oltre oceano): l’amministrazione comunale di Chicago, tra le massime città degli USA e dove ha svolto tutta la carriera politica l’attuale Presidente Obama, ha dichiarato il fallimento, non come da noi tecnico, ma reale, stante lì una legge che impedisce ai Comuni –come agli Stati federali- di indebitarsi colle banche per risanare il bilancio: donde le proteste di alcune centinaja di dipendenti comunali, a cui in queste settimane è decurtato lo stipendio, come la sospensione, nei giorni scorsi, di tutti i servizi sanitarii comunali, onde risparmiare, così il rimborso dei giorni di ferie ai dipendenti.
Stiano tranquilli i panciafichisti della nostra Catania, qui le leggi nazionali consentono ai comuni, in primis al nostro in dissesto finanziario (anche se il Sindaco Stancanelli assicura questo sia ‘rientrato’ tecnicamente… allo stato dei fatti, guardando intorno la situazione dei servizi pubblici, non risulta affatto…!) di continuare a contrarre debiti colle banche, le quali si fanno garanti, con le proprietà immobiliari che l’amministrazione etnea possiede, del debito pubblico. Però qui è il caso di insistere sulla scia del nostro precedente articolo, ove denunziammo la vergogna della indegnità degli alti stipendi dei consiglieri comunali, nonché la volontà di diminuirli secondo un ddl presentato alla Regione da parte della attuale giunta. Nessun segnale, come si scriveva, da Catania ridotta al disastro sociale –basti osservare la situazione davvero spaventosa dell’AMT, la cui azienda di intera proprietà del Comune, se ha cambiato da luglio il proprio direttore, il quale non potrà far altro, se vi riuscirà, di ‘traghettarla’ verso la privatizzazione entro dicembre pena il commissariamento, immette ogni giorno nel traffico poco più che un centinajo di vetture, a fronte delle trecento esistenti, sol per la mancanza dei fondi che consentano alla officina meccanica di acquisire i ricambi necessari alla manutenzione dell’esistente- e vessata, da parte dei cittadini, dall’aumento spropositato ed illegale delle tasse ‘di base’ (come la TARSU, in media decuplicata per una abitazione di 90mq, dal 2006 al 2008), senza un adeguato corrispettivo in termini di funzionamento delle strutture comuni, quali pubblici giardini (l’abbandono della Villa Bellini, la cui ristrutturazione e riapertura il Sindaco, in una delle sue promesse da marinajo, aveva previsto per l’estate; come egli stesso aveva affermato l’abbattimento del ponte del tondo Giorni per metà agosto, prima della ripresa delle scuole…) e centri di divulgazione culturale (si è dovuti giungere, per l’antica e storica Biblioteca Civica ai Benedettini, all’atto di pignoramento da parte dei dipendenti in pensione che non hanno ricevuto la liquidazione, per costringere il Sindaco a provvedere per tempo: mentre l’attuale direttrice, sacrificandosi per il bene pubblico, da oltre un anno non riceve la diaria mensile…). Una città allo sfacelo e sotto gli occhi di tutti se pure il glorioso arenile della Plaja, si legge nelle lettere di protesta dei cittadini ai giornali locali, si mostra sporco e carico di inquinamento solido, non imputabile altresì ai gestori dei lidi ma alle navi che scaricano i loro lerci contenuti in mare, sfregiando una delle poche zone che sino a breve tempo addietro costituiva degna presentazione della città.
E se impunemente le turiste come le donne anziane vengono scippate e malmenate in vie cittadine, oltre la solerzia del nuovo Prefetto che mette in strada tutte le disponibili risorse onde fronteggiare la deriva, urgono segnali evidentissimi di stampo morale, che non siano solo simbolici ma reali, al fine di determinare quella inversione di tendenza collettiva la quale pònga le premesse per la rinascita di Catania, nella solidarietà. Ciò è condiviso da tutti, appunto: ma nessuno si muove.
