mercoledì 10 febbraio 2010

Pannelli solari in Sicilia: un bene per il popolo?


A breve partirà in Sicilia la produzione industriale


Pannelli solari, nell’isola la più grande fabbrica: quali benefici per i siciliani ?


Oltre a soddisfare le necessità dell’uso fotovoltaico verso le nazioni mediterranee, il governo
Regionale sia determinato ad imporne la diffusione fra la nostra gente -
 
Con la firma, nei primi giorni di gennaio, ad Agrate del protocollo che prevede la nascita a Catania della più grande fabbrica di pannelli fotovoltaici in Italia, una delle più grandi d’Europa, siglato dall’italiana Enel Green Power, dalla giapponese Sharp e dalla svizzera StMicroelectronics, il quale prevede che la produzione della fabbrica catanese, operativa dall’inizio del 2011, sarà destinata a soddisfare i mercati del solare della cosiddetta regione "Emea", Europa, Medio Oriente ed Africa, si è certamente raggiunto un importante obiettivo per lo sviluppo della economia siciliana. Non a caso il Presidente della Regione On. Lombardo ha dichiarato: "Il governo ha seguito fin dal suo nascere questo importante progetto, assicurando tutto il supporto necessario alla realizzazione dell’iniziativa.La Sicilia, regione baricentrica nel Mediterraneo è il luogo ideale per la realizzazione di questo tipo di impianti energetici, potendo usufruire di condizioni climatiche e ambientali particolarmente favorevoli e di tecnici specializzati nella lavorazione del silicio". Sarà stata anche l’iniziativa personale del fondatore e capo del MPA, movimento federale che propugna una diretta gestione autonoma dell’Isola, in consonanza con quanto avviene in altre regioni d’Europa e del mondo, a ‘spingere’ per la realizzazione del progetto: in ogni caso, la produzione di pannelli solari ‘made in Sicily’ ha un notevole significato politico.
Che tuttavia sia il risultato limitato solo a questo ambito, cioè non possa appieno soddisfare le esigenze inderogabili di una popolazione, quella sicula, di oltre cinque milioni di abitanti, la quale –caso assai raro nel panorama meteorologico mondiale- gode del benefizio del Sole dieci mesi su dodici l’anno, lo si verificherà nei prossimi anni. Come si sa, dalla svolta di Natale del 2009, allorché il nostro Presidente (è in ogni caso improprio storicamente, anche se usuale, appellarlo governatore) regionale ha impresso un indirizzo nuovo alla compagine governativa, abbiamo deciso di dàrgli ampia credibilità come e più che nel passato. Questa fiducia da lui personalmente riscossa da parte di gran parte dei siciliani, deve essere certamente guadagnata ogni dì palmo per palmo –secondo una espressione agreste cara alle nostre tradizioni-, poiché come la storia insegna, i siciliani non donano mai nulla a gratis. Pertanto produrre le cellule silicee destinate alla componentistica solare è perfettamente giusto nel nostro territorio, ove codesta opera non solo soddisfi i mercati mediterranei, ma in primis sia venduta a prezzi concorrenziali (qui sta il potere della Regione che può imporsi ai privati proprietari della fabbrica, ovvero imponendo ampi sgravi fiscali) in Sicilia, assicurando la copertura, almeno nel prossimo decennio, del cinquanta per cento degli impianti elettrici privati, di conseguenza abbattendo i costi del fabbisogno di energia petrolifera e realizzando in tal modo una autentica, concreta indipendenza dalle fonti di approvigionamento oggi in uso. E’ tale, grandissima, la sfida che Raffaele Lombardo ed il suo governo possono e a nostro parere, debbono affrontare e vincere.
Senza dimenticare gli altri ‘concorrenti’. Nelle scorse settimane infatti in quel di Caltanissetta ai confini con la provincia di Agrigento, l’imprenditore siculo Moncada (detto il ‘re’ dell’eolico) ha inaugurato una fabbrica di pannelli solari: l’evento ha veduto la presenza del Presidente della Camera Fini e dei suoi accoliti. Sono entrambe, quelle descritte, iniziative private, naturalmente supportate dalla politica, ma che private rimangono. Qualora non vi sia un riscontro positivo per il popolo siciliano, lo ribadiamo, in termini innanzi tutto di costi (quindi imporre o quanto meno ‘consigliare’ un prezzo abbordabile per gli impianti ed i pannelli); poi pretendere che essi , come già sperimentato (da ricercatori italiani a proposito della cosiddetta ‘bicicletta solare’ in America), siano di misura tale da poter essere esposti o appesi persino nei balconi delle abitazioni in condominio (i quali agglomerati abitativi, nelle città in specie, sono come è noto sovente refrattari ad adottare soluzioni tali), collegandoli alle caldaie di riscaldamento quale primo utilizzo per poi passare al fabbisogno almeno parziale di elettricità nel singolo appartamento, naturalmente tali risultati ottenibili in qualche anno (ma non decenni, riscontrato che le sperimentazioni avanzate già da qualche tempo si sono effettuate): qualora tali fossero i termini del progetto, lo si dovrebbe non solo pubblicizzare ampiamente, ma anche accogliere, e sarebbe senza dubbio alcuno accolto dalla maggioranza dei siciliani, con giubilo ed entusiasmo. Sempre con la massima trasparenza e chiarezza, senza ‘intrallazzi’ di nessun genere e senza ammiccamenti e zone grigie, di cui bisogna, e se ne è intravveduta da parte del governo regionale la volontà, spazzar via l’orizzonte.
Inutile qui prospettare quel che nelle nostre condizioni climatiche o strategico-politiche farebbero l’Islanda o la Scozia, due stati sovrani o semi sovrani che hanno ben altre logiche e diversa struttura caratteriale dei siciliani: stando con i piedi in terra, senza mai obliare la lezione del Gattopardo ("vengono ad insegnarci l’educazione, ma non ci riusciranno, perché noi siamo dèi!…"), il governo regionale e codesti investitori privati, ma fermamente spronati dalla politica con il pugno di ferro ed il guanto di velluto, possono finalmente dar l’inizio a quella stagione di risanamento che la nostra gente da troppo tempo aspetta, mentre continua l’esodo verso altri lidi dei nostri giovani, ed i vecchi assistono silenti al tramonto delle proprie comunità. Il futuro della Sicilia è nel sole, ma sovratutto nelle mani operose di quei siciliani che la nostra terra desiderano far risorgere e prosperare. I politici regionali, ben remunerati attraverso le nostre tasse, dimostrino di esser degni del loro ruolo. Non avremo rimpianto invano le spese che per i loro appannaggi mensili dobbiamo affrontare, qualora, sapientemente guidati, mettano a frutto positivamente i ruoli che hanno avuto in temporaneo affidamento, dalla sovranità popolare.
 
Barone di Sealand


(pubblicato su Sicilia Sera n°325 del 7 febbrajo 2010)

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