Scritti, note ed articoli riguardanti la multiforme realtà di Catania, della Sicilia ed altro...
martedì 31 dicembre 2013
domenica 10 novembre 2013
lunedì 4 novembre 2013
Il murgo a Gioiosa marea (Me), tra storia e letteratura
Il Murgo a Gioiosa, fra storia e narrativa
Nella celebre cena di Trimalchione, descritta con sapiente maestrìa in quel romanzo scintillante che è il Satyricon di Petronio (duemila anni... e non li dimostra, tale è la modernità di codeste opere immortali), l'autore fa entrare in scena uno scheletro, manovrato dallo schiavo, che si muove nelle più strane forme, mentre Trimalchione canta:
Eheu nos miseros, quam totus homuncio nil est!
Sic erimus cuncti, postquam nos auferet Orcus.
Ergo uiuiamus, dum licet esse bene
che in italiano si può tradurre: "poveri noi miseri, che siamo nulla e ci crediamo il tutto! Così tutti finiremo, dopo che cadremo nelle Tenebre. Perciò viviamo, finchè si può stare bene". E' la sensazione indimenticabile che provammo pochi giorni fa a Gioiosa marea, ridente centro del Tirreno siculo e perla della costa nord della nostra amata isola del sole, assaporando il Murgo, una specialità gastronomica tipica locale che è stata associata alla tradizione gioiosana del carnevale, ma che si può gustare tutto l'anno mercè l'arte culinaria dei ristoratori del ridente paese esposto sul promontorio di capo Calavà. L'artefice e creatrice della promozione del piatto che assòmma in sè le tradizioni mediterranee e orientali e arcaiche della Sicilia, fondendole in una miscela armoniosa e poetica, è Giuliana Scaffidi, scrittrice e poliforme operatrice culturale gioiosana, che fra un gòccio di bianco di Piraino (della azienda vinicola Amato, denominato appunto il Murgo) e il sorriso ineffàbile che ella, dal biondo crine, dispensa in modo elegante e garbato come solo le donne dotate di senso artistico san fare, ci spinse con grazia a gustare il piatto. Che è la pasta col nero delle seppie ben nota in tutte le sicule coste: solo che in quel di Gioiosa s'arricchisce delle specialità dei calamari e gamberetti assommati alle seppioline, pinoli e salsa di Pachino, con il tòcco leggero ma incisivo del finocchietto. Il grano isolano, movente millenario della Sicilia qual custode della vita e per cui sovrani e imperatori e dèi guerreggiarono indefinitamente, è il perno del piatto, che Giuliana ha voluto associare all'omonima maschera carnascialesca gioiosana del Murgo, promossa da emigrati i quali nel secondo dopoguerra diedero vita alle manifestazioni tipiche del Carnevale locale. Miscela cromatica, filiazione d'intenti, promozione del luogo, a parer nostro ben riuscita.
E se la donna è artefice suprema, nei millenni, della creazione del cibo e della vita così come le Divinità hanno stabilito sin dal germogliare dei tempi, la Sicilia ha oggi vieppiù necessità di riscoprire l'importanza del parallelo gastronomia-cultura letteraria e tradizione, anche e forse soprattutto attraverso la valorizzazione e la promozione delle realtà locali, come quella di Gioiosa di cui noverammo, condivise con estremo entusiasmo in una comunità viva, giovane, partecipata. Basti dire che l'Associazione culturale che Giuliana Scaffidi presiede si è fatta promotrice del premio letterario Il Murgo, giunto alla seconda edizione, e continua a creare, magmaticamente, iniziative belle e appassionanti. Lei non lo disse, ma noi comprendemmo subito l'animo poetico: infatti Giuliana scrive, e non son di secondaria importanza i suoi "pensieri", che un dì raccoglierà in volume in forma di prosa, come cameo senza tempo di uno stile, intenso e matèrico, oltre la materialità del contingente, che farà onore alla sua comunità e alla sicula terra.
Ebbe ragione Idrisi, geografo mussulmano del XII secolo, concludendo così la sua descrizione dell'Isola: "Non si trova in nessuna parte del mondo, come in Sicilia, maggior numero di paesi e regioni più prosperose". Le stelle del mare di Trinacria, annuiscono in silenzio.
F. Gio.
(Questo articolo è stato pubblicato sul sito che documenta le attività di Gioiosa marea: http://lnx.gioiosani.it/2013/11/01/il-murgo-a-gioiosa-fra-storia-e-narrativa-il-piatto-il-murgo-varca-le-soglie-della-provincia/#.UnearEhd7IV)
lunedì 21 ottobre 2013
Chiesa San Giuseppe al Transito, Catania: triduo solenne in rito Romano antico, ottobre-novembre 2013
Riceviamo e pubblichiamo:
Chiesa di
San Giuseppe al Transito
DOMENICA 27 OTTOBRE 2013
Solennità di N. S. Gesù Cristo Re dell’Universo
Ore 10,30: S. Messa in Rito Romano Antico.
VENERDÌ 1 NOVEMBRE 2013
Solennità di Ogni Santi
Ore 10,30: S. Messa Cantata.
Commemorazione dei Fedeli Defunti
Ore 18,00: S. Messa in suffragio di tutti i Fedeli Defunti.
