venerdì 19 ottobre 2012

Salvatore Camilleri poeta e filologo alla libreria Prampolini di Catania in ricordo di "Arte e Folklore di Sicilia", a cura del Circolo Paternò Tedeschi

       



Salvatore Camilleri poeta e filologo alla libreria Prampolini di Catania in ricordo di "Arte e Folklore di Sicilia", a cura del Circolo Paternò Tedeschi

Una serata fra numerosi  amici in onore della poesia e della letteratura siciliana: può così definirsi l'incontro svoltosi il 19 ottobre, nei locali (rinnovati dai giovani della nuova gestione) della libreria Prampolini di Catania, antico luogo di ritrovo e tra le più vetuste rivendite di libri italiche. L'occasione, organizzata da quel poliedrico mecenate che è Santo Privitera, anima del circolo culturale "Paternò Tedeschi" il quale, da oltre un venticinquennio, persegue in modo coerente e sentito l'amore e la propagazione per la cultura siciliana e i suoi più celebri rappresentanti, fu la presentazione della raccolta in volume, edita da Angelo Boemi, eclettico editore-sognatore e 'discepolo' di Romeo Prampolini (anche 'raccontatore' di vicende patrie, vedasi l'appena edito libro "Storia di Catania"), della rivista "Arte e Folklore di Sicilia", stampata ai tempi a cura dell'omonimo circolo creato dal fu attore Alfredo Danese. E Danese venne ricordato, con la creatività poetica che seppe manifestare in multiformi modi, dalle parole appassionate di Gianni Sineri attore e capocomico (figlio dell'indimenticabile Ciccino e della moglie valentissima attrice, Sara Micalizzi). Ricordiamo bene il teatrino di via Feletti, 'covo' di Danese (che ivi si esibiva) e dei cultori della sua Associazione: molti nomi noti vi transitarono, fra cui ci piace ricordare quel nobiluomo che fu il sacerdote padre Antonio Corsaro, poeta e splendido intellettuale.
Fu dedicato ampio spazio, in una sorta di 'intervista verità' a cura di Santo Privitera, al professore Salvatore Camilleri, illustre filologo e studioso della lingua siciliana, saggista e poeta: con quest'ultimo termine, inteso nel senso di creatore di versi, egli preferisce essere appellato, nella freschezza invidiabile della favella che, ultra nonagenario, sciorina con ardore di ventenne ad ogni appuntamento lo si vuole rendere protagonista, riconoscendogli il ruolo importante che ha avuto e si è costruito negli ultimi sessanta anni quale assertore e difensore della cultura e della linguistica di Sicilia. A parte i saggi su Antonio Veneziano e Giovanni Meli, di Salvatore Camilleri, conosciuto urbi et orbi per la versione moderna del "cuntu" della "Barunissa di Carini", rimangono a parer nostro due libri fondamentali: il vocabolario Italiano-Siciliano, opera unica nel suo genere (edito da Greco), e la Grammatica siciliana (edita da Boemi), che dovrebbe come è auspicabile, essere adottata quale libro di testo nelle scuole a' fini di insegnamento della nostra lingua nativa, genitrice di quella italica.
Le note del violinista Pirrotta, del chitarrista Filogamo e del mandolino di Santo Privitera intonanti le melanconiche nènie della antica terra sicàna, conchiusero la serata, fòlta di partecipanti e appassionati, che riconferma la perenne vivacità intellettuale di Catania e la tradizione vivissima della nostra storia.
                                                                                         FGio

