giovedì 16 febbraio 2012

A Roma città eterna si è presentato ufficialmente il movimento culturale "Alienismo": radici siciliane, visione mondiale






















A Roma città eterna si è presentato ufficialmente il movimento culturale "Alienismo": radici siciliane, visione mondiale



















In una Roma innevata e tra le coltri di ghiaccio che hanno ricoperto la Capitale (Villa Borghese era davvero uno spettacolo: ma le strade furono adeguatamente spazzate), si è svolta il 12 febbrajo u.s. la manifestazione "Viaggio tra le vie dell'Arte", patrocinata dalla Società Umanitaria ospitante, ed organizzata dall'Associazione Akkuaria, Artisti e Creativi, AICS. L'anima di tutto è come sempre Vera Ambra, autentico vulcano di idee, che ha fortemente voluto l'iniziativa. Nell'ambito della quale si è presentata l'edizione 2012 del premio letterario che il comune di Butera intotola a Fortunato Pasqualino, organizzato da Akkuaria, ed il nuovo movimento culturale denominato Alienismo (vedi al link http://www.alienismo.it/vera_ambra_note.htm ). Di seguito riportiamo il testo dell'intervento dello scrittore e giornalista Francesco Giordano, tra i fondatori del movimento:

Intervento di Francesco Giordano alla Società Umanitaria, Roma, nell'ambito della manifestazione Viaggio tra le vie dell'Arte
Mi sia consentito, nel profferire alcune parole, rendere inizialmente pubblico elogio alla Società Umanitaria, che si degna di ospitare la nostra rassegna culturale: è per me motivo di particolare orgoglio parlare qui nella città eterna e nella sede di tale antica e prestigiosa associazione, la quale -come molti sapranno- nasce alla fine del XIX secolo, per volontà dell'ebreo Mosé Loria che, dopo aver fatto fortuna in Egitto, decise di investire il suo cospicuo patrimonio a pro degli ultimi e degli indigenti, fondando a Milano la Società Umanitaria. Alla cui crescita e sviluppo, nel corso del XX secolo, hanno collaborato nomi illustri, da Arturo Toscanini a Victor De Sabata a Maria Montessori, sino alla rinascita nel dopoguerra ad opera di quella figura fulgida di democratico integerrimo che fu Riccardo Bauer, il ricostruttore dell'Umanitaria in tempi difficili. Per noi la Società Umanitaria, qui sapientemente diretta dalla dottoresa Elena Cordaro ed a livello nazionale del professor Amos Nannini, è un pentalfa di Luce per gli ultimi che è guida e segno di Libertà, di Eguaglianza e soprattutto di Fraternità universale dei popoli.
Perciò singolarmente e come Associazione Akkuaria, siamo felici d'esser qui!
Se da una parte la ricerca della forma, in Poesia, è il senso di tutte le cose "De sensu rerum", affermava il grandissimo filosofo calabro Tommaso Campanella in una sua celebre opera, dall'altra ciò si scontra còll'alienazione che nel vissuto quotidiano di oggi, si coglie nell'essere umano, non più alla mercé dell'Elemento, ma brìcciola di se stesso. Non più amato verso l'Amato, ma alterato da Lui, quindi senza un luogo. "Amo il mio Amato e il mio Amato è mio", dice un noto verso del Cantico dei Cantici. Non è più purtroppo così, o lo è per pochi. Occorre quindi ri-costruire, questo può essere un grande insegnamento della Storia, non solo delle pietre, degli insigni monumenti che ci circondano, in gran parte lasciati a noi figli d'Italia, dall'impero romano. Il senso del possesso è alienante e però irresistibile, come la massima fusione.
Ma ricostruire si può nella magìa del nulla? Nel verticale ascetismo, che è una ascesa, dell'Essere verso l'intimo, il sublime Sé? Già il poeta e sacerdote Antonio Corsaro, nel suo movimento verticalista, ponendosi sulla scia di Valéry, aveva tentato, e con successo, tale scalata; qui la si rivede e la si pronuncia ex novo, con parole (la Parola che crea, che è nihil in ex nihilo) sussurrate quasi, disgregate e ricomposte di repente. Per cui vi è l'Alienismo.
