Voluta con decreto dal Ministero dell’Ambiente
Giornata della Bicicletta, a Catania adesione parziale
Vasta area del centro chiusa al traffico automobilistico e dedicata ai ciclisti, ma
pochi velocipedi si son visti – Ripetere ogni domenica la chiusura del centro-
Fra le attività dell’attuale governo nazionale, meritevoli di plauso (non molte a nostro avviso: ma nocesse est l’obiettività) è la Giornata Nazionale della Bicicletta, istituita da poco con decreto dal Ministero dell’Ambiente, anche al fine di adeguarsi alle direttive di legge della Comunità Europea. In questo ambito, lo scorso 9 maggio anche nella nostra Catania, avendo l’amministrazione comunale aderito, si è svolta la manifestazione, concretizzatasi nella chiusura di quasi tutto il perimetro urbano del centro della città (una vasta aera che va dal porto ai viali Regina Margherita e XX settembre, dalle vie Ventimiglia a via Plebiscito, inglobando le arterie massime di via Vittorio Emanuele, da Sardo alla Statua, e Garibaldi) al traffico veicolare- esclusi i movimenti dei residenti- nella prima parte della domenica, onde consentire il transito dei velocipedi.
Da queste colonne scriviamo già da molto tempo a favore dell’uso ragionato, consapevole e felice della bicicletta, la quale a nostro avviso, siccome avviene nelle grandi città del nord Italia ed Europa, andrebbe sempre più usata e destinata a sostituire l’oramai insopportabile uso smodato della automobile. Pertanto non si può che plaudire a qualunque iniziativa, come codesta, che –anche se sporadicamente- restituisce il centro di una città notoriamente caotica e preda dell’automobilismo selvaggio, come Catania, a quella che adesso usa appellarsi (con terminologia stravagante) ‘mobilità sostenibile’, ed è invero voglia di libertà e di correttezza, negli spostamenti in centro, con l’uso nobile del velocipede. Pertanto abbiamo personalmente partecipato all’evento, in sella alla nostra "vecchia" ed azzurregiante macchina a due ruote Touring della gloriosa fabbrica Bianchi. Cronaca, pertanto, di prima mano, dalle 10,30 alle 12 circa.
Fu, ad onta degli strombazzamenti dell’amministrazione comunale etnea, una partecipazione assaj parziale, quella dei catanesi in bicicletta, alla giornata al biciclo appositamente dedicata. Avrà avuto successo al nord: ma la mentalità del catanese, ancora del tutto refrattaria all’uso intelligente della bici, complice una bella giornata di sole e di caldo, ha preferito le località marine o di montagna: e coloro i quali scesero in centro affollavano i marciapiedi, mentre in via Etnea, nelle vie Vittorio Emanuele, Teatro Massimo, ed adiacenti (per non parlare delle strade secondarie) numeràmmo circa e non più, dozzina oscillante o meno, una cinquantina o sessantina, ad esser larghi nel novero, di ciclisti che si aggiravano nel deserto, di autoveicoli, centro storico, i cui ingressi erano presidiati da transenne vigilate dalla Polizia Municipale.
pochi velocipedi si son visti – Ripetere ogni domenica la chiusura del centro-
Fra le attività dell’attuale governo nazionale, meritevoli di plauso (non molte a nostro avviso: ma nocesse est l’obiettività) è la Giornata Nazionale della Bicicletta, istituita da poco con decreto dal Ministero dell’Ambiente, anche al fine di adeguarsi alle direttive di legge della Comunità Europea. In questo ambito, lo scorso 9 maggio anche nella nostra Catania, avendo l’amministrazione comunale aderito, si è svolta la manifestazione, concretizzatasi nella chiusura di quasi tutto il perimetro urbano del centro della città (una vasta aera che va dal porto ai viali Regina Margherita e XX settembre, dalle vie Ventimiglia a via Plebiscito, inglobando le arterie massime di via Vittorio Emanuele, da Sardo alla Statua, e Garibaldi) al traffico veicolare- esclusi i movimenti dei residenti- nella prima parte della domenica, onde consentire il transito dei velocipedi.