DOMENICA 3 NOVEMBRE 2013
Festa della Traslazione di Maria SS.ma dell’Aiuto
Ore 11,00: S. Messa Solenne. La celebrazione avrà luogo presso
la chiesa parrocchiale, Santuario S. Maria dell’Aiuto, in
occasione del 372° Anniversario della Traslazione della Venerata
Immagine della Vergine SS.ma dell’Aiuto.
mercoledì 16 ottobre 2013
Il popolo siciliano abolisca lo stipendio scandaloso dei deputati regionali: non ne avevano nel XIX secolo, non ne abbiano oggi!
La casta/ Ars: niente stipendio ai deputati. Come era una volta…
14 ott 2013 Posted by Francesco Giordano
IL POPOLO SICILIANO ABOLISCA LO STIPENDIO SCANDALOSO DEI PARLAMENTARI REGIONALI: NON NE AVEVANO NEL XIX SECOLO, NON NE ABBIANO OGGI
Quest’anno, stiamo assistendo in Sicilia al tracollo ignominioso di quello che fu il Parlamento più antico del mondo, accartocciato su se stesso e morente in senso assolutamente vergognoso. La popolazione siciliana è alla miseria, fuorchè le ‘caste’ degli stipendiati, dei pescecani del mercato nero, dei politici e dei religiosi (che comunque sono una buona metà dei cinque milioni e mezzo della intiera compagine sicula); ma ciò che fa più vergogna è la constatazione che l’aula parlermitana dell’Assemblea governativa è sovente vuota. E’ un vuoto pneumatico non solo dovuto alla inanità del governo del Presidente Crocetta -dopo la fine ignava di quello di Lombardo, l’illusione del cambiamento durò poche settimane-, che fa proclami e non fatti, ma anche l’assenza dei cosiddetti Deputati regionali dai lavori, che impressiona il siciliano oramai sveglio e non più “addùrmisciutu”.
Il lato positivo dell’informazione online alla quale tutti noi operatori ci siamo adeguati, trascinando (anche attraverso gli smartphone) il comune popolo, è che -sia per le news, sia facebook, siano i blog- tutti oramai sanno, o per curiosità, o per interesse, o perchè l’amico ti dice di averlo letto su internet. Pochi rimangono ignari. Per cui le immagini inserite nella rete (da alcuni deputati pentastellati, ci pare) dell’ARS vuota, sono eloquenti. Anche perchè i parlamentari siculi, e anche questo adesso lo sanno anche le pietre, fra stipendi benefit e aggiunte varie, incassano dall’ente regionale circa 20 mila euro al mese. Così come tutti sono edotti della importante decurtazione del cosiddetto “stipendio” autopromossa dai deputati del M5Stelle, unici ad aver istituito questa novità. E’ un segnale di cambiamento, insufficiente ma valido. In ogni caso, la Storia è l’inderogabile “memento”.
E la nostra Storia Patria, ovvero della Nazione Sicilia, ci dice che solo negli ultimi 50-60 anni i cosiddetti Deputati al Parlamento dell’Isola, hanno goduto di quel che si suole chiamare stipendio mensile. E’ a questo proposito opportuno rileggersi, e spesso, le due carte fondative che precedono lo Statuto autonomista del 1946 e di quel documento sono “padri”, ossia la Costituzione cosiddetta “inglese” del 1812 (entrata in vigore l’anno successivo, poi tristamente abrogata tre anni dopo dal medesimo Ferdinando III di Sicilia e IV di Napoli, divenuto I delle Due Sicilie, che dopo 800 anni soppresse il Parlamento e quindi negò dopo averla giurata, la Libertà ai Siciliani), e lo Statuto Costituzionale del Regno di Sicilia del 1848, espressione della rivoluzione antiborbonica durata un anno e quattro mesi nell’Isola (altro che cinque giornate di Milano…!!!), e soffocata nel sangue nell’aprile del 1849 dalle truppe del Principe di Satriano con l’ausilio degli Svizzeri del Reggimento Riedmatten a Catania nella famosa strage dell’aprile di sangue, nonchè col cannoneggiamento delle maggiori città costiere di Sicilia. Quelle Carte costituzionali furono scritte col sangue dei patrioti isolani e sono molto degne, forse più dello Statuto del 1946, della nostra storica epopea.
Basti segnalare che nello Statuto del 1848 l’articolo 2 recita: “la Sicilia sarà sempre Stato indipendente”… Sempre, vuol dire sempre…!
Così la Costituzione del 1812, a proposito del finanziamento dei Deputati, allora divisi all’uso britannico in Camere dei Pari e dei Comuni -non si dimentichi che quella fu la Costituzione che aprì l’Isola al mondo moderno perchè abolitrice della feudalità, del maggiorascato, dei fidecommesso, rivoluzionaria e quasi ‘eversiva’ dell’antico ordine feudale siciliano il quale, se non andò in pezzi da subito, venne disgregato negli anni a venire mercé quel fenomenale documento, come attesta la realtà dei fatti e comprovano tutti gli storici della Sicilia, specie gli stranieri, britannici in testa- precisava, al Capo VI paragrafo 10: “Qualunque persona eletta sia come rappresentante di un distretto, sia di una città o terra parlamentaria, dovrà recarsi in Palermo a proprie spese; qualora le università volessero dai sopravanzi contribuire alle dette spese, saranno in tal caso in libertà di farlo; ben vero la sovvenzione non potrà eccedere un’oncia al giorno, e ciò dovrà farsi col consenso del consiglio civico”. In altri termini, se i Pari ovvero i Signori, era logico avessero i mezzi per gestire quella carica, era anche normale l’avessero i Deputati dei Comuni ossia i rappresentanti di città e distretti siciliani, perchè erano eletti (si stabilisce in altro capo del documento), in base alla rendita personale, al proprio patrimonio: ma qualora abbisognassero di un contributo, la costituzione stabiliva che solo i Comuni (università) potevano darlo, in misura ridotta e dopo l’assenso di tutta l’assemblea dei consiglieri.