Gesù fu il primo e l'ultimo degli Alienisti, si potrebbe dire: ebreo secondo la legge ed anche illuminato da quell'Amore che ha creato il Cristianesimo in cui molti di noi si riconoscono: "Voi chi dite che io sia?", afferma nel Vangelo: è una 'provocazione alienista'... come quando i suoi parenti lo indicano per màtto, poiché egli esce dagli schemi del fariseismo e va verso gli ultimi... Non è senza significato che noi qui discettiamo di Alienismo a Roma: nella Roma che fu dei Cesari, ma anche -passi il lecito campanilismo- dei catanesi che la elessero a capitale ideale, catanesi illustri, scrittori quali Giuseppe Villaroel ed Ercole Patti (forse ultimamente poco rammentati), i quali pure possono essere noverati fra i precursori del nostro movimento.
Alienismo che in quanto movimento d'Arte, di cultura in senso onnicomprensivo, accoglie ed avvolge come spirale ascendente ogni forma di sapere e di filosofìa intima e slanciata verso la Luce infinita. Alienismo il quale, se può tenere conto delle riflessioni dello scrittore Fortunato Pasqualino ("Semel in anno licet insanire: qualche volta nella vita bisognerebbe concedersi un po' di gaio folleggiamento ogni giorno. Lo raccomandano taluni psicologi: delirate, alienatevi, e sarete salvi; o, se non altro, sarete meno depressi, meno angosciati, meno soli. Si riscopre così la funzione terapeutica e liberatrice della dilettevole follia"), nel medesimo tempo le sublima volgendo, come usava dirsi un tempo, il cuore oltre l'ostacolo, di là da quelle colonne d'Eracle, varcate le quali o si intravvede il mistico Triangolo con le lettere della lingua universale oppure, come le ali di Icaro, si finisce senza rimedio nelle tenebre.
Così il grande poeta e sacerdote Antonio Corsaro, che consideriamo con gli altri artisti il 'padre nobile' dell'Alienismo, lui che dal mondo di lassù sicuramente ci guarda e coll'enigmatico sorriso che lo caratterizzava, benignamente ammicca, scriveva in una sua lirica: "Ogni speranza finisce \ tra vita e morte \ ogni apparenza delude \ sul punto di finire. \\ Sono un cerchio una retta una curva? \ Ogni linea si dissolve \ tra fuoco e cenere \ scintillando morendo \ con esperte apparenze. \\ In una ferita dello spazio \ incarnata parola \ in una ferita del tempo \ la parola incarnata svanisce..." Era un alienista ante litteram, un cercatore del divino, un seguace del tempo senza limiti, innamorato della Luce: "Nato tra le rocce, vissuto lungo il mare, delirante \ come una nuvola di vento, \ nato dal dolore, vissuto tra le sciare, ansioso \ come un'onda lunare, \ ... resto ancorato, tra lo spercchio delle acque e le scogliere, \ a un porto d'amore"
Forse ognuno di noi ha necessità di raggiungere quel porto di cui troppo sovente, negli ultimi tempi, si rùppero le gòmene. Ancorati bisogna, e se è necessario legati come Ulisse all'albero di maestra, a sentire il canto delle Sirene senza cedere alle loro lusinghe: follìa? Alienazione? E' il porto d'amore.
Quel che accadrà al movimento degli Alienisti è scritto fra le pietre, il mare e il cielo terso del millennio corrente. La loro bussola è l'Amore (Roma letta al contrario, è Amor...). Ciò che turbina nei loro cuori, è il segreto della forza che tutti li anima in un mistico segno, in arcana unità.
Francesco Giordano
 
Nelle foto: Villa Borghese innevata, Vera Ambra ed il manifesto dell'Alienismo; foto di gruppo degli "Alienisti ed Akkuariani": da sin. a dx, Vera Ambra, Giuseppe Lucca, Francesco Giordano, Sergio De Angelis, Maria Tripoli, Antonella Salamone, Claudio Cerronis

lunedì 6 febbraio 2012

Considerazioni sulla Festa di Sant'Agata 2012: via di San Giuliano rifatta ed inutilizzabile... e se non fosse stato per il tesoro...



Considerazioni sulla Festa di Sant'Agata 2012: via di San Giuliano rifatta ed inutilizzabile... e se non fosse stato per il tesoro...