Inizino dunque i politicanti locali a dare il buon esempio. Principalmente la cosiddetta opposizione (poiché sulla attuale maggioranza, degna erede ed in molti casi continuatrice con le stesse persone, di quella precedente che ci ha portato alla rovina dopo molte fallaci speranze, non v’ha da invocar granché). La proposta che ufficialmente formuliamo, più volte in varie forme qui reiterata ma adesso con chiare forme resa esplicita, è la seguente: sappiamo che i ‘capi’ della attuale opposizione in Consiglio Comunale a Catania sono il Senatore Enzo Bianco, già Ministro degli Interni, e l’ex eurodeputato Nello Musumeci, già Presidente della Provincia: due persone che conosciamo e stimiamo da anni, pertanto sappiamo non svolgere attività politica a fini di lucro né per ambizioni proprie, ovvero per amore grande verso la nostra città (pure essendo entrambi, come l’attuale Sindaco, ‘adottati’ perché di origini provinciali): dìano costoro per primi il buon esempio, tassando la propria retribuzione mensile di consiglieri (la quale, come documentammo nel precedente articolo, è di 3000 Euro per chi svolge solo quella attività, e 1500 euro per chi dichiara di avere altre mansioni) di 500 euro al mese, nonché costringendo politicamente sia i propri consiglieri (il che è alla stregua di un ordine…) che quelli della maggioranza, a fare altrettanto: per un anno solamente. Stessa autotassazione per i Presidenti dei consigli di quartiere, che son dieci. Il conto, stile servetta del monte, è presto compiuto: sessanta consiglieri più dieci presidenti di quartiere, per cinquecento euro ciascuno frutterebbero alle casse comunali, in un anno di autotassazione, ben 420 mila euro (vogliamo includere il Sindaco, tra gli autotassati…?) Questa cifra è certo modesta, in paragone alla voragine finanziaria del Comune: epperò può essere impiegata per uno scopo socialmente utile, da scegliere secondo referendum fra tutti i cittadini (perché le varie associazioni pseudo culturali facenti capo ai varii politicanti, non si impegnano così ?) in accordo armonico. Un esempio veloce: tale cifra ‘sfamerebbe’ letteralmente, con un assegno ad hoc di 233 euro circa, precisamente 150 famiglie o soggetti catanesi in situazioni di reale, e non fittizia, indigenza, al mese per un anno: si paragonino i 750 euro al giorno (!!!…) riscossi dall’attuale direttore generale del Comune, nominato appunto con delibera (visibile su Internet) del Sindaco…
E’ certamente un simbolo, un segnale importante: già a Macerata i consiglieri ed il Sindaco, dal mese di gennaio, si sono decurtati lo ‘stipendio’ mensile (ripugna usare codesto termine, per persone che svolgono attività molto comode e poco impegnative specie dal punto di vista materiale, a fronte dei molti lavoratori a rischio licenziamento, abbondanti in città…), seppure in modo ridotto, del dieci per cento. Catania ha assolutamente bisogno di una spinta più forte, più possente, più decisiva. E’ una città, ripetono molti, tornata in parte nell’immobilismo di un tempo: in gran parte fallita (i dati della Confcommercio locale denunziano la continua chiusura di esercizi commerciali medio piccoli, a fronte dell’espansione degli ipermercati) nel suo mito di centro di commerci e minuterie, sopravvive grazie alla struttura pubblica nazionale ed alle ricchezze accumulate negli ultimi trenta anni, da chi ha saputo investirle. Questa l’ufficialità: la realtà sommersa, che tutti vedono e nessuno denunzia, nàrra senza parole di fiumi di droga, di prostituzione invadente, di usura strisciante e vergognosa; di studentesse dedite al mercimonio onde poter vivere nel lusso, di truffe a cielo aperto di grandi e piccoli soggetti, nella indifferenza, troppo spesso, di chi dovrebbe reprimere e lo fa solo quando strettamente necessario o per dovere di immagine. Come se ci fossero, ci si consenta l’ipotesi da romanzo, ‘ordini precisi’ allo scopo di procurare l’affondamento di una corazzata corrosa ed un tempo ben imbastita.
Dunque si dòni un forte segnale, magari nel modo qui proposto, attraverso l’auto tassazione di una notevole somma da parte delle diarie dei consiglieri comunali, e la si destini, scegliendo magari un responsabile religioso o laico, al di sopra di ogni sospetto, ai poveri, ai bisognosi, ai deboli che in città non mancano. La solidarietà concreta, gnostica atea o cristiana che la si voglia appellare, è questa solamente. Il rimanente, lo si lasci galleggiare, con disdoro, nelle fòsse del torrente Acquicella.


Bar.Sea.



(pubblicato su Sicilia Sera n°321 del 4 ottobre 2009)