Pensate se oggi uno qualunque dei Deputati siciliani debba pagarsi l’onore di essere tale dalle proprie tasche, senza sperare rimborsi dalla Regione; se osasse chiedere finanziamenti al proprio Comune di pertinenza, questi gliene concederebbe pochi (un’oncia al giorno, come dire dieci euro…) e solo dopo che il Consiglio comunale verifichi se costui lo meriti…!
Siamo nel medioevo oggi, o nel 1812-13? Ognuno tragga le conclusioni. Siamo nella “dittatura” oggi o in quel tempo?
Lo Statuto del 1848, scritto fra l’altro basandosi sulla Costituzione del 1812 (che richiama in più punti), in frangenti di grande eccitazione politica e fremiti di libertà mondiale, teneva lievemente conto della mutazione dei tempi e dei problemi che i Deputati e Senatori rappresentanti del popolo Siciliano (così in quella carta erano nominati), ma non mutava atteggiamento a proposito dei finanziamenti ad essi. Neppure cennava ai Senatori per questo tema, essendo essi come i Pari del 1812 perfettamente in grado di autofinanziarsi, ma per i Deputati, similmente al documento pregresso, precisava all’articolo 15: “Potranno i Comuni concedere ai Rappresentanti per il periodo delle sessioni una indennità non eccedente tarì venti al giorno, tranne a coloro che risiedono nella Capitale“. Già nel 1848, come si nota e piacerà a qualcuno oggi, i Deputati di Sicilia erano formalmente appellati “Rappresentanti”, perchè questo e solo questo erano e dovevano essere, portavoce o rappresentanti del loro popolo: per alcuni di costoro che ne avevano necessità -ma anche la carta costituzionale quarantottesca definiva l’elezione essere deliberata per censo e rendita personale, quindi era sempre minimo il numero di coloro che potevano ricorrere ad un eventuale contributo o rimborso dei Comuni- i consessi civici potevano dare venti tarì al giorno (un pochetto più della misera oncia del 1812, ma neppure tanto differente: si intuisce da ciò che erano più cifre simboliche che altro), aggiungendo la novità che i residenti in Palermo ne erano esclusi.
La logica regnava sovrana in quei giorni di ideali, non l’arzigogolo delle ruberìe legalizzate. E del resto come potrebbe essere stato diversamente, se fra i capi dell’insurrezione sicula del 1848 vi furono, e citiamo solo due nomi altissimi, Ruggero Settimo e Michele Amari, i quali poi scontavano con l’esilio la prova di libertà contro la tirannide, e fu proprio fra Malta e Parigi (dove poi vide la luce) che l’illuminato Amari scrisse quell’opera che valicherà i secoli, ovvero la “Guerra del Vespro”, nonchè la “Storia dei Musulmani di Sicilia”! Questi erano gli uomini, davvero d’onore, allora. Si aggiunga infine che i lavori del Parlamento sia nel 1812-13 che nel 1848-49 erano stabiliti non dover durare un quinquennio come oggi, ma convocarsi l’assemblea almeno una volta all’anno, e per non più di tre mesi; l’ufizio di Deputati e Senatori (nel 1848) era stabilito in due e sei anni, rieleggibili. Ma sempre senza alcun indennizzo pubblico, come abbiamo visto.
Per chi è cristiano, citiamo San Paolo, lettera prima a Timoteo (6,9-10): “Quelli invece che vogliono abbondare in ricchezze, cadono nella tentazione, nei lacci, in molte cupidigie insensate e funeste che sommergono gli uomini nella rovina e nella perdizione. Infatti la radice di tutti i mali è l’amore per il denaro. E alcuni che hanno cercato di averlo si sono smarriti lontani dalla fede e si sono trafitti con innumerevoli tormenti”.
Non troviamo altra spiegazione, pure laicamente, all’ingordigia dei nostri attuali Deputati regionali i quali sono peraltro garantiti dalle leggi dai loro immediati predecessori nei decenni precedenti esperite riguardo i loro “stipendi”, che questa paolina, di un convertito alla Luce: “la radice di tutti i mali, l’amore per il denaro”. Ma forse quel 53 % di Siciliani, cioè la maggioranza, e non lo si dimentichi mai, che nell’ottobre del 2012 non è andata a votare -caso mai accaduto dal 1946- ha compreso questo, che i nostri rappresentanti vanno a Palermo solo perchè assetati di denaro per se medesimi, e non li ha più votati? La gente non è stupida o “ammùccalapuni” come poteva esserlo negli anni passati. Sarà pure in parte mentalmente corrotta, collusa, connivente, complice: ma stupida, no.