Da tanti anni non assistiamo alla tradizionale salita di San Giuliano del fercolo di Sant'Agata. Anticamente era svolta, " a 'cchianàta", come è denominata dai catanesi autentici, in orari rispettabili: un tempo... Adesso ciò che è accaduto desta un senso di tristezza ma anche induce ad inevitabili riflessioni.
Se da un lato chi, Sindaco e Prete (in questo caso Mons.Barbaro Scionti, dal pulpito del Duomo), hanno apostrofato alcuni devoti contrari alla decisione del capovara di non effettuare, stante la pericolosità della pioggia, la salita e proseguire per la cattedrale il mattino del 6, coi termini "violenti", "vergognosi" e "delinquenti da perseguire penalmente", dall'altro -per ammissione in intervista televisiva dello stesso capovara Baturi (succeduto ad Alfio Rao -si dice che la famiglia Rao sia 'discendente' da Sant'Agata... il cui cognome era appunto Rao...)- si apprende che il meccanismo che trasporta il fercolo "risale agli anni Trenta"... e non si comprende per quale cagione non sia stato quantomeno modernizzato...inoltre tutti sanno che, dopo l'improvvisa (a noi automobilisti e pedoni catanesi ben nota da almeno due anni) scoperta dello slittamento delle ruote nelle basole di via di San Giuliano tratto da via Manzoni a via dei Crociferi, queste sono state smontate, picchetate e rimontate e lestamente riconsegnate con strombazzamento dei politici il 2 febbraio, in tempo per la salita... che non c'è stata!
Colpa della pioggia... diranno i benpensanti... Ma allora, tanto urlare sul "grattamento" universitario (sì, perché si è scomodato persino un dipartimento universitario e l'assessore al ramo, che è un professore, lo ha ben detto ai tg locali... i quali beninteso adesso si guardano dal ricordare ciò, proni al potere...) del basolato lavico quattro giorni prima perfettamente rifatto, non servì a nulla, ergo già si sapeva che la salita non poteva essere effettuata. O no? Oppure ci si vuol far credere che la pioggia e della cera sparsa dovunque sono le motivazioni autentiche?
Insomma, meno male che il meccanico il quale ha rimediato solo dei graffi durante i tumulti, ha potuto così cavarsela. Ma saranno stati degli scalmanati coloro che hanno protestato: stupidi però no, e neppure noi che possiamo a mente fredda obiettivamente analizzare la vicenda. La festa, come si sa, è "autogestita", diciamo con un eufemismo. Non esiste (ed alcuni cittadini pochi giorni fa lo hanno denunziato) un regolamento comunale che ne disciplini le normative: ciò è una vera vergogna. Le forze dell'ordine sono state presenti (eravamo in giro), ma più per forma che nella sostanza.
Le povere monache benedettine, come anni fa quando la via dei Crociferi è stata architettonicamente massacrata da quei restauri obbrobbriosi che adesso ne deturpano il senso architettonico (chi sta ai piedi di via Alessi non vede più il prospetto del tempio di San Benedetto...), sono rimaste prive di intonare il canto che all'epoca il Maestro Tarallo scrisse per la vergine invitta. Ma sappiamo bene che le Sorelle hanno lo stesso pregato con fervore.
Poi in Chiesa, mentre il busto era ancora nelle mani dei devoti (che volenti o nolenti sono il popolo, tutto il popolo, specie gli ultimi, quelli che Agata la pura, la vergine, ama più di tutti...) col sacco e senza sacco, la reprimenda dell'eccellentissimo Monsignore.
Legittimo, è a casa sua.
Ma l'affare poteva essere risolto in modo diverso, più democratico, più popolare: più cristiano. Bastava scendere Sant'Agata, il busto reliquiario solamente, dal fercolo e portarlo a spalla, come accade il 17 agosto, nella salita, poi girare per via Crociferi, fermarsi dalle Suore Benedettine, e proseguire, sempre a spalla, verso il Duomo. Ma... c'è il tesoro, sul busto di Agata. Il tesoro, il tesoro!!! Par di sentire l'eduardiana Filumena Marturano: "i denàra, a chisto pienze tu, a i denàra"... Ecco il vero motivo delle discordie, della fiera volontà del capovara, dei sottaciuti silenzi dei politici e dei prelati.
