giovedì 22 dicembre 2011

Elogio della tradizione in “Cavalleria rusticana” e “Civitoti in Pretura”, al Don Bosco di Catania








Elogio della tradizione in "Cavalleria rusticana" e "Civitoti in Pretura", al Don Bosco di Catania
 
Per la XXI stagione teatrale al "Don Bosco" di Catania, il gruppo d’Arte "Sicilia Teatro" diretto con la consueta attenzione da Tino Pasqualino, ha dato alle scene nei giorni scorsi due celeberrimi atti unici, che costituiscono indubbiamente l’ossatura del teatro di ambientazione siciliana: "Cavalleria rusticana", dalla novella di Giovanni Verga, e "Civitoti in Pretura", del Martoglio. L’allestimento scenico del dramma verghiano, regista la giovane Elisa Franco (anche attrice nella parte di Santuzza) è stato particolarmente curato, con le dipinture in bianconero a simboleggiare quel mondo perduto della autentica sicilianità contadina che lo scrittore catanese vòlle rappresentare in prosa, e Mascagni mettere in opera (con le conseguenti liti legali che insorsero contro lo stesso Verga). E se dal 1884, anno della prima rappresentazione scenica nell’allora lontanissima Torino, "Cavalleria rusticana" è presente sui palcoscenici di tutto il mondo, soprattutto mercè l’indimenticata ed unica interpretazione di quel genio della tragicità che fu Giovanni Grasso, gradì assai l’odierno pubblico catinense la riproposizione affatto tradizionale, fedele al testo ed anche con indulgenze cinematografiche (se F.Gambino-compar Alfio ispiràvasi a Grasso, la Gna Lola- St.Micale richiamava alla memoria la nota versione in pellicola anteguerra del dramma, con la diva Doris Duranti…), dell’atto di forte valenza simbolica, laddove il fuori scena del classico omicidio del fedigrafo Turiddu Macca è preceduto da intensi recitativi, alternati a brani mascagniani classici (il coro del vino, il rientro di Alfio). Una dramma, quello di "Cavalleria rusticana", che deve interessare a nostro avviso sempre più il teatro italiano e quello siciliano in particolare, non solo poiché amato dal pubblico, ma anche per la soverchia presenza nei cartelloni di esotismi ed esterofilìe di autori ignoti che rischiano, pur nella loro importanza e senza dimenticare la sperimentazione, di far disperdere la tradizione antica e rinnovata, della narrativa isolana.
Sulla medesima linea di ripresa dell’antico uso si mosse "Civitoti in Pretura", che vide in Cicca Stonchiti (Rita Biondi) e Messer Rapa (G.Di Benedetto), i personaggi centrali del chiassoso e divertentissimo testo martogliano, come è noto completamente intessuto di vocaboli vernacolari del quartiere catanese della Civita, un tempo sede di pescatori e basso popolo. Bisognò che la ironica dose di equivoci lessicali, aventi terminologie ora desuete ma ancor comprensibili alla gran parte del pubblico, si declamasse in tutta la sua interezza, e una buona dose di temperamento ‘colorito’ si estrinsecasse in sala, perché l’atto scendesse verso la farsa: del resto, aspetti che il pubblico del teatro in lingua siciliana, almeno la più gran parte di esso, apprezza e gradisce.
Così la continuità del gruppo d’arte "Sicilia Teatro" segue la tradizione, ma anche sceglie di vagare con autori d’oltralpe e di caratura mondiale. I prossimi appuntamenti vedranno in scena il fuori abbonamento "Tra varietà ed operetta" con T.Sapienza e Turi Killer il 14 e 15 gennaio, nonché "Il borghese gentiluomo" di Moliere, il 17, 18 e 19 febbraio.
Francesco Giordano


(foto di F.Gio.)



lunedì 5 dicembre 2011

Considerazioni sulla Messa in Latino a S.Giuseppe al Transito in Catania




 
 