Da queste colonne scriviamo già da molto tempo a favore dell’uso ragionato, consapevole e felice della bicicletta, la quale a nostro avviso, siccome avviene nelle grandi città del nord Italia ed Europa, andrebbe sempre più usata e destinata a sostituire l’oramai insopportabile uso smodato della automobile. Pertanto non si può che plaudire a qualunque iniziativa, come codesta, che –anche se sporadicamente- restituisce il centro di una città notoriamente caotica e preda dell’automobilismo selvaggio, come Catania, a quella che adesso usa appellarsi (con terminologia stravagante) ‘mobilità sostenibile’, ed è invero voglia di libertà e di correttezza, negli spostamenti in centro, con l’uso nobile del velocipede. Pertanto abbiamo personalmente partecipato all’evento, in sella alla nostra "vecchia" ed azzurregiante macchina a due ruote Touring della gloriosa fabbrica Bianchi. Cronaca, pertanto, di prima mano, dalle 10,30 alle 12 circa.
Fu, ad onta degli strombazzamenti dell’amministrazione comunale etnea, una partecipazione assaj parziale, quella dei catanesi in bicicletta, alla giornata al biciclo appositamente dedicata. Avrà avuto successo al nord: ma la mentalità del catanese, ancora del tutto refrattaria all’uso intelligente della bici, complice una bella giornata di sole e di caldo, ha preferito le località marine o di montagna: e coloro i quali scesero in centro affollavano i marciapiedi, mentre in via Etnea, nelle vie Vittorio Emanuele, Teatro Massimo, ed adiacenti (per non parlare delle strade secondarie) numeràmmo circa e non più, dozzina oscillante o meno, una cinquantina o sessantina, ad esser larghi nel novero, di ciclisti che si aggiravano nel deserto, di autoveicoli, centro storico, i cui ingressi erano presidiati da transenne vigilate dalla Polizia Municipale.
Fece infatti, a noi del resto cònsci della situazione, un certo effetto vedere le vie Santa Maddalena, piazza Dante o di San Nicola –tanto per citare delle strade normalmente invase da decine di automobili, con il conseguente inquinamento atmosferico ed acustico che ciò comporta ogni dì- giojosamente libere da auto ma anche affatto deserte, laddove proprio in virtù dell’invito delle autorità, avrebbero dovuto esser prese d’assalto da tòrme di ciclisti. Gli è che anche la diffusione dell’evento, pure avvenuta attraverso il quotidiano locale e le TV, non si dotò di manifesti che informassero quanti non usufruiscono delle informazioni attraverso i mezzi anzidetti: e del resto anche il Comune, attraverso il punto informativo istituito in piazza Università, vi fece una a nostro avviso grama figura. Infatti ivi stazionava l'allora Assessore all’Ambiente Scalia (con una fiammante veste sportiva da ciclista d’occasione…) sfoderando lo scilinguàgnolo che gli è consueto, stigmatizzato per l’assenza di concretezza proprio quel giorno, in una lettera assai eloquente pubblicata dal quotidiano locale riguardo il nulla di fatto delle intenzioni annunziate nei cosiddetti ‘stati generali della città’, svoltisi mesi fa, a proposito del miglioramento della qualità della vita rispetto alla mobilità, in centro. Già adusi alle chiacchiere, sovente infruttuose, dei nostri politici (nessuno comunque di costoro, tanto per dare il buon esempio, vedemmo inforcare, come un qualunque cittadino, il velocipede: peccato, avrebbero avuto occasione di rendersi conto di vivere autenticamente in una città diversa da quella che immaginano nelle loro chimere…), notammo comunque che il punto informativo del Comune era "corredato" da numerose bici elettriche, di cui l’Ufficio Traffico Urbano desidera istigare all’uso. Qui occorrono alcune precisazioni: non è infatti