Qualcuno potrà dire malignamente che se il popolo dei devoti, a forza, mettendo da parte il capovara ed i suoi, avesse sceso il busto di Agata (che nel volto è la Regina Eleonora d'Angiò, ci ha insegnato il compianto padre Santo) e lo avesse portato a braccio nella salita, alla fine del percorso l'oro sarebbe stato forse di meno... ma chi lo sa?
Nel XIX secolo ci fu chi dentro il Duomo rubò il tesoro di Sant'Agata, per questo motivo vi sono da allora le artistiche cancellate in ferro. Il tesoro è del popolo o della Chiesa? C'è un film famoso, "Operazione San Gennaro" del 1966, in cui un gruppo di malviventi dal cuore d'oro ruba il tesoro (in verità mai trafugato) del Santo partenopeo, durante il festival della Canzone Napoletana (e mentre Sergio Bruni, la Voce di Napoli, intona "Bella"...), per restituirlo poi... alla Chiesa, quindi al popolo! E' il serpente che si morde la coda.
Ma sono anche gli uomini, la forza dei grandi uomini che manca in questo momento a Catania ed in generale. Ci fosse stato sulla vara Padre Santo D'Arrigo o Padre Pignataro o Monsignor Nicolò Ciancio, le cose si sarebbero svolte secondo la tradizione, ed anche se Sant'Agata fosse stata scesa e portata a spalla dai fedeli, nessuno (perché quei sacerdoti conoscevano tutti i "carùsi" uno ad uno, e li facevano filare con lo sguardo) si sarebbe azzardato a toccare anche un solo filo dello strabordante tesoro che il simulacro della insigne giovinetta ha indosso, compresa la croce di cavaliere della Legion d'Onore di Bellini, che la famiglia all'epoca donò.
I politici fanno, e continueranno a fare, il loro sporco gioco. La Chiesa senza uomini di polso e valore ed anch'essa purtroppo in balìa degli eventi, non ha saputo ben gestire il momento. C'è una immensa crisi etica, continuano a ripetere il Santo Padre e da noi il Cardinale Bertone, il quale però ha espresso fiducia nei giovani. Delusi dalla mancata salita, ma non solo da quella. La salita è un simbolo di ciò che non c'è più, la serietà (si pensi appunto alla strada appena ricostruita, ed assurdamente... impraticabile!). Grumi di energìe pericolosamente tumultuanti, col movimento di protesta dei giorni scorsi, che si sommano e si accavallano e si frammischiano. Attenzione a non usare, da parte delle autorità dello Stato (ma dov'è, in queste occasioni, lo Stato...? C'è, e lo sappiamo bene quando...) troppo la mano pesante per delle sciocchezze che possono innescare, più di quanto il moto non sia già in atto, la violenza nella rivoluzione che deve essere pacifica. La Sicilia è la terra del Vespro.
Ed a Palermo (supposta patria di Sant'Agata, secondo alcuni) come a Catania, non si scherza nell'usare i coltelli. Ieri come oggi. Perciò che la Santa Patrona "insegni la violenza", no, non è così neppure eufemisticamente, caro Monsignore. La violenza nasce quando un popolo, gli ultimi del popolo, vengono loro sì violentati da chi è forte con i deboli e debole con i forti; da chi spadroneggia nella politica, approfitta e poi abbandona non mantenendo le promesse giurate e spergiurate.
Per fortuna c'è Sant'Agata, che sa vendicare le offese. NOPAQUIE, tale è il significato. Ne sa qualcosa Federico II, il grande imperatore, che diciotto anni dopo aver evitato di sterminare i catanesi perché a lui ribelli, atrocemente moriva: quella scritta, non è un caso, gliela fece notare sul breviario, un monaco benedettino. E' un monito da non dimenticare mai, specie ultimamente. Sant'Agata sa e vede, e protegge il suo popolo, stanco da troppe ipocrisìe e bugìe che da tante parti si spargono. "Per noi prega, prega di lassù", cantiamo con le parole del notissimo inno, versi di quel fine poeta che fu Padre Corsaro: il noi è "pro multis effundetur", non per tutti; è il "noi" degli ultimi di Gesù, che si sedeva con pubblicani e prostitute, ed ai potenti diceva solo di dare il denaro ai poveri, e dopo sperare nell'Eternità.
Sant'Agata come è stata in quasi due millenni, è e sarà il simbolo del riscatto del popolo di Catania e della Sicilia intera, oltre le polemiche, le (inutili e dannose oltreché pericolose) contrapposizioni risolte col buon senso, nella visione della unità e non della disgregazione delle genti.
(F.Gio)