Ieri sera nella chiesa settecentesca di San Giuseppe al Transito in Catania recentemente riaperta al culto, si è celebrata, dopo la conferenza sulla figura del Cardinale Francica Nava, la S.Messa nella forma straordinaria del Rito Romano (detta anche comunemente "messa in latino"), da parte del sacerdote Don Antonio Ucciardo, docente di teologia e cappellano dello SMOM, assistito dai diaconi Serrano e Adernò. Hanno partecipato molti fedeli (il tempio era gremito), lieti dopo mesi dalla prima volta -in seguito a silenti e convinte battaglie- che anche nella città etnea si celebrasse il sacro rito secondo il 'motu proprio' del 2007 di Papa Benedetto XVI: a Monsignor Smedila rettore del vicino santuario mariano di S.M.del'Aiuto, è così subentrato il giovane prete Ucciardo, di fine attenzione liturgica.
Alcune considerazioni: la S.Messa in lingua latina, secondo la tradizione ultramillenaria, è di certo una funzione che ispira alla meditazione ed alla preghiera ben più che la messa nelle lingue nazionali dei vari popoli. I fedeli partecipano soprattutto pregando, e nella preghiera si realizza l'unione con l'ipostasi divina. I canti in stile gregoriano che dalla parte alta del tempio, senza l'assistenza di organo, furono eseguiti da valenti interpreti (l'Agnus Dei, il Pater Noster, ed altri), donano lo spirito affatto misticheggiante della funzione, ove l'incenso è anche 'collante' esorcistico. Ma nel 'deserto degli ultimi quarant'anni', come ha detto esplicitamente il p. Ucciardo nell'omelia riferendosi alla nuova liturgia la quale ha in molti casi stravolto il senso della Santa Messa, è difficile ricostruire. Anche tra i motivati fedeli, senza nessun ausilio di messalini col testo intiero (i quali ci dicono siano in arrivo, e saranno venduti a chi ne faccia richiesta), ove non abbiano quelli della nonna, risultò a nostra indagine visiva pressoché impossibile di rispondere, oltre all' "et cum spiritu tuo" ed al "Dominus vobiscum". Meno male che alla fine, dopo l'"Ite Missa est", la lettura in senso del tutto purificante, del prologo del Vangelo di Giovanni, le parole della Luce (sempre in Latino, naturalmente!), pose il suggello alla intensa funzione. Molto v'ha da fare, molto rimane. Che la S.Messa nella lingua tradizionale della Chiesa Cattolica si espanda e vada verso il popolo, come nei secoli passati: e non sia solo serbata per elìtes e cultori nostalgici! Non accada che una funzione così pregna di afflato mistico sia 'riservata' ai soliti noti, ma da parte dei responsabili si utilizzino le moderne tecniche (e tecnologìe) per diffonderne la partecipazione, in molti sensi, non soltanto nella presenza fisica. Può servire l'aggancio a conferenze, incontri culturali: e però ci si metta d'impegno a chiamare i giovani, le nuove leve, non solamente colti studiosi (di una certa età). E' l'autentico spirito del motu proprio che deve essere esaltato, anche oltre la celebrazione. L'alternativa, che a noi può anche andar benissimo ma a lungo raggio si rivela asfittica, è costituire l'ennesimo cenacolo: con la differenza che in quello evangelico gli Apostoli (che erano laici, non sacerdoti...) secondo lo spirito della Pentecoste, andarono per tutte le genti ad annunziare la Buona Novella. Questa a nostro parere, è la pietra angolare: 'battere sullo stesso terreno', ci si passi il termine, la S.Messa in italiano. Molto difficile, non impossibile, per chi crede.
Appuntamento il 1° gennaio per i fedeli che anche a Catania desiderano partecipare alla S.Messa in lingua latina, sempre nella chiesa di S.Giuseppe al Transito (piazzetta Maravigna, di fronte l'Anagrafe) alle 18,30, nel giorno dedicato alla S.Madre di Dio; sarà cantato il solenne Te Deum.
(F.G.)


Nella foto e nel breve video: alcuni momenti della funzione sacra.


venerdì 2 dicembre 2011

Santa Messa in Latino e conferenza sul Cardinal Nava a San Giuseppe al Transito di Catania, 4 dicembre 2011

La Confraternita di San Giuseppe al Transito e San Giovanni Battista
e la Nobile Arciconfraternita dei Bianchi
in collaborazione con il
Sovrano Militare Ordine di Malta e il
Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio (Spagna)

Sono lieti di invitare la S.V. all’incontro sul tema
La Riforma della Riforma:
l’Episcopato Francica Nava
tra i Pontificati di Leone XIII e San Pio X

Nell’83° Anniversario del pio transito
dell’Em.mo Card. Giuseppe Francica Nava di Bondifè
Arcivescovo di Catania

Relatori:
· Prof. Avv. Antonino Blandini, storico e giornalista.
· Rev.do don Antonio Ucciardo, docente di Teologia presso l’ISSR San Luca di Catania,Cappellano Delegazione SMOM e Nobile Arciconfraternita dei Bianchi.

Moderatore
Prof. Giuseppe Adernò


Seguirà la celebrazione della
Santa Messa in Rito Romano Antico
nella II Domenica di Avvento
Presterà servizio il “Collegio Liturgico Card. Francica Nava”

DOMENICA 4 DICEMBRE 2011
ORE 17,00

Chiesa di San Giuseppe al Transito
P.zza Maravigna - Catania