Quale soluzione allora? Il governo attuale e il Parlamento tutto, non si autocastreranno finanziariamente, è impensabile, oltre le chiacchiere da salotto: non prima almeno di aver svolto più della metà della (falsa, poichè sono stati votati, tutti, dalla minoranza dei siciliani) legislatura, con l’unico scopo di maturare i requisiti pensionistici. Il “caso” dei deputati pentastellati, che comunque conservano un rimborso spese di 2500 euro che è pure una enormità (se avessero letto le Costituzioni siciliane predette, e i loro ‘santoni’ approvavano, potevano scegliere di imitare dignitosamente i predecessori del XIX secolo…), è isolato e non sarà imitato dalla ‘casta’. Unica via è una legge di iniziativa popolare, che raccolga le firme, almeno diecimila, dei siciliani tutti, onde riportare la situazione dei deputati al Parlamento siciliano alle condizioni dettate dalle Carte costituzionali del 1812 e del 1848.
E nessuno ci dica che ciò è antimoderno: poichè negli Stati Uniti, nazione all’avanguardia del progresso, i Deputati e Senatori del Congresso finanziano essi stessi la loro campagna elettorale, e i loro “supporters” pagano di tasca propria le reclàme durante il periodo della propaganda. Vada a rappresentare i Siciliani chi ha la rendita personale per farlo, e alla Regione Siciliana non sia consentito di dare un solo euro, o grano (se si intende adottare la moneta complementare di cui si parla molto ultimamente), a costoro. Se poi i Comuni intendono finanziare chi rendita personale non ha o l’ha minima, si deliberi al consiglio comunale e si verifichi la cifra e l’operato del beneficiario del sussidio. Non palermitano, certo, perchè per fare due passi nella medesima città fino a palazzo Reale può andarvi a piedi. Se invece un Deputato di Misilmeri o di Acireale deve andare lì a rappresentare i siciliani, presenti dipoi gli scontrini del biglietto dell’AST ai comuni propri, e questi glieli rimborseranno.
E pace. Fantapolitica, vi pare? Ma è una nazione civile, quella che ci permettiamo di delineare. Lo era la Sicilia nel 1812, lo era nel 1848 in piena guerra, volete che non lo sia nel 2013? E citiamo sempre esempi nobili: qualche settimana fa al Parlamento britannico si dibattè su l’eventuale sostegno agli USA per quella che si profilava essere una azione militare, poi per fortuna abortita, contro la Siria: ebbene il Premier Cameron è stato costretto a dire al Presidente Usa Obama che no, il Parlamento di Sua Maestà si oppone in maggioranza ad un eventuale finanziamento di missione militare, perchè…. ci sono i disoccupati britannici prima, da aiutare! Il tutto in diretta tv.
Questo è un popolo. Se vogliamo, prendiamo esempio. Se vogliamo. E senza dimenticare che furono i biondi Normanni con gli occhi chiari, cugini dei Normanni che contemporaneamente combattevano ad Hastings, a fondare il Parlamento (“Curiae generales”) in Sicilia nel XII secolo. Forse i Normanni violentavano le donne, come alcuni scherzosamente dicono, ma almeno erano civili politicamente: si pensi alle monete con scritte cufiche, latine, greche, della sicilia degli Hauteville. Cerchiamo di essere seri e liberarci dalle catene. Se vogliamo.
Francesco Giordano
Questo è un popolo. Se vogliamo, prendiamo esempio. Se vogliamo. E senza dimenticare che furono i biondi Normanni con gli occhi chiari, cugini dei Normanni che contemporaneamente combattevano ad Hastings, a fondare il Parlamento (“Curiae generales”) in Sicilia nel XII secolo. Forse i Normanni violentavano le donne, come alcuni scherzosamente dicono, ma almeno erano civili politicamente: si pensi alle monete con scritte cufiche, latine, greche, della sicilia degli Hauteville. Cerchiamo di essere seri e liberarci dalle catene. Se vogliamo.
Francesco Giordano
(Articolo pubblicato sul quotidiano online LinkSicilia: http://www.linksicilia.it/2013/10/la-casta-ars-niente-stipendio-ai-deputati-come-era-una-volta/)
mercoledì 2 ottobre 2013
lunedì 9 settembre 2013
Lo sbarco in Sicilia nel 1943 nelle foto di Phil Stern
Lo sbarco in Sicilia nel 1943 nelle foto di Phil Stern
Abbiamo visitato, l'ultimo giorno utile, scelto non a caso (l'otto settembre del 1943 il governo italiano, dopo che radio Algeri aveva trasmesso l'annuncio nel pomeriggio, comunicava l'attuazione dell'armistizio con le potenze alleate), la mostra fotografica "Sicily 1943" di Phil Stern nei locali del Credito Siciliano in piazza Duomo ad Acireale; Stern era all'epoca sergente dell'esercito USA e divenne fotografo di fama nel dopoguerra: le immagini documentano lo sbarco degli americani a Gela e Licata, i passaggi a Comiso e Priolo, nonchè Palermo e altre località siciliane. Completò l'esposizione una scelta di fotografie dell'Imperial War Museum di Londra, documentanti varie fasi dell'avanzata anglo-americana e dell'occupazione, in quella torrida estate.