Nella foto: Santo Privitera e Salvatore Camilleri

sabato 13 ottobre 2012

22° stagione del Gruppo d'Arte Sicilia Teatro, al Don Bosco di Catania



Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

Riapre il sipario sulla XXII ^ stagione 2012/2013 del Gruppo d’Arte Sicilia Teatro, diretto da Tino Pasqualino, un appuntamento che si rinnova anno dopo anno grazie alla forza della continuità e all’amore per il teatro che unisce il Gruppo d’Arte al suo pubblico.
Un pubblico affezionato e attento al quale viene proposto un ricco cartellone che spazia dai più illustri nomi della letteratura teatrale, come Molière, passando per lo spettacolo musicale e l’intramontabile operetta senza mai dimenticare il vibrante repertorio siciliano.
Quello del Gruppo d’Arte Sicilia Teatro è un “teatro popolare”, come ama definirlo il suo stesso direttore, un teatro che affonda le sue radici in una antica tradizione teatrale da sempre viva e presente a Catania ma spesso ignorata da molti che, non possedendo gli strumenti storico-culturali, intendono superficialmente per “teatro popolare” una definizione spregiativa.
Forti di questa consapevolezza gli attori del Gruppo che vedrà in scena “ U MALANDRINU”  di Enrico Seretta  9/10/11 novembre  al teatro Don Bosco di Viale M.Rapisardi n.54 Catania.
La programmazione continuerà il 29/29/30 dicembre con “LA STRANA COPPIA” di Neil Simon con Giovanna Criscuolo e Carmelo Cannavò , il 15/16/17 febbraio si continuerà con  il divertentissima   commedia “LA MOSTELLARIA “ di Plauto con la regia di Elio Gimbo un omaggio al bel canto  a questa splendida forma di teatro dove musica e recitazione si fondono per il divertimento del pubblico “DA NAPOLI A NEW YORK”  con il tenore  Massimiliano Drapello e Toti Sapienza il 12/13/14 aprile a chiudere  la rassegna  un tuffo nella tradizione siciliana con una divertente commedia di Pippo Spampinato tratta dalla scuole delle moglie di Molière “A MINESTRA PPU JATTU”  31 maggio 1/2 giugno.
Quindi un variopinto cartellone quello che si presenta al pubblico del Gruppo d’Arte Sicilia Teatro, capace di regalare momenti di spensieratezza e riflessione.
Prenderanno parte gli attori: Franco Ranno,Gaetano  Di Benedetto,Fiorella Tomaselli, Renzo Conti,Rita Biondi,Franco Gambino,Saro Mazzullo,Michele Torrisi,Tony Pasqua,Dora Baccini,Agata Bassetta, Fabio Russo,Luana Piazza,Mariarosa Judica, Antonio Sturiale e tanti altri.
Per informazioni rivolgersi: Via Giuseppe Fava n.52
telefonare al 095-221804 / 338 7663469

mercoledì 12 settembre 2012

L'Emiro del Qatar, Unicredit e la Sicilia: vuoi vedere che....

       


 Una interpretazione della vicenda: è il vero motivo?
  L'Emiro del Qatar, Unicredit e la Sicilia: vuoi vedere che....

La notizia che Unicredit non supporterà più finanziariamente le fatture dei crediti esigibili dalla Regione Sicilia, pubblicata da Siciliainformazioni, e la successiva nota di risposta dell'istituto di credito, che non nega esplicitamente e ciancia di "cautele", non è solo molto greve per il silenzio, come è stato rilevato, sia degli imprenditori isolani che soprattutto dei politici, specie i candidati alla Presidenza della Regione. Ha un risvolto 'segreto' che, a nostro parere, è il seguente:
nel mese di maggio di quest'anno, dopo la caduta del regime libico, l'Emiro del Qatar -stato in ascesa egemone, ove alberga la nota emittente Al Jazeera che svolge un ruolo importante nella propaganda contro i regimi considerati ostili nel mondo islamico- aumenta la propria quota di capitale dal 4,5 al 6,5 per cento in Unicredit, attraverso il fondo sovrano Aabar di Abu Dhabi. I giornali italiani riportano quasi in modo silente la notizia. Medesimamente l'emiro si muove per acquistare gran parte degli immobili di prestigio e diverse migliaia di ettari di terreno in Costa Smeralda, Sardegna, già di proprietà dell'Aga Khan, per il triplo del valore attuale. L'Emiro ha anche avviato azioni di acquisto di Finmeccanica: a tutte queste logiche l'attuale governo nazionale del professor Monti non è estraneo, anzi sostiene le azioni degli arabi.
Si può declinare in tale contesto, senza fare complottismo nè demagogìa, la volontà apparentemente inspiegabile e da killer sociale, della banca che ha rilevato il Banco di Sicilia e che invece dovrebbe incentivare le imprese e la medesima Regione Sicilia (i cui conti sono a posto ed anzi vanta ampi tributi dal governo romano, che li avoca a se in barba allo Statuto)?  Qualora la visione sia a medio e lungo raggio, se l'Emiro ha deciso il rilancio e lo sviluppo della Costa Smeralda ed altre località della Sardegna, è la Sicilia imprenditoriale e turistica che deve declinare: anzi, fallire.   La soluzione è forse nella strada indicata da menti illuminate: una vera applicazione dello Statuto che tolga dalle mani delle banche indegne gli strumenti a loro disposizione, nonchè l'autentica riforma del sistema, anche in senso federativo e monetario.
Chi avrà il coraggio di assidersi nella poltrona più alta di Presidente dell'Isola, dovrà presto o tardi prenderne atto, se è siciliano autentico e non servo delle oligarchìe dei partiti nazionali.
F Gio.

