mercoledì 30 marzo 2011

Invito all'Operetta al Teatro Don Bosco di Catania, regia di Tino Pasqualino



Al teatro Don Bosco di viale Rapisardi

Operetta e risate col Gruppo d’Arte Sicilia Teatro

Brillante spettacolo che nell’ambito della stagione teatrale ha riproposto un genere noto- Funzione sociale a cui gli artisti di Pasqualino sono attenti -


  La XX stagione teatrale del Gruppo d’Arte Sicilia Teatro, che da qualche tempo ha sede al Teatro Don Bosco di Catania (viale M.Rapisardi 54), compagnìa diretta da quel mago creativo che è Tino Pasqualino, ha nel proprio repertorio l’usanza, assai bene accolta dal fedele e numerosissimo pubblico di abbonati e frequentatori, dei fuori abbonamento: nei giorni scorsi, l’ultimo di questi è stato "Invito all’Operetta", una antologia di brani celeberrimi di codesto particolare genere, che ha veduto impegnato per oltre due ore il palcoscenico del suddetto teatro, con numerosi ed alternati quadri. I protagonisti della serata (i cantanti Angela Curiale, Alfio Marletta Valori, Santina Calì, Toti Sapienza; gli attori Turi Killer, Gaetano Di Benedetto, Filippo Russo, Tony Pasqua, i musicisti Giovanni Radino, Antonio Capizzi, Gianluca Timpanaro, presentatrice Lucia Debora Chiaia), hanno speso le loro migliori energie, onde intrattenere il pubblico folto che ha gremito la sala, attraverso un vero excursus storico dai primordi del genere operettistico, ossia la fine del XIX secolo, agli anni venti del XX. Alternando quadri di opere notissime, da "La duchessa del bal Tabarin" a "Cincillà" al "Paese dei campanelli", a scenette comiche, sì è voluto da parte di Pasqualino, che è anche il regista, dare un aspetto leggero alla rappresentazione, che se è sempre "una scommessa", come egli ama precisare, in tal caso, come in altri, è stata ampiamente apprezzata dai presenti. Da sottolineare, oltre le doti vocali buone dei cantanti, la bravura dei comici ed in particolare dell’esilarante, a tratti strabordante, comicità di Turi Killer, qui esibitosi nelle consuete ed intramontabili sue barzellette, che oramai han fatto scuola, come tutto il personaggio ed il genere. E se, come affermava Sir Ralph Richardson, "l’arte di un attore consiste nell’evitare al pubblico di tossire", si è mostrato in codesto appuntamento come non già la tosse, ma la desta attenzione del pubblico sia stata calamitata dal memorare canti noti, che suscitano emozioni e ricordi. Appunto, il ricordo: notammo che il 97 per cento del pubblico, era composto da ultrasessantacinquenni: quella età in cui prevale l’intensa nostalgia per il mondo che fu, inevitabile del resto, e spègnesi –tranne rari casi- ogni desiderio di novità, di trasgressione, di ebbrezza. Ciò non vuol dire che i nostri maggiori, i seniores come dicevano i Latini, non abbiano della vitalità, ed anche molta: nel XXI secolo ciò è dimostrato non solo dalla scienza che per fortuna aiuta e parecchio, ma anche dalla presenza densa nei teatri, e precipuamente l’assiduità e l’affetto verso il Gruppo d’Arte Sicilia Teatro. Ciò dimostra la funzione anche prettamente sociale del lavoro artistico svolto dalla compagnìa di Pasqualino: riempire cioè quel ‘vuoto’, se ci si consente il termine, che lo spengimento lento ma inesorabile dovuto alle vicende della vita, dell’età, non riesce ad arrestarsi che nel crogiolo della memoria; mentre, secondo J.Richter, i "vecchi sono fanciulli che crescono all’indietro", ed alla loro immagine si perdona molto. Così i versi di Buttitta sugli emigranti, letti dal giovane e promettente Tony Pasqua, avviato dal papà sulla via dell’arte con auspicabile successo, han vellicato anni. per i presenti. lontani di umiliazioni ed orgoglio della sicilianità –aspetto a cui la compagnìa con giustezza, molto tiene- , mentre l’indulgere nei brani operettistici dei protagonisti, ha permesso la massima partecipazione, anche corale, del pubblico, in un modo che ha consentito ai presenti, quasi un gioco illusionistico, l’unione tra palcoscenico e platea. In ciò ed anche nella professionalità di antico artigiano, di coloro formatisi nel solco della tradizione attenta ai tempi, sta la bravura di Tino Pasqualino e dei suoi compagni d’arte. Purtroppo l’operetta, già tramontata perché finita l’epoca sua, è destinata alla ‘morte artistica’ definitiva, allorquando, non più interessato il pubblico dei giovani che altro prediligono (del resto, l’azzurro della vitalità, e ribadiamo tranne eccezioni, non appartiene a coloro che amano indulgere nel ricordo, ma a coloro che scelgono la via della novità, della sperimentazione), quello dei seniores sarà trasportato in altri mondi: ed allora solo l’Iperuranio potrà udire, forse, l’eco dei canti tanto cari ai nostri primevi. La XX rassegna al Don Bosco continua a febbraio con Miseria e Nobiltà, l’uno due e tre aprile con Hilton Hotel, ed il 27\28\29 maggio con Commedianti; il divertimento, con il Gruppo d’Arte Sicilia Teatro, nell’ambito della visione suddetta, è senza dubbio garantito.

Francesco GiordanoCorsivo

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