venerdì 3 febbraio 2012

Viaggio tra le vie dell'Arte 2012: a Roma il 12 febbraio si presenta il movimento 'Alienismo'



VIAGGIO TRA LE VIE DELL'ARTE

L'11 e 12 febbraio 2012 a Roma, presso la sede della Società Umanitaria, in via U. Aldrovandi 16, si svolgerà la dodicesima edizione di Viaggio tra le vie dell'Arte. Dunque un altro traguardo importante che già si preannuncia ricco di novità e sorprese.I lavori del convegno inizieranno alle ore 16 di sabato 11 febbraio e proseguiranno a partire dalle 9,30 per tutto il giorno domenica 12 febbraio.




PROGRAMMA

11 Febbraio dalle ore 16.00 -20.00
Benvenuto e saluti della dott.ssa Elena Cordaro
Responsabile della sede di Roma della Società Umanitaria
Apertura della mostra "Intreccio di emozioni" di Luigi Marocco
E-book la nuova editoria del futuro Presentazione del progetto di editoria digitale
con Vittorio Frau, Paolo Tortorici e Giovanni Tomei
Fantasy Way alla riscoperta del fantastico - presentazione del progetto editoriale dedicato al mondo del fantastico, a cura di Antonella Salamone e Savio Pagano

"Concatenazione di complicate coincidenze" incontro con Claudio Cerronis

“Un animale per amico” Progetti di Attività Assistite con gli Animali e di Pet-therapy
a cura di Antonella Dalmonte, Presidente Associazione Ethos 3000 onlus
"Incontro con il disegno" a cura di Maria Casarotti
***

Domenica 12 Febbraio 2012 ore 10,00 - 13.00
Premiazione del Primo Contest on.line di arti visive e Poesia "Denunciamo e ricordiamo" a cura del Blog Dominio Mentale diretto da Giovanni Donato

Presentazione ufficiale della 4a edizione del Premio Internazionale Fortunato Pasqualino
Interventi di: Francesco Giordano, Vittorio Frau, Angela Agnello, Sergio Belfiore, Sergio De Angelis.
Presentazione e firma del Manifesto "Alienismo" Movimento Artistico e di Pensiero
Interverrà: Vera Ambra, Maria Tripoli, Adriana Battaglia, Beppe Costa, Francesco Giordano, Augusto Monachesi, Savio Pagano, Giuseppe Lucca, Klem D'Avino



Ore 16.00 - 20.00Incontro con gli autori di Akkuaria: Andrea Michetti, Annamaria Locatelli, Bojana Bratic, Beatrice Gradassa, Danilo Caccamese, Daniele Brinzaglia, Fabio Ognibene, Gabriella Pison, Laura & Federica, Maria Tripoli, Milly Nale, Massimo Triolo, Renata di Sano

martedì 24 gennaio 2012

Lo 'strano' sciopero della fame dell'artista catanese Savio Pagano

Riceviamo e pubblichiamo, aggiornando che oggi 24 gennajo, Savio Pagano è stato ricoverato al pronto soccorso dell'Ospedale Garibaldi di Catania, in seguito alla sua protesta:


COMUNICATO STAMPA



Savio Pagano Giovane artista catanese, ha iniziato una protesta per amore del suo Paese col digiuno