giovedì 2 agosto 2012

Cavalleria Rusticana e Civitoti in Pretura, al cortile Platamone, Catania 11 e 12 agosto 2012, Gruppo Arte Sicilia Teatro



Sabato 11 Agosto e Domenica 12 Agosto alle ore 21,00  il Gruppo D’Arte Sicilia Teatro diretto da Tino Pasqualino,andrà in scena al Cortile Platamone-Palazzo della Cultura Via Landolina n.5 Catania con lo spettacolo teatrale dal titolo dal Dramma alla Farsa  con 2 atti unici  “Cavalleria Rusticana” di Giovanni Verga e “Civitoti in Pretura” di Nino Martoglio.
Cavalleria Rusticana,prenderanno parte gli attori: Elisa Franco,Stefania Micale,Fiorella Tomaselli,Michele Torrisi,Franco Gambino,Saro Mazzullo,Annamaria Nicotra,Mariarosa Iudica,Daniela Palermo, Antonio Costa,Levio Di Stefano,Kevin La Rosa,Turi Di Stefano,Nicola Cannavò,Andrea Sicilia,Dora Baccini
Regia Elisa Franco
Civitoti in Pretura, prenderanno parte gli attori:Rita Biondi,Gaetano Di Benedetto,Renzo Conti,Mimmo Salvo,Saro Mazzullo,Antonio Sturiale, Gino Santagati, Mariarosa Iudica,
Regia Tino Pasqualino
                                            NOTE SULLO SPETTACOLO
 “Cavalleria Rusticana” di Giovanni Verga, sarà una felice e gioviale occasione che ci offrirà  il privilegio di rivedere un capolavoro del teatro verista italiano. La data ufficiale di inizio del teatro verista è il 14/1/1884. In questo giorno fu rappresentato per la prima volta al teatro Carignano di Torino “Cavalleria Rusticana”;  interprete oltre ai bravi attori dell’epoca, fu Eleonora Duse nel ruolo di Santuzza . Il Verga con questo primo dramma verista portava il teatro siciliano alle soglie dell’arte. A Cavalleria Rusticana segue “Civitoti in Pretura” di Nino Martoglio un testo che fa parte del teatro gioioso Martogliano nel quale troviamo le note caricaturale e macchiettistiche  di alcuni personaggi che fanno divertire con il gergo del quartiere della civita, un linguaggio Italiano storpiato con il quale si esprime il popolino, Questo è uno dei principali motivi del successo.        
   

martedì 31 luglio 2012

L'Anfiteatro di Catania chiuso da tre mesi al pubblico: vergogna!




Come altre poche città al mondo, la nostra Catania ha la fortuna di possedere tesori architettonici di unicità mondiale; e in quanto inimitabile comunità civica, in essa accade che detti monumenti, i quali son patrimonio dell’umanità, debbano a volte essere sottratti alla pubblica visibilità per imperscrutabili, ma palesi, volontà di chi li gestisce. Così accade all’Anfiteatro romano di piazza Stesicoro, insigne opera del periodo augusteo, risorto a novella Luce nel XX secolo mercé l’opera di menti illuminate da sapienza: la mala segnorìa di dantesca memoria forse vuole che esso sia afflitto da destini tristi, per esser caduto in mani non capaci di amministrarlo? L’osservazione è d’obbligo.

Ad aprile di quest’anno, come ampiamente documentammo nel nostro blog “Lettere Catinensi”, la Sovrintendenza regionale che ha l’affidamento dei monumenti di Catania, quindi anche dell’Anfiteatro, ha svolto la lodevole manifestazione detta anche “Settimana della Cultura”: con le sue luci ed ombre, che abbiamo evidenziato in quella sede. Tra le note positive una indagine prospettica dell’Anfiteatro frutto di studio di giovine entusiasta; partecipammo agli incontri anche perchè parte in causa, ossia autore chi scrive codeste noterelle, dell’unica monografia sul vetusto monumento mai pubblicata, edita da Boemi nel 2002 (poi prestamente seguita da altre similari opere).  Ebbene proprio in quei giorni che dovevano segnare, come in effetti accadde,un flusso maggiore dei già moltissimi turisti italiani e stranieri i quali si fermano a Catania quel tanto che basta per visitare i monumenti dell’antichità classica e del barocco, l’anfiteatro venne chiuso al pubblico (prima è stato aperto con ingresso gratuito e vigilato da un custode appositamente alloggiato nella baracchetta di metallo all’interno del sito), con la seguente spiegazione: un pezzetto della cornice d’ingresso ha ceduto, e la giustificazione data fu gli “accertamenti tecnici”, come documenta la nostra foto di allora. Lo facemmo presente, attendendo altresì gli eventi.