E' stata una mostra curata con gradevolezza, le immagini nel meraviglioso bianco e nero dell'epoca, furono ingrandite abbastanza per consentire l'ottima visione ai visitatori. Molto importante la comprensione tecnica, poichè erano esposti due degli apparecchi fotografici usati dal ventiquattrenne Stern (oggi a 93 anni e malandato, non è mancato all'inaugurazione, il 10 luglio, della mostra, tornando in Sicilia dopo 70 anni) nella campagna: una Kodak Bantam (con rulino 828, cioè il 35 mm senza le forature: ma questo non era specificato nella mostra) e una Kodak da 35 mm in uso alle forze Armate USA. Stern usò anche, non si sa con che macchina, il negativo 6x9: fu esposta una striscia di tali fotogrammi fabbricati dalla Agfa (evidentemente materiale recuperato qui in Sicilia, poichè l'odiata Germania che era, ed è, l'eccellenza nell'ottica e nel materiale fotografico, non doveva figurare che negativamente).
Ciò che concerne l'aspetto visivo testimonia della già cresciuta abilità del fotografo, nell'inquadrare situazioni particolari con al centro o l'uomo, o la scena fuggevole. Su tutto, il valore del documento, che è assolutamente asettico. Così le due o tre foto di soldati tedeschi carbonizzati, ingrandite senza scrupolo di pietà (noi pensavamo ai parenti di quei ragazzi che non tornarono più...) per la loro nudità corporale avvampata dalle bombe alleate, contrastavano con l'allegra nudità del corpo fresco del giovane Stern in Tunisia e in Sicilia, evidentemente pago della vittoriosa avanzata delle truppe statunitensi.
Gli assolati paesaggi della Sicilia, in quell'estate che chi ha vissuto non dimenticherà più, sono emblematici: carretti per le vie di Palermo e nelle strade sterrate dell'entroterra, volti tesi, nessun sorriso (la fame è fame...). Sorride diverse volte Stern che si autoritrae con una famigliola sicula, donne rigorosamente nerovestite: ma essi non sorridono, mai. Anche l'ossessione del fascismo nella ripetizione, in tutti i paesi, del termine "Duce" scritto quasi ovunque, documenta di un martellamento mediatico ante litteram, che diede tutt'altro che i frutti sperati.
La guerra in Sicilia, dopo tre anni di bombardamenti a tappeto contro le popolazioni civili principalmente (anche se sulla carta gli obiettivi erano militari), fu un'infamia. La responsabilità è certo di chi la scatenò. Lo chiariscono bene le foto, piccole, dell'Imperial War Museum: ove si vedono diverse scene di paesi e citta siciliane, l'Etna dall'alto, e momenti di colore locale (in una, due ragazze succinte mostrano le cosce agli occhi avidi dei soldati alleati... facile immaginare il resto...). Le didascalie furono spesso approssimative e imprecise, sia nelle foto di Stern (a Palermo fotografandone la statua, Ruggero Settimo è appellato "re"...) che in quelle britanniche (Catania, da noi ben riconosciuta, non è citata, ma lo sono Scordia e Paternò...); mancò un catalogo e persino una brochure, che avrebbero reso tangibile la testimonianza del passaggio dell'esposizione in Sicilia. Manchevolezze degli organizzatori, evidentemente. Il vantaggio fu l'ingresso libero a coloro i quali vollero rivedere momenti fondamentali per la storia della Sicilia, e d'Europa. In ogni caso, rendere permanente anche una parte della collezione fotografica di Stern in Sicilia, alla pubblica fruizione, sarebbe una idea apprezzabile.
(F.Gio)
domenica 25 agosto 2013
L'odissea del mercatino delle pulci di Catania: sospeso per la seconda domenica, "rinasce" dal 1° settembre in piazza Dante.... per quanto tempo?
L'odissea del mercatino delle pulci di Catania: sospeso per la seconda domenica, "rinasce" dal 1° settembre in piazza Dante.... per quanto tempo?
Il modo di intendere della attuale, restaurata amministrazione comunale di Catania retta da Enzo Bianco, si comprende sin dall'inizio, e dalle piccole cose: forte con i deboli e debole con i forti. Non ci spieghiamo in altro modo, il divieto di allestimento, per la seconda domenica consecutiva, del tradizionale mercatino delle vecchie cose (detto anche delle pulci o anticaglie), che dal mese di aprile, dopo lo sgombero da piazza Grenoble e vie limitrofe per le proteste degli abitanti, si svolgeva in corso martiri della libertà, chiudendo per mezza giornata la strada e consentendo a circa cinquecento operatori, di vivacchiare e guadagnarsi qualcosa con il sistema del riciclo.
Domenica 25 agosto infatti, sin dalle ore antelucane e come già successo la scorsa domenica ma questa volta in modo più pressante, le forze dell'ordine comunali, i Vigili, coadiuvati da un gruppo di agenti di Polizia e da due volanti dei Carabinieri, hanno impedito forzatamente persino l'allestimento dei banchetti dei venditori, i quali invero erano in numero minore della domenica precedente quando era stato permesso di attrezzarsi ma non di vendere.