Le scriventi associazioni culturali che operano a Catania: Akkuaria, Artists & Creatives, 25 Novembre Giornata mondiale contro la violenza alle donne, 51 Pegasi, Dimensione Donna, portano pubblicamente a conoscenza il caso di Savio Pagano, un giovane artista catanese, motivato da sani e forti principi di ideali verso la propria patria, che ha già iniziato il nono giorno di digiuno per affrontare una pacifica e coraggiosa protesta atta a mettere in luce i disagi del Popolo Italiano e degli artisti in particolare. La sua unica arma è il "pensiero" che, tradotto a parole, lo comunica attraverso la sua pagina su facebook.Il gesto - anche se non approvato e condiviso - ha tuttavia ottenuto la massima solidarietà e il pieno sostegno da parte delle nostre Associazioni. La scelta drastica di Savio, fermamente deciso a lasciarsi morire in nome di un ideale patriottico, può essere sostenuta o disapprovata in base ogni singola coscienza, di sicuro però dovrebbe trovare ascolto e partecipazione, poiché, in qualunque modo la si voglia considerare, se un essere umano espone se stesso al punto di mettere a rischio la propria vita, gli altri esseri della sua stessa specie gli devono almeno il diritto di essere ascoltato.
Il problema della società di questo confuso tempo, dove consumismo e corruzione hanno stravolto ogni sano e reale valore della vita, è che le persone hanno perso sensibilità, attenzione, capacità di avere comprensione. In queste condizioni difficilmente un gesto di protesta estremo come quello intrapreso da Savio Pagano, può incontrare un reale e totale ascolto.Diverso è per questo giovane, dacché lui è un artista, lui è un poeta. E chi come lui confida nella penna e consegna i propri sentimenti a un foglio che altrimenti sarebbe rimasto spoglio, è verosimile ascoltare e guardare l’intero universo con una sensibilità, un fervore, un’acutezza maggiore della comune gente. E con una tale forza interiore che si denota l’evidente levatura della spiritualità, ed è prevedibile che un giovane poeta come Savio Pagano, davanti la realtà dei seri problemi che hanno investito il Paese, decida di sacrificare la propria vita per il bene del popolo del suo paese.
Molto ancora ci sarebbe da dire su questo argomento, molti gli esempi che si potrebbero riportare elencando quanti sono stati gli artisti che hanno scritto una pagina di storia, grazie un loro gesto altruistico. Preferiamo invece concludere questa riflessione, scrivendo che Savio Pagano è un giovane innamorato d’orgoglio per la propria Patria Italia; stregato da quello scorcio di terra chiamata Sicilia che emerge dal mare; inebriato dalla pietra corvina che abbraccia ed erge la sua Catania, una città dove la grazia si appropria dell’anima.
Vera Ambra, Associazione Akkuaria


Giorgio Russello, Associazione Artists & Creatives


Sara Aguiari, Associazione 25 Novembre


Maria Tripoli, 51 Pegasi Dimensione Donna



Savio Pagano nasce il 2 aprile 1983 a Catania, dove tutt'oggi vive e opera.Ha studiato presso l'Accademia di Belle Arti di Catania dove ha conseguito la Laurea specialistica in Scultura.Fin da giovane rimane affascinato dal mondo dell'arte e del cinema e da tutto ciò che è "fantastico". Crescendo segue la tecnologia di pari passo, facendone uno strumento d'espressione all'avanguardia. Le sue competenze, tecnologiche, visive e manuali sono molteplici, tutte accomunate da una sola parola: PASSIONE. "Scultore di Sogni" come ama definirsi – bruciando la candela da ambo i lati – dedica la sua vita all'arte scrivendo, scolpendo, fotografando, progettando, organizzando e affinando le tecniche. Confermato per quattro anni dalla Electronic Arts come scenografo e monstermaker nei progetti Hellgate London, Dead Space, Dragon Age, Dead Space 2, ha lavorato anche per Koch Media nel progetto Risen, Lucca Comics & Games Srl ed Etna Comics.
Maggiori info su:www.akkuaria.com/saviopagano



Contatti:

