martedì 26 aprile 2011

Misteri dei nuovi cassonetti dell'immondizia a Catania



I nuovi contenitori nelle strade


Cassonetti difficili da aprire ed incendiati, i veri motivi


Mentre l’amministrazione comunale si vanta dei raccoglitori dei rifiuti, essi sono disagevoli
Per i molti anziani e c’è chi li brucia –Meno arroganza e più umiltà -
 
Abbiamo nelle settimane scorse assistito, dopo tanta batteria pubblicitaria, alla manifestazione nelle vie civiche, dei rinnovati cassonetti per la raccolta dei rifiuti: sono nuovi, apparentemente più ‘belli’, se tale termine si può usare, dei precedenti. La giunta del Sindaco Stancanelli, con assessori da lui nominati e non eletti dal popolo, quindi espressione della volontà esclusiva del primo cittadino ed a lui solo facenti riferimento, ne mena vanto. Speriamo che sia il capo dell’amministrazione municipale che i solerti assessori, in primis quello all’Ambiente, il dottor Torrisi Claudio, come noi cittadini abbiano l’abitudine di depositare personalmente il sacchetto dei rifiuti, all’interno del raccoglitore.
Si renderanno così senza mediazione alcuna conto delle oggettive difficoltà, diciamo pure tecnico-logistiche, della apparentemente semplice operazione. Almeno la metà dei catanesi è come si sa, costituita da persone anziane o di mezza età, non tutte in perfetta salute (escludiamo i più giovani e ‘pigri’): l’apertura del cassonetto è praticabile premendo con forza più che intensa, l’apposito pedale in basso al centro. E’ uno sforzo notevole per chi ha problemi di deambulazione, fisici di vario genere: i responsabili degli uffici referenti, a questo punto ne siamo convinti, neppure alla lontana han preso in considerazione il problema del cittadino anziano (o pigro) il quale non ha la forza, oppure deve applicarsi a rischio di farsi del male, onde premere il pedale per l’apertura del coperchio del cassonetto. Risultato: come si evince dalla immagine fotografica qui riprodotta (via Teatro greco angolo della Palma: la porta che si vede è quella d’emergenza dell’ex monastero sede delle facoltà umanistiche; e per cronaca si aggiunge che negli ultimi giorni, il cassonetto in foto è misteriosamente scomparso…), i cittadini preferiscono depositare i sacchetti al di fuori del contenitore difficile e disagevole da aprire.
Ma i misteri, se così vogliamo (trattandosi della città di Catania, la quale uno spirito non arguto un giorno definì, convinto di insultare invece che formulare un complimento, "la città di Pippo Pernacchia", riferimento al compianto personaggio civico, non si può che ironizzare… non troppo tuttavia) dei nuovi cassonetti qui non s’arrestano. Se si fa attenzione, mentre nei precedenti vi era la scritta "proprietà del comune di Catania", in questi appare la seguente: "proprietà IPI". Cosa significa? Il bello è che nei comunicati dell’Ufficio Stampa di palazzo comunale -citiamo quello del 21 marzo u.s.- i cassonetti vengono definiti "di proprietà comunale". Insomma, di chi sono? Di una società privata, o dei cittadini? Sicuramente questi ultimi, cioè noi, paghiamo.
Il comunicato anzidetto deplora giustamente i continui incendi di questi nuovi cassonetti, che di recente in città si susseguono. Dichiara il Sindaco: "mi addolora ammetterlo ma ancora continua ad esistere una parte di cittadini che non ama la propria città… un danno notevole per le casse comunali"… e l’assessore Torrisi aggiunge: "Tutto questo mi lascia perplesso. Non riesco a capire il motivo di tale folle gesto che frena il lavoro messo in atto dall’Amministrazione per migliorare la pulizia nella nostra città". Cerchiamo di comprendere: con la premessa che se è assolutamente necessario condannare e non giustificare codesti gesti esecrabili e pericolosi, ed anzi sanzionare pesantemente i colpevoli, ove colti in fragrante reato, le cause non stanno sempre da una parte o dall’altra. Fa impressione che l’uomo Stancanelli, il quale non molti mesi fa ad alcuni operai che reclamavano i propri diritti cercando di manifestare all’interno del Municipio, rispondeva "non voglio occupazioni in casa mia!", al che con assoluto realismo un operaio ribattévagli che il Municipio "è casa nostra", ovvero di tutti i catanesi (ed egli catanese non lo è né di nascita né di residenza), affermi che i catanesi non amano la città: certo non la idolatrano coloro che incendiano i cassonetti, ma…. E se fosse ‘colpa’ del pedale impossibile o quasi da usare, della difficoltà di apertura del contenitore? E se i motivi, come questo , fossero più banali e semplici, invece di trovare sempre arzigogoli e agitare fantasmi che non esistono?
Siamo molto male governati, dal giardino Bellini lasciato al disastro ed alla incuria, alle piccole cose (per non cennàre al bilancio comunale). Se come nel caso dei nuovi cassonetti, si usasse il criterio del raziocinio e dell’umiltà di passeggiare (ed affermiamo passeggiare fisicamente non in metafora, senza auto blu…) tra la gente comportandosi come questa, e non l’arroganza e la superbia, i problemi piccoli o grandi troverebbero una soluzione agevole. E si eviterebbero anche gesti che se nulla hanno del civile, trovano sempre una, accettabile o meno, raziocinante motivazione.
Bar.Sea.


Nella foto: Il cassonetto e l'immondizia in via teatro greco angolo della palma



(Pubblicato su Sicilia Sera n° 338 del 24 aprile 2011)

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