Son passati tre mesi, durante i quali uomini dal carattere forte conquistarono intere nazioni d’Europa nel corso del secondo conflitto mondiale; tre mesi in cui la vita dell’uomo nel singolo aspetto può avere mutazioni immense, ma non per i gerenti, o gerònti, della Soprintendenza regionale ai monumenti sezione di Catania. Un cambiamento c’è stato,  lo si può notare raffrontando le due immagini da noi scattate: l’avviso a stampa appeso provvisoriamente alle transenne, per le intemperie dei giorni, cadde e volò.   Solo questo.   Le decine di migliaja di turisti che si affacciano dalle cancellate artistiche di piazza Stesicoro rimangono solinghi, muti e attoniti innanzi alla panoramica bellezza del lacerto di teatro antico visibile, unico nel suo genere dopo il Flavio della città eterna, ma non possono accedervi poiché sinora permane, inspiegabilmente, la chiusura.

Come ogni cronista che si rispetti, della vecchia scuola di coloro che camminano lento pede, ci recammo il 24 luglio u.s. nei locali di via Vittorio Emanuele ove si accede al Teatro greco-romano, quello sempre aperto e visitabile, per chiedere lumi.  All’allargare le braccia dei quattro custodi ci venne indicato il dirigente che poteva informarci, nella persona del dottor Chiavetta. Alla nostra domanda, egli si mostra subito con fare nervoso, e ci fornisce la spiegazione di tre mesi prima: il danno ad uno dei capitelli non permette l’accesso al pubblico, è stata stilata una perizia tecnica. Tutto qui. Nessun problema se i turisti, o il cittadino comune, rimangono impediti alla visita. Si fece cenno da parte nostra che, data la tenue entità del danno la cui criticità minima è visibile ad ognuno, il problema poteva essere risolto in pochissimi giorni con semplici interventi di muratura: irritazione dell’interlocutore. Al nostro sollevare la questione volterriana, se cioè la grande creatrice di verità sia la menzogna, il predetto funzionario si altera alquanto e tronca la conversazione non volendo più “discutere con lei”, come se avessimo toccato il classico nervo scoperto della situazione.  Il cronista, vigilante in nome del sovrano popolo, saluta rispettosamente e va via, non dimenticando di avvertire che ciò sarà debitamente riportato per iscritto. Come qui accade.
Il lettore sappia che la vox populi, ossia le suggeriture le quali al viandante che raccoglie informazioni giungono da fonti interne ed esterne agli addetti ai lavori, nàrrano di problemi notevoli tra la dirigenza della Sovrintendenza ed il personale di custodia ai monumenti, di liti intestine che han portato alla situazione di cui sopra. Ma anche non volendo far dietrologìa occulta, la soluzione potrebbe essere semplice, preso per vero ciò che il funzionario ha comunicato non a noi, ma all’umanità: conoscendo lo stato delle cose e la recente istituzione del cosiddetto “Parco Archeologico” in cui l’Anfiteatro è incluso, potrebbe anche darsi che per un intervento riparatorio che abbisogna al massimo di un muratore esperto, dopo la perizia tecnica si attenda il relativo finanziamento da parte della Regione Siciliana, poi vedremo di che entità esso possa essere se ci sarà e questa non si riveli soltanto una ipotesi campata in aria, il quale sblocchi finalmente l’impasse e consenta l’uso di un monumento che non è proprietà di pochi plutocrati, ma di tutto il mondo, màssime dei cittadini di Catania che duemila anni fa lo costrùssero.  Non si dimentichi che siamo già in campagna elettorale per le elezioni regionali siciliane, forse ciò ha qualche significato in merito ai fatti narrati. Questa la vicenda.

La quale noi garbatamente riassumiamo con un solo termine, che non usa più poiché desueto e però efficacissimo un tempo come oggi, facendolo veleggiare qual bandiera trista su le cervìci di chi dovrebbe essere al servizio della cittadinanza che paga le tasse regionali, quindi gli stipendi sovente abbondanti, di lorsignori e dei politici: vergogna, vergogna… vergogna.