La Polizia, con attenta solerzia, ha -come anche la domenica precedente- proceduto a effettuare delle videoriprese, verso le ore 5,20, che serviranno presumibilmente da supporto identificatorio alle autorità onde evitare problemi. Tutto legittimo e nell'ambito dell'ordinanza comunale facente riferimento alla riunione di giunta del 29 luglio, allorchè è stato deciso non solo l'ennesimo spostamento del mercatino nell'area di piazza Dante, detta anche di S.Nicola, luogo storico e cuore dell'antica Catania, sede nei giorni feriali delle Facoltà universitarie entro l'ex monastero -dove fra l'altro già anni fa il mercatino era stato, e si rivelò scelta assai infelice...-; ma anche si era intenzionati a stroncare l'illegalità di un mercato il quale, fra zingari e abusivi, si è reso sempre più ingestibile. In teoria nulla da eccepire.
E' tuttavia sempre la pratica a scrivere la storia, e non i manuali dei generali o degli studiosi: pertanto, non solo da attenti cronisti ma anche da frequentatori ventennali dello storico mercatino, ci permettiamo di fare osservare alle autorità competenti -non già l'Assessore Mazzola, avvocato attento alle cause dei più deboli come è noto in città, ma soprattutto al Sindaco Bianco, che fu Ministro degli Interni- che Catania non si può gestire a corrente alternata, impiegando il pugno di ferro contro gente inerme e nient'affatto pericolosa per la cittadinanza quali sono i bancarellari del mercatino, e persino gli zingari abusivi (i quali invero, riciclando dai cassonetti dell'immondizia varii oggetti e vendendoli, compiono un utile servizio sociale nonchè apertamente svergognano il consumismo infame della perversa nostra civiltà occidentale), mentre si tutelano e in qualche modo si tacitano scempi come la incompiuta piazza Europa, o si dice in modo quasi esplicito (vedi l'intervista rilasciata pochi giorni fa dal Sindaco ad un noto quotidiano locale) che si è sull'orlo del dissesto finanziario, perchè le casse comunali sono molto più deficitarie di quel che ci si attendeva; o si abbatte un ponte come quello del tondo Gioeni, senza che la cittadinanza (come da alcuni colleghi della stampa locale è stato denunziato) possa conoscere l'ammontare della spesa, l'inizio e fine lavori e sia stata edotta prima sul progetto di massima...
In questa situazione, ci sono anche le divisioni. I bancarellari del mercatino che furono impediti di svolgere le loro attività di vendita di merce usata giorno 25, erano in pochi, la massa non si è presentata, perchè già ebbe evidentemente l'invito a non procedere. L'opera di mediazione da anni esplicata, in questo settore, dall'ex assessore e consigliere comunale, in quota PDL-FI, Gianni Vasta, se da un lato risulta meritoria perchè molti lo riconoscono come punto di riferimento dei venditori ambulanti, dall'altra ha creato delle discrepanze non secondarie. In tutto questo bailamme l'evidenza è una: mentre Catania, già in ginocchio come comunità civica dopo le disastrose amministrazioni del fu Scapagnini e del buon avvocato Stancanelli (il quale era noto per negare persino l'evidenza dei fatti...), soggiace alla decadenza più totale non solo per la assenza di liquidità, ma anche per la mancanza di pathos sociale -vedi la situazione vergognosa delle spiagge libere: sabato 24 ci trovammo a visionare, dalla strada, la civica numero 1: il lettore immagini quale degrado e delinquenza osservammo alle ore 19,10 della sera... figurarsi al buio.... tutto senza controlli e a cielo aperto...- possiamo fregiarci di un Sindaco che usa il pugno di ferro coi bancarellari del mercatino delle anticaglie alla ricerca di una legalità a convenienza (come tutti sanno, quartieri popolatissimi come Librino, San Giorgio, Pigno, ignorano il concetto medesimo di legalità, e non per colpa degli abitanti...), istituisce l'Assessorato alla Bellezza e ai Saperi (una volta era detto della Pubblica Istruzione, poi della Cultura.... sempre più disgregato...) sul cui operato è carità civica sorvolare, e non ripristina neppure le strisce pedonali in strade centralissime come viale XX settembre e via Etnea.... siamo davvero al tracollo.
La storia del mercatino continua infine: come nel famoso film "Totò cerca casa", da domenica 1 settembre, le nuove norme di disciplina e l'ennesimo trasferimento in piazza di S.Nicola, all'ombra della cupola settecentesca di quell'uomo illuminato che fu il Cavaliere di Malta Stefano Ittar, vedrà la rinnovata e (crediamo non conclusa: a parer nostro la "soluzione finale" nella mente dei geni di palazzo comunale è 'deportare' il mercatino nella già suggerita area di San Giuseppe la Rena.... ma questo non può e non deve dirsi...perchè si sa che i deportati poi muoiono...) palingenetica metamorfosi di questa realtà e dei suoi affezionati. I quali, similmente agli "habitué" delle cosiddette "case chiuse", resisteranno tenacemente. Sperando che non sia emessa una nuova legge Merlin....
Francesco Giordano
Nelle immagini, nostre: il mercatino a corso martiri libertà, da aprile ai primi di agosto; come si presentava la strada domenica 25 agosto...