Vera Ambra cell 3394001417

Sara Aguiari 349 3416415

sabato 14 gennaio 2012

Presentati dalla casa editrice Akkuaria i nuovi ebook








Presentati dalla casa editrice Akkuaria i nuovi ebook


Nella simpatica cornice del Deluxe luxury coffee, locale sito in via Toselli dietro piazza Trento in Catania, è stata presentata la sera di venerdì 13 gennaio (se il XIII arcano è la morte, l'inverso come noi lo intendiamo, è immortalità) non soltanto la rassegna di ideazioni grafiche di Vera Ambra, che è l'anima e la creatrice della casa editrice e del sito Akkuaria, ma anche i primi 12 ebook prodotti appunto dalla predetta casa editrice, in collaborazione con una nota azienda informatica catanese. L'occasione, che ha riunito un folto gruppo di amici accomunati dalla passione per la Letteratura, se è scaturita dalle belle foto in bianconero, rappresentanti l'angoscia dell'Essere chiuso in gabbie immaginarie, ovvero le "Amnesìe di Eros", tema della serata -in onore del dio d'Amore si lèssero delle poesie da parte degli intervenuti, còlla solenne conclusione di una lirica tempiana densa d'erotismo, declamata da uno dei partecipanti- ha voluto essere il primo appuntamento del 2012 da parte degli amici di Akkuaria e di Vera Ambra, nella consapevolezza che la produzione libraria, cartacea e digitale, deve evolversi di pari passo in maniera conforme ai tempi.
Fra gli ebook (i quali hanno attualmente un notevole successo mondiale, e presto o tardi si diffonderanno anche in Italia affiancando la produzione cartacea), da segnalare il volume di liriche, di notevole successo, "Pegaseium nectar" di Vera Ambra (di cui è disponibile la traduzione in spagnolo), ed il saggio pubblicato lo scorso anno "Domenico Tempio cantore della Libertà" di Francesco Giordano, con una antologìa di liriche del sommo poeta del secolo XVIII.
Nel terzo millennio, la voce della Poesia, della Letteratura, dell'Amore è viva più che mai, "novus ordo ab antiquo".

martedì 10 gennaio 2012

Le amnesie di Eros, di Vera Ambra, a Catania



Riceviamo e volentieri pubblichiamo:






Carissimi,
all'insegna di un nuovo anno che sicuramente sarà foriero di grandi novità per tutti noi, ho il piacere di proporre dal 13 al 20 Gennaio 2012 presso i locali di Delice Theluxury Coffee, in via Pietro Toselli 16c, un'esposizioni di alcuni miei elaborati grafici facenti parte dell'opera virtuale "Le amnesie di Eros"
Sul tema dell'Amor che move il sole e le altre stelle” - per dirla con Dante - alla gioia di convivere con tutti voi la serata, vi invito a portare le vostre poesie d'amore preferite... così da condividerle insieme.