invenzione di questa amministrazione l’incentivo che il Comune assegna a chi acquista una bici elettrica: fu infatti l’Assessore all’Ambiente Orazio D’Antoni che nel 2007 promosse concretamente il fondo con gli sgravi fiscali per gli acquirenti del biciclo a batteria. Inoltre, vi è da dire che il costo di una bici elettrica non scende al di sotto (quelle regolarmente omologate) dei cinquecento Euro: cifra assolutamente eccessiva per una famiglia di medio o basso reddito –accettabile invece pe’ redditi alti-, configurandosi pertanto il possesso di un tal mezzo come bene di lusso: specie in piena crisi economica, quale è oggi. Bene di lusso non deve essere la bicicletta, come si sa: anzi trionfo del popolo e dell’uso popolare, come è nella nostra tradizione, magari povera di mezzi ma ricca di umanità, del secondo dopoguerra (rammentisi la nota pellicola "Ladri di biciclette" di De Sica). Raffrontando con il costo di una bicicletta meccanica (in un qualunque ipermercato, per chi le vuol nuove, si vendono circa ad ottanta Euro), non vi è paragone: ma quest’ultima non ha praticamente costi di manutenzione, mentre la bici elettrica ne comporta parecchi –che fanno comodo alle aziende venditrici di componentistica-: da qui la maliziosa riflessione che, forse, suggerire l’uso del mezzo elettrico può essere economicamente conveniente a qualcuno, che poco o punto è interessato alla vivibilità urbana dei centri storici.
Catania ha comunque quel giorno –anche se il Sindaco, constatato l’indubbio vantaggio anche ambientale della chiusura dell’ampio spazio del centro, dovrebbe ripetere l’ordinanza tutte le domeniche, di là dall’occasione contingente delle biciclette: solo così si potrebbe creare una continuità senza la quale ogni fiammella isolata è destinata a spegnersi- goduto di un raro silenzio mattutino e di una serenità, che solo i radi colpi di pedale di quelli che il buon manualista Grioni, in un celebre volumetto della Hoepli del 1910, appellava "ciclisti gentiluomini", hanno dolcemente infranto, come una carezza su un manto di aristocratica signora: doni il Cielo ancòr di tali ore, nella fattiva collaborazione di sempre più cittadini, avviati ad un miglioramento che solo il ritorno alle sane consuetudini di un tempo mai trascorso, ma che può dirsi ritrovato, permette di donare: laddove si è davvero intenzionati alla via di perfezione, senza infingimenti, senza schermi, soprattutto senza bugìe, di cui presto o tardi si dovrà, qui o di là, rendere conto.
Catania ha comunque quel giorno –anche se il Sindaco, constatato l’indubbio vantaggio anche ambientale della chiusura dell’ampio spazio del centro, dovrebbe ripetere l’ordinanza tutte le domeniche, di là dall’occasione contingente delle biciclette: solo così si potrebbe creare una continuità senza la quale ogni fiammella isolata è destinata a spegnersi- goduto di un raro silenzio mattutino e di una serenità, che solo i radi colpi di pedale di quelli che il buon manualista Grioni, in un celebre volumetto della Hoepli del 1910, appellava "ciclisti gentiluomini", hanno dolcemente infranto, come una carezza su un manto di aristocratica signora: doni il Cielo ancòr di tali ore, nella fattiva collaborazione di sempre più cittadini, avviati ad un miglioramento che solo il ritorno alle sane consuetudini di un tempo mai trascorso, ma che può dirsi ritrovato, permette di donare: laddove si è davvero intenzionati alla via di perfezione, senza infingimenti, senza schermi, soprattutto senza bugìe, di cui presto o tardi si dovrà, qui o di là, rendere conto.
Bar.Sea.
Pubblicato su Sicilia Sera n° 330 del 4 luglio 2010
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