Nota: questo articolo è stato pubblicato sul quotidiano online LinkSicilia: http://www.linksicilia.it/2013/08/lodissea-del-mercatino-delle-pulci-di-catania-sospeso-per-la-seconda-domenica-rinasce-dal-1-settembre-in-piazza-dante-per-quanto-tempo/
mercoledì 19 giugno 2013
Solstizio d'Estate con Akkuaria: venerdì 21 giugno 2013 libreria Mondolibri, via Umberto 30 Catania
Solstizio d'Estate con Akkuaria: venerdì 21 giugno 2013 libreria Mondolibri, via Umberto 30 Catania
In una lunga kermesse presso la libreria MondoLibri di Via Umberto 30, gli autori di Akkuaria si alterneranno, in letture di brani di narrativa e poesia. Con l’occasione saranno presentati le novità editoriali ultimamente presentate alla Fiera del Libro di Zagarolo e al Festival della Letteratura di Milano.
Interverrà durante gli interventi degli Autori intervenuti, il maestro Salvatore Barbagallo, uno dei fondatori del Movimento Alienista, con le sue performance dal vivo ispirate alle letture, eseguirà delle opere dal vivo.
Allieterà la serata la cantautrice siciliana Cinzia Sciuto con alcuni brani del repertorio di Rosa Balistreri.
Ampio spazio dunque alla creatività che da sempre ha segnato le iniziative di Akkuaria.
L’evento è presentato da Vera Ambra.
martedì 21 maggio 2013
mercoledì 15 maggio 2013
Santa Messa cantata in Rito Romano antico, Catania chiesa S.Giuseppe al Transito, 19 maggio 2013 ore 11
Riceviamo e volentieri pubblichiamo:
Chiesa di San Giuseppe al Transito
(P.zza Maravigna, dietro l’Anagrafe Comunale, nei pressi del Castello Ursino) ~ CATANIA ~
(P.zza Maravigna, dietro l’Anagrafe Comunale, nei pressi del Castello Ursino) ~ CATANIA ~
DOMENICA 19 MAGGIO 2013
SOLENNITÁ DI PENTECOSTE
S. MESSA CANTATA IN RITO ROMANO ANTICO
Ore 11,00
Celebrante: Rev.do Don Antonio Ucciardo.
Coro: “Cantemus Domino”diretto dal M.° P. Valguarnera
SOLENNITÁ DI PENTECOSTE
S. MESSA CANTATA IN RITO ROMANO ANTICO
Ore 11,00
Celebrante: Rev.do Don Antonio Ucciardo.
Coro: “Cantemus Domino”diretto dal M.° P. Valguarnera
giovedì 11 aprile 2013
Messa in rito Romano antico (latino), Chiesa San Giuseppe al Transito, Catania: 21 aprile 2013 ore 11
Riceviamo e pubblichiamo:
Chiesa di San Giuseppe al Transito
(P.zza Maravigna, dietro l’Anagrafe Comunale, nei pressi del Castello Ursino)
~ CATANIA ~
DOMENICA 21 APRILE 2013
Festa del Patrocinio di San Giuseppe
occorrente la
III Domenica dopo Pasqua
Ore 11,00
S. MESSA IN RITO ROMANO ANTICO
Gabriella Rossitto presenta "Sciuscia". Pinacoteca provinciale, Catania, 12 aprile 2013 ore 18
Riceviamo e pubblichiamo:
Venerdì 12 aprile 2013, ore 18, presso i locali della Pinacoteca Provinciale, sita a Catania, in Piazza Manganelli, si svolgerà la presentazione del libro di Gabriella Rossitto dal titolo “Sciuscia”
Relazionerà Alfio Patti
L’incontro è organizzato dalla casa editrice “Prova d’Autore”
Mazzini: nel segno della democrazia. Catania 12 aprile ore 17,30 libreria Cavallotto
Riceviamo e pubblichiamo:
Venerdì 12 Aprile 2013 alle ore 17.30, presso la libreria Cavallotto di Corso Sicilia n. 91, si terrà la presentazione del libro: Giuseppe Mazzini, Nel segno della democrazia. Lettere inedite agli amici di Scozia e d’Inghilterra, a cura di Massimo Scioscioli. Rubbettino, Domus Mazziniana di Pisa, 2011.
Frutto di ricerche condotte in Inghilterra e in Scozia, questo volume presenta oltre 100 lettere inedite di Giuseppe Mazzini indirizzate tra il 1842 e il 1871 a John Forster, a John Mc Adam, ad Aspasia Lega Fletcher, a Linda White Villari e a Thomas Ireland.
Viene inoltre pubblicato il messaggio inviato in Scozia per l’inaugurazione del monumento all’eroe popolare scozzese William Wallace. Si tratta di documenti che testimoniano l’ampiezza dei rapporti tessuti dall’Esule con ampi settori della politica e della cultura britannica e la sua capacità di percepire ogni movimento della
politica internazionale che potesse risultare favorevole all’unità nazionale italiana alla quale egli guardava come ad un primo passo in direzione di un sistema di equità sociale e verso l’unione dei popoli dell’Europa.