Non mancate vi aspetto.
vera ambra

mercoledì 4 gennaio 2012

Mario Rapisardi , nel centenario della morte, 4 gennaio 1912-2012

Mario Rapisardi , nel centenario della morte, 4 gennaio 1912-2012
Questo blog nasce 'rapisardiano', ovvero nei suoi primi passi, onora e rende omaggio alla figura di quel Vate della Poesia dell'Umanità, che per l'Italia del secolo XIX (ed anche dopo) fu Mario Rapisardi, catanese. Dell'opera sua, osannata e vituperata in vita quanto dimenticata in seguito poi riscopertta a cura dei discepoli, poscia novellamente coperta da oblìo, come è nella natura delle opere dell'uomo, rimane oggi il messaggio immortale; delle opere, la più gran parte sono di attualità, come le Poesie Religiose (chi vuole può qui http://letterecatinensi.blogspot.com/2009/01/mario-rapisardi-le-poesie-religiose.html leggere il testo integrale), i Poemi e Poemetti, le Ricordanze.
Moriva cent'anni fa, esattamente alle 16,30 del 4 gennajo 1912, nell'"aerea casa" dell'alto Borgo, in via Etnea a Catania, mentre il meriggio avanzava, e azzurreggiava "il mare immenso", l'Jonio cantato nelle sue poesie. Ad assisterlo pochi e fidati amici: Tano Ardizzoni, Alfio Tomaselli (che sarà il curatore delle memorie del Maestro), e la "creatura unica", Amelia Poniatowski Sabernich, che dalla nativa Firenze accettava di scendere in Sicilia per essere la compagna dell'uomo impareggiabile, in spregio alle allora severissime e dure convenzioni sociali che vedevano con sdegno un separato, convivere. Gli chiusero gli occhi dopo anni di "arteriosclerosi", si disse: ma era il mal di vivere del Poeta, che lo rapiva alla vita quasi sessantasettenne, lui ch'era nato in via del Penninello il 25 febbrajo del 1844. Un mese prima per i tipi del Sandron, dopo lunghissimo travaglio, era stato stampato il volume (anzi, il volumone!) della edizione definitiva delle opere complete; Concetto Pettinato, giornalista di razza e catanese d'altrettanta schiatta, allora giovane (dirigerà poi il "La Stampa" nel 1944 nella RSI, e ne pagherà lo scotto), scrisse a proposito delll'opera, sul Giornale di Sicilia del 31 dicembre 1911: "il Rapisardi non fu anticristiano, è vero: anzi amò fervidamente la figura di Cristo, che il Carducci non amò né comprese mai. Ma fu qualcosa di molto peggio: fu anticattolico. E gli italiani sono scettici, ma sono ad un tempo tradizionali", invocando per le liriche rapisardiane il premio Nobel "al primo vero idealista e filantropo che abbia partorito la razza italiana".
Moriva Mario Rapisardi, con gli ultimi versi sulle labbra, stampati l'indomani su tutti i giornali: "E sull'animo mio vasto, infinito \ lago nell'invernale ombra sopito \ la gran giornata della morte \ albeggia".
La sua Catania, fatto unico con Vincenzo Bellini (una città che non celebra mai vivi nè morti, tranne se geni: e se di geni ve ne son sempre pochi, nell'Ottocento furono appunto il Cigno per la musica ed il Vate per la Poesia), lo onora immensamente: la salma viene trasportata il giorno dopo in Comune sulla 'carrozza del Senato' (anche questo un fatto unico), poi l'omaggio del popolo. scuole e istituzioni chiudono per lutto: il Duomo chiude per protesta contro colui che considera il "Lucifero", titolo del celebre poema (non molti anni dopo di ben altri e veri 'luciferi', si sarebbero notati nelle sacre sale non solo delle cattoliche chiese, ma financo in Vaticano!). Il sette l'imponente corteo di circa centocinquanta mila persone percorre via Garibaldi sino a piazza Palestro, dove si tengono i discorsi commemorativi prima della deposizione: in cima al corteo, annotano i giornali locali, alla testa delle autorità tutte dal Sindaco al Rettore dell'Università dove per tanti anni il Rapisardi, fondatore della Facoltà di Lettere (egli che mai conseguì la laurea, nominato "per chiara fama" dal Ministro della P.I. De Sanctis...), Federico De Roberto, il celebre scrittore, amico del Poeta e anima nobilissima di uomo e letterato. Ma Rapisardi non venne tumulato per ben nove anni: solo il 9 gennaio 1921 il Comune si decise a costruire la tomba sua, che si vede oggi nel piazzale centrale. Anche ciò il Poeta aveva antiveduto. Era anticlericale, il Rapisardi: e come notò Pettinato, questo non viene perdonato da certa stirpe di bigotte biscie. Oggi possiamo dire che, nelle sue opere, vide in anticipo di un centennio il Concilio Vaticano II, di cui l'antico chierichetto che serviva messa, l'autore giovane dell'Ode a Sant'Agata e il cantore di quella "Palingenesi" che gli valse da parte di Victor Hugo l'appellativo di "precursore dell'avvenire", avrebbe approvato gli assunti. Era Frammassone (e la Massoneria, società di libero pensiero, ne onorò la figura), ma distingueva sempre l'Uomo puro dai faccendieri e dai trafficanti; perciò fece sempre "parte a se stesso". Ed a Cristo in ultimo, pur titano ed impenitente, poteva egli laicamente confessarsi: al prete no, non poteva: lo si può capire.
Noi qui da fedeli d'Amore verso il Vero, il Bello, l'Ideale, nonché catanesi, riteniamo di compiere il nostro dovere: perciò abbiamo scelto di consegnare al lettore, nel video che segue, onde celebrare degnamente il centenario della di lui dipartita verso l'Eterna Luce, i capoversi VIII, XII, XXI e XXII del poemetto "L'impenitente", apparso prima sulla "Nuova Antologia" del 1 ottobre 1900, poi nella edizione definitiva delle opere (la musica di sottofondo è il I tempo della Sinfonia 9 di A.Bruckner). L'ultima parola è il nome del Messìa di Galilea, non è un caso. Sono versi che segnano succintamente il percorso filosofico, umano e spirituale dell'Uomo e del Poeta Rapisardi: e dalle brume del tempo, egli riemerge dopo un secolo, trasumanato. Onore al Maestro, che la Luce dell'Inifinito sempre accompagni la Parola!
F.Gio.