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lunedì 16 aprile 2012
Intensa "Belisa" di Garcia Lorca alla sala Magma a cura dell'associazione Terreforti
Intensa "Belisa" di Garcia Lorca alla sala Magma a cura dell'associazione Terreforti
A cura della associazione culturale Terreforti, per la regìa di Roman Henry Clarke, presso la piccola ma raccolta sala Magma, sita in via Adua 3 a Catania, si è tenuto nei giorni scorsi l'intenso atto unico "Belisa, da Amor de don Perlimplin con Belisa en su Jardin", opera nota di Federico Garcia Lorca, che qui ha veduto una edizione in prima mondiale, se è vero che la sua interpretazione è stata data in lingua -si badi bene, lingua e non dialetto!- siciliana, attraverso la versione di Giuseppe Coniglione. Uno spettacolo breve e altamente significativo, che denota ancora oggi con grande incisività la condizione femminile nella sua interezza, e può essere letto sia in quanto ribellione al convenzionalismo imperante nella tradizionale società dei popoli mediterranei (la giovane donna sposata all'uomo quasi anziano, che sfoga la sua sessualità con coetanei amanti...), sia in quanto critica psicologica e macerata alla figura della donna tout court, facendola passare per quasi prostituta quindi puro istinto, poiché non bisogna dimenticare che il Lorca fu omosessuale e tormentato da codesta inclinazione, non ultima causa del suo omicidio.
Tra i sei protagonisti della versione catanese di Belisa spicca Alfio Guzzetta, che ha una solida storia nel campo teatrale, il quale con acutezza ha interpretato il ruolo del marito consapevolmente tradito Don Perlimplinu: bravi anche gli altri interpreti Palmira Russo (Marcolfa), Veronica Giusti (Belisa), Maria Tripoli (madre di Belisa) al suo esordio teatrale per cui la si può pubblicamente elogiare dopo le avventure felici nel campo della letteratura e dell'arte, Vera Di Gregorio (primo Elfo), Agata Furnari (secondo Elfo). La regià ha volutamente incentrato l'opera sulla originalità del contenuto volendo rappresentarla in modo affatto contemporaneo e come sempre legandolo alla realtà del territorio siciliano, spazio di ricerca non solo di Roman Clarke (il quale da bravo giornalista dirige pure l'agile mensile "Catania è...") ma anche della associazione Terreforti, a cui rivolgiamo un meritato plauso, per aver riportato l'attenzione su temi e argomenti troppo spesso dimenticati. Anche il luogo pur raccolto ma di non recente storia (lo rammentiamo più di vent'anni fa per una serata di poesia con Sebastiano Addamo) ha il suo significato, ed il pubblico si può sentire compartecipe della vicenda, la quale nel caso specifico fu introdotta da un giovane attore-aedo, che lesse alcune celebri poesie del Lorca. Catania si conferma città movimentata e vivacissima nell'arte e nella originalità delle iniziative, anche da codesti voli risorgenti.
F.Gio
Nella immagine: quadro di Maria Tripoli
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Le tue parole attente e fedeli ai voli "risorgenti" di una Catania sensibile motore dell'arte e della cultura, danno la giusta via per proseguire all'insegna di un rinnovato "RINASCIMENTO" sull'onda di un autentico ALIENISMO... Maria Tripoli
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