Francesco Giordano

Pubblicato su: http://www.ilcorrieredicatania.it/?p=2207

martedì 10 luglio 2012

Strisce pedonali assenti o scomparse nelle strade cittadine, si provveda




Stiamo dalla parte dei pedoni. Di coloro i quali, per diversi motivi, preferiscono usare la cosiddetta "macchina di san Francesco" invece che il mezzo di locomozione a motore a scoppio. Tutti vi saranno costretti presto o tardi, quindi è meglio vivere sin da infanti codesta condizione. Ripetiamo sovente agli indotti che dalla nascita della civiltà, le grandi vittorie l'essere umano le ha compiute a piedi: si pensi all'Impero Romano, conquistato attraverso i garretti dei legionarii della città eterna.
Catania nostra patria, ha 2500 anni di storia, dei quali solo meno di 100, come altre città del mondo, possono dirsi 'motorizzati'. Eppure nella mente degli ultimi amministratori pubblici, oltrechè dei catanesi, con difficoltà si insinua il germe della cosiddetta 'civiltà stradale'.  Negli ultimi giorni la cronaca quotidiana riferisce di numerosi incidenti stradali anche gravi, dove a finire all'ospedale in condizioni precarie sono pedoni, per lo più donne anziane, investite sulle strisce pedonali da persone in automobile o motoretta. Laddove vi sono però, le strisce pedonali.
Basti compiere un giro in città: l'ottanta per cento delle strade di Catania le ha scomparse, cancellate, dimenticate. Gli esempi fotografici che qui riportiamo sono eloquenti, fra i tanti; portremmo fare una galleria di scatti. Come trascorrono le giornate gli operai del servizio manutenzione strade del comune di Catania, a parte percepire lo stipendio, pagato da noi cittadini attraverso la TARSU e l'IMU? Non è direttamente colpa loro, poiché devono essere comandati. L'Assessore al ramo,il Sindaco, li sollecitano a usare il colore bianco per ripristinare le strisce cancellate dal tempo? Non ci risulta. Ogni tanto (ultimamente in viale Regina Margherita angolo piazza Roma, dove ancora resiste una delle oramai poche garitte dei VV.UU.; non si comprende perché quella dell'incrocio San Domenico sia sparita...) spuntano, la notte, gli operai con le bombolette ed i paletti mobili: dipingono ex novo le strisce. Avranno avuto la segnalazione. Ma è rarissimo notare codesti lavori che sono di ordinaria amministrazione; sicché il pedone che deve attraversare la strada, a parte l'inciviltà degli automobilisti e motociclisti, si trova sprovvisto di quella sia pur minima tutela rappresentata dalle strisce. Se è giovane, attraversa in fretta; se è anziano è un guajo, e rischia di essere travolto, come ultimamente più spesso accade.
Tra l'altro è anche un problema per le casse comunali dappoiché, e vi sono diversi casi, se l'investito fa causa al Comune per la carenza di visibilità delle strisce, la vince (magari dopo anni) e l'amministrazuione dovrà risarcire. Che senso ha? E' dovere civico provvedere quanto prima a ripristinare le strisce non solo nelle strade principali, da via Vittorio Emanuele a Garibaldi a via Antonino Longo, per non parlare della via Etnea alta ma anche nelle vie secondarie. Trattasi di obbligo della amministrazione comunale, che pur ci chiede di pagare le tasse. Non è una concessione che il Sindaco Stancanelli o l'Assessore ci elargisce (e lui lo sa), è un suo obbligo strutturale oltreché politico.
Vedremo se tale nostra sollecitazione amichevole sortirà l'effetto sperato, anche in parte. Siamo ben consci che, a Catania, raggiungere un obiettivo in senso completo è quasi impossibile; e però già coglierne parzialmente i frutti, sarebbe una vittoria della cosiddetta educazione civica (la quale viene insegnata ancora, almeno nelle scuole private, sin dall'infanzia). Camminate a piedi, signori politicanti che ingrassate sulle automobili; ne avrete giovamento fisico e comprenderete i disagi dei pedoni.
F.G.
Nelle foto (nostre) strisce pedonali cancellate in piazza Trento, viale XX settembre e piazza Dante

Pubblicato su: http://www.ilcorrieredicatania.it/?p=1126