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sabato 18 gennaio 2014
"La bella addormentata nel bosco", fiaba musicale, al Piccolo Teatro di Catania, 4-6 gennaio 2014
"La bella addormentata nel bosco", fiaba musicale, al Piccolo Teatro di Catania, 4-6 gennaio 2014
Nell'ambito della stagione 2013-2014 del Piccolo Teatro di Catania, grande successo ha riscosso la favola musicale "La bella addormentata nel bosco", da Perrault e Grimm, adattata e rielaborata da Domenico Carboni, con la regia di Gianni Salvo, che del Teatro è l'artifex discreto e attento. Collaborato da Oriana Sessa per scene e costumi, da Simone Raimondo per luci e suoni e dal maestro Pietro Cavalieri per le musiche originali, il regista da un quarantennio versato per le fiabe che trasmettono a grandi e piccini il messaggio universale del viaggio immenso nel sogno e nella fantasia la quale è il fiume carsico della vita, ha dato luogo ad una rappresentazione leggera e intensa, vagante fra l'onirico e il musicale, senza discostarsi dalla tradizione che vede "la bella addormentata" fra le più celebri storie della letteratura per bambini.
E' infatti nel XIX secolo, con il celebre balletto di Ciaikowski, che la fiaba assume diffusione mondiale: da lì gli adattamenti, sino al notissimo cartone animato della Disney, del 1959. La rilettura di Carboni è rispettosa della tradizione e innovativa quel tanto necessario per non segnalare sbavature e rientra nei canoni ricettivi di un pubblico per lo più di bimbi, ma anche intende far leva sul "fanciullino" pascoliano degli adulti, poichè attraverso l'inserzione delle musiche di Cavalieri, dona un tocco di visione operettistica ad una narrazione che ha il sapore dell'onirico e del partecipato.
Gli attori, Maria Rita Sgarlato, Giuseppe Carbone, Davide Sbrogiò e Tiziana Bellassai, riescono perfettamente all'altezza dei loro ruoli, evidentemente con una lunga dimestichezza nei personaggi. La più incisiva risulta la Fata Celestina-Bellassai, con la verve assoluta che la caratterizza in un crescendo di intensità e coinvolgimento verso il pubblico; ma non meno partecipati i ruoli degli altri protagonisti, per una pièce di circa un'oretta che ha coinvolto (il 4, 5 e 6 gennajo c.a.) il numeroso pubblico intervenuto, confermando la tradizione del Piccolo Teatro come ritrovo di alta classe ove si "galoppa con la fantasia", per dirla con la versione di Carboni, perchè "le fiabe sono sempre di moda ieri e oggi come domani".
E se il principe atteso da Aurora non sarà sempre l'ideale, suggerisce sottilmente la versione di Salvo-Carboni, nondimeno lo scioglimento iniziatico del messaggio permetterà all'Amore, ovvero alla speranza, di superare ogni ostacolo sia interiore che esteriore (il bosco incantato, la tristezza adolescenziale della fanciulla), e giungere alla via, il cui futuro percorso non si sa quanto sarà determinato (la fiaba si chiude con una festa di fidanzamento fra il maturo principe, che forse non è principe ma si crede tale, e la ragazza: fidanzamento, si badi, non matrimonio...) e possa essere, forse è, di sostanziale positività. Non è facile modulare nel XXI secolo messaggi e segni, simboli e storie iniziatiche di due secoli fa o senza tempo, come quella qui riportata. L'abilità dei maestri ciò permette, e la ricezione conscia o inconsapevole del pubblico, specie dei più puri, ovvero dei piccoli, fa sì che il messaggio passi. E soprattutto, come il seme di antica memoria, doni frutto, che il tempo renderà denso di emozioni.
F. Gio.
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