Questo gli permise di contribuire alla modifica di un aspetto tutt’altro che marginale della politica estera britannica tradizionalmente fondata sull’amicizia con l’Austria e di comprendere tempestivamente che la crescente rivalità tra la Gran Bretagna e la Francia poteva offrire sbocchi positivi al difficile processo unitario italiano.
Alla manifestazione, organizzata dalle librerie Cavallotto e dalla sezione catanese dell’Associazione Mazziniana Italiana o.n.l.u.s. , parteciperanno come relatori Enzo Bianco, presidente dei Liberal PD, lo stesso Massimo Scioscioli e Luca Platania, della sezione catanese dell’A.M.I. La presentazione sarà coordinata dal prof. Giovanni Grasso, ordinario di Diritto Penale presso l’Università di Catania.
Massimo Scioscioli, già tesoriere della Camera dei Deputati, è stato per molti anni Segretario Generale dell’Istituto di Studi per la Storia del Movimento Repubblicano ed ha curato la pubblicazione della rivista «Archivio Trimestrale». Autore di saggi pubblicati in riviste e in opere collettanee, ha pubblicato un saggio sul pensiero politico di Giuseppe Mazzini, Guida, 1995 e una biografia di Goffredo Mameli, Franco Angeli, 2000, ripubblicata nel 2011 da Editori Riuniti University Press con appendici e aggiornamenti. Inoltre ha curato una edizione dei Doveri dell’Uomo , 2011.
mercoledì 20 marzo 2013
Giornata mondiale della Poesia: a Catania, 21 marzo 2013 La Contessa, via di San Giuliano 198-200 dalle 18,30
Riceviamo e volentieri pubblichiamo:
Domani 21 marzo 2013 dalle ore 18.30 in poi GIORNATA MONDIALE DELLA POESIA incontro a La Contessa in via di Sangiuliano 198-200.
L'associazione Akkuaria e il movimento artistico e di pensiero Alienismo, in occasione della giornata mondiale della Poesia, dedicano una giornata di solidarietà nei confronti dei propositi espressi dalla neo associazione Genitori A Vita a favore della tutela della bigenitorialità.
"Regala una parola" è un'iniziativa legata alla campagna di educazione sentimentale "Seminare parole per raccogliere buoni frutti".
La campagna ha preso il via lo scorso mese di gennaio da uno dei più antichi quartieri catanesi e il risultato di questo primo incontro ci ha lasciato ben sperare un proseguo carico di esiti significativi.
Difatti un “buon frutto” è stata la realizzazione della “Libreria gratuita Buon libro” proposta dalla Fondazione La città invisibile, inaugurata nel quartiere di San Cristoforo, grazie al notevole sostegno e la donazione di libri da parte di Akkuaria. In questa occasione è stato proposto un percorso pedagogico utile per i bambini del quartiere, volto all’educazione sentimentale attraverso la consapevolezza e l’approfondimento delle parole.
Difatti un “buon frutto” è stata la realizzazione della “Libreria gratuita Buon libro” proposta dalla Fondazione La città invisibile, inaugurata nel quartiere di San Cristoforo, grazie al notevole sostegno e la donazione di libri da parte di Akkuaria. In questa occasione è stato proposto un percorso pedagogico utile per i bambini del quartiere, volto all’educazione sentimentale attraverso la consapevolezza e l’approfondimento delle parole.
Nella continuità del progetto sarà dedicata la Giornata Mondiale della Poesia a tutte le mamme e ai papà che vivono lontani dai loro figli e soprattutto ai figli strappati ai loro genitori.
Si alterneranno nelle letture: Angela Agnello, Antonella Cardella, Carlo Barbera, Cinzia Sciuto, Gabriella Rossitto, Mariella Sudano, Maria Tripoli, Paolo Tortorici, Venerando Rosso e tanti altri ancora.
L'incontro si terrà presso i locali de "La Contessa" in via di Sangiuliano 198-200 a partire dalle ore 18.30 in poi e proseguiranno fino a tarda sera.
Associazione Akkuaria
095 7223831 begin_of_the_skype_highlighting 095 7223831 GRATIS end_of_the_skype_highlighting
339 4001417
giovedì 21 febbraio 2013
S.Messa in rito romano antico, 24 febbraio 2013 ore 18 chiesa S.Giuseppe al Transito di Catania
Riceviamo e volentieri pubblichiamo:
S.MESSA IN RITO ROMANO ANTICO
DOMENICA 24 FEBBRAIO 2013
Ore 18,00
presso la
Chiesa di San Giuseppe al Transito
(P.zza Maravigna, dietro l’Anagrafe Comunale, nei pressi del Castello Ursino)
~CATANIA~
Celebrerà il Rev.mo Don Antonio Ucciardo
mercoledì 13 febbraio 2013
Veglia Eucaristica Riparatrice per il Papa e la Chiesa, Chiesa San Giuseppe al Transito, Catania sabato 16 febbraio ore 19
Riceviamo e volentieri pubblichiamo:
Chiesa di San Giuseppe al Transito
(P.zza Maravigna, dietro l’Anagrafe Comunale, nei pressi del Castello Ursino)
~CATANIA ~
Veglia Eucaristica
di Riparazione e Preghiera
per il Santo Padre e la Chiesa
Sabato 16 Febbraio
Ore 19,00
Presiede il Rev.do Don Antonio Ucciardo
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